Sviluppo della fibra italiana: Metroweb non salverà la patria

Metroweb ha avviato la campagna acquisti delle municipalizzate: parte con i 400 km di fibra della bresciana Selene. Le infrastrutture saranno sviluppate per rispondere alle esigenze dei settori di mercato più remunerativi. Intanto la politica locale si interroga sulla cessione degli asset strategici.

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a cura di Dario D'Elia

Brescia è la prima pedina dello scacchiere broadband di Metroweb, ma quel che sembrava un grande piano per il paese oggi appare esclusivamente un'ottima mossa per gli interessi di una singola azienda. La controllata del fondo infrastrutturale F2i, il cui presidente Franco Bassanini è anche a capo della Cassa Depositi e Prestiti, punta a sviluppare il broadband italiano con il beneplacito di Telecom Italia. L'idea è quella di procedere nel tempo con l'acquisizione delle municipalizzate (di rete) locali. 

"Penso a tante piccole Metroweb locali, per esempio in città come Bergamo, Brescia, Genova o Piacenza, dove entreremo in trattativa con le utilities del posto", spiegava l'amministratore delegato F2i Vito Gamberale a ottobre. "C'è anche tutta la fibra di Iren, la società derivante dalla fusione tra Iride (le municipalizzate di Genova e Torino) e l'emiliana Enìa. Partiremo con un lento shopping. Vorrei riuscire a costituire un paio di società all'anno. Sarebbe un buon risultato".

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Ebbene, Metroweb sta trattando con l'ex municipalizzata di Brescia A2A per acquisire la rete in fibra di 400 km gestita da Selene. Si parla esattamente di circa 30 milioni euro in cambio della fibra spenta: la società milanese punta insomma a diventare una piccola Telecom Italia, e lavorare quindi nel business-to-business. Insomma vuole come clienti sopratutto i provider, non gli utenti finali.

Stando a quanto riporta Il Corriere della Sera, edizione di Brescia, "questa fase esplorativa dovrebbe consentire a Metroweb di capire quali sono i servizi più richiesti, dal commercio elettronico alla logistica, e alle aziende clienti quali sono i concreti vantaggi che possono trarre dalla banda ultralarga". In ogni caso le infrastrutture saranno sviluppate per rispondere alle esigenze di quei settori di mercato più remunerativi: prima le aziende e poi gli uffici, solo alla fine il segmento domestico.

Metroweb non salverà la patria e certamente non darà una risposta al digital divide. Ovviamente non si può fargliene una colpa (si tratta pur sempre di una società privata), ma stupisce che la Cassa Depositi e Prestiti l'abbia premiata, affossando il Tavolo Romani

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"Su Metroweb confermiamo la nostra disponibilità ad investire, ma ad oggi non abbiamo visto niente di concreto, mentre occorre giudicare su un vero piano industriale", ha dichiarato l'amministratore delegato di Vodafone Italia Paolo Bertoluzzo. 

"Leggiamo di un piano industriale che parla fondamentalmente di un progetto per Milano, relativo a una rete in banda larga per gli operatori alternativi [...] questo è legittimo nella visione di un'azienda privata, ma totalmente incompatibile con la prospettiva che proiettava Metroweb in un progetto di piattaforma per il paese". 

Per di più la strategia basata sull'acquisizione delle reti delle municipalizzate sta alzando un polverone nelle amministrazioni locali. Ad esempio, proprio a Brescia il Gruppo consiliare del Partito Democratico sta stigmatizzando la politica di cessioni attuata da A2A negli anni.

"Dapprima si è iniziato con la rete elettrica ad alta tensione in Città, sul Garda e in Valsabbia, ceduta a Terna, poi si è proseguito con la rete idrica di Bergamo, ceduta ad Uniacque, fino ad arrivare ad oggi, con la prospettiva di cedere la pregiata rete a fibra ottica a Metroweb", ha ricordato il consigliere Federico Manzoni, primo firmatario dell'interrogazione.

"La cessione delle reti non solo depaupera il patrimonio aziendale, sottraendo ad A2A un asset in grado di garantire redditività costante, ma indebolisce il rapporto con il territorio, che risulta privato di un efficace presidio".

Effettivamente se Brescia ha avuto la felice intuizione di approfittare dei lavori per il teleriscaldamento per realizzare la rete in fibra ottica, perché non valorizzare in autonomia quell'investimento? Impossibile pensare a un asset più strategico. E infatti Metroweb e Telecom Italia lo sanno bene.

L'ultima nota non può che riguardare la bozza del maxi-emendamento della Legge di stabilità: l'ultima versione non contiene più alcune riferimento al broadband.