Sul campo, continua

Recensione - Test della Canon PowerShot G16, ultima nata della fortunata famiglia Canon G.

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a cura di Tom's Hardware

Sul campo, continua

Parlando di rumore agli alti ISO, uno degli argomenti cui i fotografi sono più sensibili, i test effettuati mostrano un comportamento molto buono, soprattutto se rapportato alle dimensioni comunque modeste del sensore. Dal confronto con i modelli precedenti, si nota un sensibile miglioramento introdotto dal sensore CMOS (per chi utilizza la G12, ultimo modello con sensore CCD) e dal processore DIGIC 6. In generale, possiamo dire che quando le condizioni d’illuminazione sono critiche, pur potendo notare la presenza di rumore anche a 800 ISO, ci si può spingere sino a ISO 1600 senza che l’effetto provocato dallo stesso risulti particolarmente fastidioso.

Il sistema di bilanciamento del bianco automatico è molto fedele con la luce naturale, mentre con quella al tungesteno tende ad assumere una tonalità un po’ fredda: meglio allora impostarlo manualmente sul relativo preset per un risultato più gradevole alla vista.

Un appunto che avevamo a suo tempo mosso per la G12 e che confermiamo anche con la G16, è la tendenza a rendere l'incarnato troppo "rosso" quando si scatta con i programmi totalmente automatici. È un effetto chiaramente voluto, perché rende più calda la tonalità della pelle, che scompare utilizzando la macchina nella zona creativa, cioè in P, Av. Tv, M.

Il sistema di messa a fuoco ha fornito ottimi risultati; è rapido ed accurato, anche attivando il Face Detector. Soltanto quando la luce diminuisce, si nota un lieve allungamento del tempo necessario per la messa a fuoco, ma è un fatto scontato e ben noto.

Non contenti, abbiamo voluto verificare la capacità di messa a fuoco su soggetti in rapido movimento (AF continuo) catturando una sequenza d'immagini alla massima risoluzione/qualità a 1/500 sec. in AE a priorità dei tempi.

L’otturatore è riuscito a scattare 38 immagini in 7 secondi per una media di 5,42 fps di cui soltanto tre o quattro fuori fuoco (combinazione le ultime della sequenza, quando i soggetti erano particolarmente vicini al punto di ripresa). Vi è dunque una corrispondenza eccezionalmente precisa con quanto dichiarato dal costruttore, cioè 5,7 fps con AF attivato che diventano 9,3 fps con MAF fissa sul primo fotogramma e addirittura 12 fps se ci si accontenta di soli 5 fotogrammi.

Esempio di scatto con le nuove modalità "Star".

Come già accennato, anche il tempo di ritardo dell’otturatore è trascurabile, rendendo di fatto più piacevole l’uso della macchina. Oltretutto, l’inquadratura dell’immagine è sempre agevole grazie al luminoso monitor caratterizzato da un elevato angolo di visuale; soltanto quando la luce esterna è forte, la visibilità diminuisce notevolmente e rende quasi impossibile leggere i dati numerici sul display. Il mirino ottico può tornar comodo in questi casi.

La livella elettronica bidimensionale di cui è dotata la G16 facilita la realizzazione di scatti perfettamente orizzontali e verticali; può essere tarata ed ha un funzionamento molto sensibile, pertanto la messa in bolla richiede un attimo di pazienza.

Nella media la durata della batteria, pari a circa 360 scatti nel modo normale e 480 scatti in eco, pur con una capacità di soli 920 mAh. L’indicatore della carica non ha però un andamento proporzionale alla quantità di energia residua.

Ottimo ed affidabile il sistema esposimetrico; utilizzando la misurazione valutativa della luce, non siamo mai incorsi in sovra o sotto esposizioni legati ad errori nella lettura della luce, segno che l’algoritmo utilizzato è molto avanzato.

Disponibili numerosi accessori, tra cui una custodia subacquea e un teleconverter 1,4x.

Il flash di pop-up è sufficientemente potente per illuminare un locale di medie dimensioni che si trova completamente al buio e infatti ha un raggio d’azione che arriva a 5 m; offre un’esposizione accurata e un piacevole bilanciamento del bianco da non far rimpiangere troppo la luce naturale. Attenzione però agli occhi rossi! Riesce a sincronizzarsi sino a 1/2000 sec., mentre utilizzando un Canon Speedlite esterno si scende a 1/250 sec.

Da ultimo, non resta che parlare della modalità movie; già sulla carta la G16 offre molto da questo punto di vista. Può infatti registrare in Full HD a 60 e 30 fps, in HD a 1280 x 720 pixel di risoluzione e a 640 x 480 pixel (30 fps) per filmati "leggeri" adatti per essere caricati sul web. Disponibile anche il modo Filmato Rallentato a 120 e 240 fps, con risoluzioni però piuttosto basse. Il tipo di file generato è MP4 per il video e MPEG2 AAC-LC per l’audio. Inoltre, possono essere applicati alcuni effetti speciali anche ai filmati.

Durante la nostra prova sul campo, abbiamo innanzitutto costatato l’efficace funzionamento dell’autofocus a contrasto, in grado di seguire bene e senza particolari incertezze anche soggetti in movimento (abbastanza) rapido. Non ha la velocità paragonabile a quella di un sistema a rilevazione di fase come quello utilizzato sulle reflex Sony Translucent, tuttavia è caratterizzato da un funzionamento dolce e progressivo che ben si addice a questo scopo. Registrando a 60 fps, i movimenti dei soggetti sono fluidi e la qualità in generale ottima, anche quella dell’audio. Soltanto nelle riprese in situazioni ad elevato contrasto, si nota la tendenza a saturare le alte luci.

Infine, segnaliamo la pressoché totale assenza di rumori legati al motore dello zoom, a tutto vantaggio della piacevolezza del risultato finale.