Telecom Italia promette i 100 Megabit in 99 Comuni

Franco Bernabè ieri ha confermato che entro il 2012 il 25% della popolazione sarà raggiunto da un servizio Internet a 100 Megabit. Si parla dell'utilizzo di tecnologie miste rame-fibra. Digital Divide risolto entro il 2013.

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a cura di Dario D'Elia

Telecom Italia ha promesso al Governo che entro il 2014 il 25% della popolazione sarà raggiunto da connessioni a 100 Megabit. Ieri durante l'audizione alla Commissione Trasporti e Telecomunicazioni, il presidente esecutivo Franco Bernabè, ha presentato i nuovi progetti Telecom contro il digital divide e lo sviluppo della banda ultralarga basato su fibra e rame. Si parla di due momenti distinti che comunque coinvolgeranno 99 Comuni.

"Nella prima, la fibra raggiunge gli armadi della rete di distribuzione, realizzando un'architettura FTTCAB (Fibre To The Cabinet) e rendendo disponibile a tutti i clienti collegati all'armadio connessioni con velocità da 30 ad oltre 50 Mega; nella seconda, la fibra raggiunge gli edifici e le singole unità immobiliari, realizzando una architettura FITH (Fiber To the Home)", ha spiegato il dirigente. Ovviamente i 100 Megabit saranno serviti solo a i fortunati cittadini che vantano una configurazione fiber to the home, quindi quelle che vivono nelle aree più remunerative.

Bernabè

Negli altri casi si punterà al vectoring su VDSL2, cioè una tecnologia che, ad esempio nella soluzione Alcatel Lucent, consente di raggiungere i 50 Mbps su rame alla massima distanza di 800 metri, e i 100 Mbps sui 400 metri. Ovviamente si parla sempre di prestazioni limite teoriche, bisognerà poi rilevare sul campo la realtà dei fatti. Per quanto riguarda invece il digital divide, e quindi la disponibilità di accessi ADSL fisici da almeno 640 kbit/s, si parla di una copertura del 98% della popolazione entro il 2013. Oltre questa soglia pare che non si possa prescindere dall'intervento dello Stato.

Durante l'audizione c'è stato anche un momento di attrito tra i massimi dirigenti di Telecom Italia e Fastweb. Se da una parte Bernabè ha sbandierato gli investimenti sui ricavi - 14,3% al netto della gara LTE e comunque superiori alla media europea, dall'altra Alberto Calcagno, direttore generale di Fastweb, ha ricordato che è "essenziale riequilibrare le risorse nel mercato delle telecomunicazioni fisse" e che "nessun operatore di rete fissa in Italia, tranne Telecom Italia, genera cassa".

I sogni son desideri

"L'aumento dei prezzi all'ingrosso per la banda larga, il canone per l'affitto da Telecom Italia dell'ultimo miglio, il cosiddetto unbundling, e il prezzo del bitstream, che è stato deciso da Agcom a partire del 2008, in controtendenza rispetto al resto di Europa, ha determinato un peggioramento delle condizioni competitive del mercato delle telecomunicazioni fisse", ha tuonato Calcagno. 

Gli investimenti per lo sviluppo dei due operatori TLC procede, però entrambi lamentano, sebbene da fronti diversi, l'inefficacia dei regolamenti. Da una parte non piacciono le imposizioni legate alla fibra spenta e al cablaggio verticale (Telecom) dall'altra si chiede di favorire la concorrenza nel mercato. Insomma, AGCOM pare aver davvero aver scontentato tutti con il suo nuovo regolamento sulla fibra.

A nostro parere gli unici dati che non possono essere sconfessati riguardano le prestazioni dei servizi ADSL (Italiani su Internet a 4 Mbps, non male se fosse vero) e la diffusione broadband. Nel primo caso è risaputo che le offerte dei vari provider non corrispondono neanche lontanamente a quanto promesso (Le ADSL a 20 Mega italiane in verità vanno a 7 Mbps). Nel secondo, è difficile poter credere che il digital divide si possa annullare portando connessioni da 640 kbit/s. Però siamo fiduciosi: l'LTE potrebbe davvero mettere una toppa a quest'ultimo problema.