Software Heritage, la biblioteca mondiale del codice sorgente avrà un centro ricerche a Bologna

"Software Heritage", il progetto che raccoglie e rende accessibile il codice sorgente di tutti i software del mondo, avrà un centro ricerca a Bologna.

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a cura di Dario D'Elia

"Software Heritage", il progetto che punta a raccogliere, archiviare e rendere accessibile il codice sorgente di tutti i software disponibili nel mondo, avrà un centro ricerca a Bologna - esattamente presso la sede locale dell'ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico). Non è casuale il coinvolgimento dell'Agenzia, poiché nel tempo si è distinta nell'elaborazione di modelli previsionali, computing ad alte prestazioni grazie all'ENEA Grid Infrastructure (CRESCO) e nello sviluppo software di altissimo profilo.

"Il Centro ENEA di Bologna non solo contribuirà alla sua sostenibilità a lungo termine: porterà anche la sua esperienza nei Big Data per studiare e analizzare il "Big Code" contenuto in questa libreria di codici sorgente e algoritmi che non ha precedenti", spiega il team di Software Heritage.

Nato su proposta degli informatici italiani Roberto Di Cosmo e Stefano Zacchiroli e con il sostegno dell'Istituto nazionale francese per la ricerca nel campo dell'informatica e dell'automazione (Inria), nonché l'Unesco, "Software Heritage" punta a diventare una sorta di Biblioteca di Alessandria del codice sorgente. Il riferimento storico è calzante poiché il polo ellenico fu a lungo considerata la più grande biblioteca del mondo antico.

Oggi l'obiettivo è di preservare i codici sfruttando una rete di strutture situate in diverse parti del mondo, in modo che collaborino più istituzioni impiegando domini e tecnologie di archiviazione diverse. Il centro di Bologna sarà uno di questi, gestendo una copia degli archivi che oggi contengono più di 6 miliardi di file di codice sorgente unico legati a 90,8 milioni di software sviluppati da 25 milioni di programmatori. Fra questi vi sono codici storici come ad esempio quello del sistema di navigazione dell’Apollo 11 e quello del primo "browser" Mosaic, da cui è poi nato Natscape.

Domani, come anticipa La Repubblica, Roberto Di Cosmo, professore ordinario di Informatica all'università di Parigi e direttore di Software Heritage e Simonetta Pagnutti, della Divisione Ict dell'Enea, presenteranno ufficialmente il progetto in una conferenza stampa a Bologna.