Smartphone Android diventano dei satelliti: prova superata

Spediti ai confini tra Terra e spazio come dei satelliti, tre Nexus One hanno funzionato senza problemi, permettendo alla NASA di acquisire la certezza che in futuro sarà possibile compiere rilevazioni e altre operazioni senza spendere molte denaro.

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a cura di Pino Bruno

Vecchiotti ma gagliardamente spaziali. Tre smartphone Nexus One sono stati in orbita dal 21 al 27 aprile, come promesso tempo fa. Sono i satelliti più piccoli ed economici lanciati finora nello spazio, pionieri della missione PhoneSat - NASA's Smartphone Nanosatellite. I tre smartphone, opportunamente potenziati, hanno interagito con i radioamatori di tutto il mondo, chiamati a partecipare alla missione di monitoraggio della trasmissione di dati e immagini. I nanosatelliti, infatti, hanno emesso comunicazioni radio sulle frequenze radioamatoriali. A questo link ci sono i dettagli e questo è il cruscotto dal quale i radioamatori hanno potuto operare.

I tre Nexus One sono stati lanciati domenica 21 aprile dalla base spaziale Wallops in Virginia con il vettore Antares/Cygnus. Il volo orbitale si è concluso il 27 aprile, quando i satelliti si sono ridotti in piccoli frammenti nell'impatto con l'atmosfera terrestre. Scopo della missione era verificare se la tecnologia con cui è equipaggiato uno smartphone consumer può essere utile a supportare i sistemi avionici di un satellite. Insomma, la NASA vuole percorrere anche questa strada per ridurre i costi delle attività spaziali.

Va detto che i "vecchi" HTC Nexus One si sono comportati bene e i dati trasmessi sono stati ricevuti da numerose stazioni radioamatoriali terrestri oltre che dal centro di coordinamento PhoneSat di Moffett Field, in California. Ogni smartphone ha svolto il compito di computer di bordo del satellite. I sensori (GPS, accelerometro, giroscopio) sono stati usati per la localizzazione, mentre la macchina fotografica scattava foto della Terra. In questa pagina sono state pubblicate alcune delle immagini inviate. Non molto definite ma comunque suggestive.

Gli smartphone sono stati modificati con una batteria agli ioni di litio e un'antenna di trasmissione più potenti e poi inscatolati ognuno in un cubo metallico. Ovviamente sono state disabilitate le funzioni telefoniche e per la ricezione e l'invio di messaggi di testo. Costo totale dei componenti, meno di settemila dollari. La NASA è soddisfatta dell'esperimento e la missione proseguirà con altri lanci. I radioamatori, dunque, possono tener d'occhio questa pagina.

ringraziamo Pino Bruno per la collaborazione