Sicurezza: il vero problema sono gli utenti

Il malware per smartphone e tablet sta letteralmente esplodendo, così come sono in rapidissimo aumento i casi di furti di dati, phishing e simili perpetrati su piattaforme mobili. Ma sono i pirati a essere così bravi o la colpa è degli utenti? Una ricerca di Consumer Reports dà una risposta chiara e inequivocabile…

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a cura di Redazione - Sicurezza

Ok, sicuramente le crew di hacker e cracker sono composte da gente che ne sa parecchio, però “l’insicurezza” su smartphone  e tablet sta crescendo troppo rapidamente perché si possa pensare che sia un problema intrinseco ai dispositivi. Infatti, i dati di una ricerca condotta da Consumer Report svelano come il principale problema di sicurezza non stia negli smartphone quanto in chi li tiene in mano. Sono stati intervistati più di 1600 utenti e risultati sono piuttosto allarmanti. Quasi il 40% dei possessori di smartphone non prende alcun tipo di precauzione per la sicurezza del proprio dispositivo. In pratica, trattano lo smartphone esattamente come se fosse un cellulare di venti anni fa. Eppure, nel 2012 ben 5,6 milioni di americani sono stati vittima di accessi non autorizzati ai propri account online, invio fraudolento di sms e problemi simili. La maggior parte degli utenti lascia i servizi di localizzazione attivi senza filtrare alcun contenuto. Come conseguenza, l’1% degli intervistati ha dichiarato di esser stato vittima di stalking da parte di persone che li seguivano monitorando gli spostamenti che apparivano sui social network. Il 7% degli intervistati avrebbe voluto disattivare i servizi di localizzazione, ma non sapeva come fare. 

Non è questo il modo giusto per mettere in sicurezza uno smartphone, ma cercare di spiegare a chi è poco avvezzo alla tecnologia qualcuno dei rischi che si corrono quando si usa uno di questi dispositivi sarebbe doveroso.

Qualche progresso si sta invece verificando tra chi installa app. Circa 48 milioni di americani hanno iniziato a ridurre drasticamente la quantità di app che installano quotidianamente a causa dell’elevato numero di autorizzazioni che queste richiedono. Finalmente qualcuno inizia a rendersi conto che è importante non rilasciare i propri dati senza alcun controllo. Quelli che ancora installano senza ritegno danno la colpa della loro avventatezza alle licenze d’uso troppo lunghe o al linguaggio troppo complicato delle avvertenze. D’altro canto, l’età media degli utenti sta scendendo rapidamente e addirittura già 5 milioni di americani con meno di 10 anni si ritrovano in mano uno smartphone. In questi casi, è difficile riuscire a educare l’utilizzatore a non rivelare informazioni sensibili. La cosa migliore sarebbe quella di dar loro dispositivi protetti da software appositi. Infine, pochissimi degli intervistati ha pensato all’eventualità di cosa accadrebbe in caso di furto o smarrimento del dispositivo, ma di sicuro quel 40% che non ha neanche messo una schermata di blocco, farebbe bene a pensarci.