Corpo macchina

Recensione - Test della Canon PowerShot G16, ultima nata della fortunata famiglia Canon G.

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a cura di Tom's Hardware

Corpo macchina

La Canon PowerShot G16 misura 108,8 x 75,9 x 40,3 mm; rispetto ad altri modelli della concorrenza o alla PowerShot S120 della stessa marca, che adotta il medesimo sensore, è quindi più alta poiché alloggia un mirino ottico sopra al monitor posteriore. Personalmente non siamo dei fan delle dimensioni ultra-compatte, che spesso portano a sacrificare l'ergonomia; al contrario, troviamo che questa compatta Canon rappresenti un ottimo compromesso fra dimensioni fisiche e versatilità.  

Un plauso per l'impugnatura, con l'indice che cade in posizione naturale sopra al pulsante di scatto e il pollice in verticale al lato destro del monitor. Il grip è così efficace e sicuro, anche utilizzando una sola mano.

Sul lato frontale della G16 spicca l'obiettivo collassabile, la finestrella del mirino e l'illuminatore AF, oltre alla piccola ghiera (in alto a sinistra nella foto) che permette di variare i parametri dell'esposizione. La baionetta alla base dell'obiettivo consente di montare sullo stesso un certo numero di accessori – lenti di conversione, adattatori per i filtri ecc. – oltre ad un utile paraluce (mod. TC-DC58E FRA w HOOD).

Il lato superiore comprende il pulsante di accensione e quello di scatto con coassiale la levetta dello zoom motorizzato, efficace nello svolgere la sua funzione e senza quei "rimbalzi" riscontrabili invece sulla G12.

Belle le doppie ghiere parzialmente sovrapposte; quella superiore permette di scegliere il modo di funzionamento, quella inferiore d'effettuare la compensazione dell’esposizione (± 3 EV).

I programmi di funzionamento sono quelli classici, comprendono ovviamente la possibilità di lavorare in manuale e su di essi non ci soffermeremo particolarmente, dato il significato piuttosto ovvio. A parte la modalità Auto Ibrida, riconoscibile dall’apposita icona verde con la scritta "A", che permette di realizzare un breve filmato del giorno scattando delle foto. In pratica, la fotocamera registra filmati di scene da 2 a 4 secondi prima di ogni scatto, che vengono poi raggruppati in un video diario.

Fra le varie scene (SCN) selezionabili manualmente dall’utente, segnaliamo in particolare l’HDR e la ripresa del cielo stellato (Star). L’HDR è implementato – dal punto di vista funzionale – in maniera semplice e del tutto automatica, con auto-allineamento degli scatti.

La macchina dispone anche di correzione automatica e manuale della gamma dinamica e della correzione automatica dell’ombra; nella maggior parte dei casi pratici, ci si potrà affidare a queste funzioni per ottenere risultati ben bilanciati nelle situazioni di forte contrasto.

La scena Star, con tre diverse preselezioni – Star Nightscape, Star Trails e Star Film Time-lapse – permette agli utenti di fotografare, in diverse maniere, il cielo stellato. Detto così sembrerebbe una banalità, in realtà si tratta di una funzione molto più sofisticata di quanto si pensi. Nel modo Star Trails, ad esempio, la macchina registra in un’unica immagine le strisce create dal movimento delle stelle nel cielo, secondo una sessione di shooting di circa 2 ore in cui la macchina esegue scatti di continuo. Ancora più interessante il modo Star Film Time-lapse, dove le foto delle stelle sono riprese consecutivamente (alla cadenza di 1 minuto) in un arco di tempo specificato e combinate assieme per creare un filmato. Il risultato finale è quello di vedere le stelle muoversi rapidamente, osservandone il movimento in un tempo breve.

Completano la parte superiore del corpo macchina il contatto hot shoe per il flash, che permette di utilizzare in modalità E-TTL gli Speedlite Canon, e il flash di pop-up estraibile mediante la relativa levetta.