Sony pronta a dire addio alle batterie dopo i portatili-bomba

Sony potrebbe vendere la divisione responsabile della produzione delle batterie agli ioni di litio. In difficoltà, schiacciata dai colossi sudcoreani, questa parte dell'azienda potrebbe essere venduta per 600 milioni di dollari.

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a cura di Manolo De Agostini

Sony sarebbe intenzionata a sbarazzarsi della divisione Energy Devices, raggranellando in tutto 663 milioni di dollari. Secondo Reuters l'operazione dovrebbe rientrare nel tentativo di snellire l'azienda, contenere i costi e concentrarsi sui settori a più alto valore aggiunto. Una decisione che Sony ha preso non appena Kazuo Hirai, precedentemente a capo della divisione giochi, è diventato amministratore delegato di tutto il gruppo.

La strategia dell'azienda nipponica è ormai nota da tempo e si fonda su un maggiore impegno nell'elettronica di consumo, dove Sony ha subito e patito la concorrenza dei rivali asiatici. La vendita della divisione che si occupa della produzione di batterie è una notizia che fa sensazione, dati i trascorsi dell'azienda.

Tornando a qualche anno è infatti impossibile dimenticare la débâcle del 2006, con milioni di batterie richiamate dai produttori di portatili per malfunzionamenti che potevano portare addirittura all'incendio dei prodotti. Fu una vera mazzata per Sony, sia d'immagine che economica, e questo diede modo ad altre realtà di emergere, come i produttori sudcoreani, che ora vantano un volume d'affari di 18 miliardi di dollari all'anno.

La divisione Energy Devices attualmente ha 2700 dipendenti e fattura 1,74 miliardi di dollari all'anno. Nei tre mesi tra luglio e settembre Sony ha prodotto 74 milioni di batterie agli ioni di litio, il 40 percento in meno rispetto al primo trimestre 2008. Un calo che l'ha portata ad avere una quota di mercato pari al 7 percento, decisamente inferiore al 17% di LG Chem, il 21% di Panasonic e il 27% di Samsung.