Le TV 8K esistono e c'è chi le compra. Sebbene ne possieda una in studio, il suo utilizzo è legato più a questioni di test che a un semplice uso quotidiano. La domanda, quindi, sorge spontanea: servono veramente questi televisori? In quali condizioni rappresentano solo soldi buttati, senza che si possa notare la differenza rispetto a un 4K? Quanto deve essere veloce la connessione a internet per gestire uno streaming video in 8K? E collegandoci una console, si ottengono vantaggi o solo problemi? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste e ad altre domande.
Cos'è una TV 8K e cosa cambia rispetto al 4K
Senza dilungarci su informazioni ormai note, è sufficiente fornire qualche numero per inquadrare il tema. Un pannello 8K offre una risoluzione di 7680 x 4320 pixel: quattro volte quella del 4K e ben 16 volte quella del FullHD. È chiaro che, con una simile densità di pixel, un'immagine su una TV 8K ha la potenzialità di creare un'esperienza visiva molto più convincente rispetto al 4K, e nettamente superiore alla risoluzione 1080p.
Tuttavia, il salto qualitativo non è lineare. Se il passaggio da HD a 4K è evidente, la differenza tra 4K e 8K diventa percepibile solo in condizioni specifiche: schermi superiori ai 75 pollici e distanze di visione molto ravvicinate. Esiste, però, un limite a quanto vicino si possa guardare la TV.
Limite degli umani e benefici dell'8K
Il nostro occhio umano ha limiti fisiologici nella percezione dei dettagli che, chiaramente, non possono essere ignorati in un'analisi come questa. La retina umana, con i suoi fotoricettori (coni, bastoncelli e via discorrendo), può distinguere un numero finito di dettagli a una determinata distanza.
Quello che dobbiamo chiederci è: a quale distanza l'occhio umano smette di distinguere i singoli pixel? Ad esempio, l'8K mostra vantaggi tangibili rispetto al 4K solo su schermi superiori agli 85 pollici, osservati da circa 2 metri di distanza. Al di sopra di questa distanza, cioè se mettiamo la TV più lontano, i pixel aggiuntivi diventano invisibili perché l'occhio umano non riesce a vederli.
Ma pensiamo a una TV da 85 pollici a 2 metri: potrebbe risultare un pochettino grande, no? Un pochettino troppo ravvicinata. Ecco, questo è un paradosso da tenere in considerazione. Per avere un beneficio in termini di qualità percepita, una TV 8K non dovrebbe stare troppo distante. Più è piccola, più deve stare vicino; più è grande, più vorremmo guardarla da lontano, ma più ci allontaniamo, più perdiamo i benefici di una risoluzione così elevata. Questo è uno dei principali problemi dell'8K, se consideriamo i reali benefici rispetto al 4K e teniamo in considerazione la dimensione delle TV 8K in commercio, che chiaramente tendono ad essere più grandi rispetto a quelle 4K.
Un altro aspetto raramente discusso è quello dell'acuità visiva. Non tutti possiedono una vista di 10 decimi e molti spettatori, chiaramente, portano occhiali o lenti a contatto. Ecco, per questi utenti i vantaggi dell'8K potrebbero essere ulteriormente ridotti, rendendo la differenza rispetto a un buon display 4K praticamente impercettibile anche in condizioni ideali.
Quindi, al di sotto delle condizioni ottimali, il 4K upscalato può risultare indistinguibile dall'8K nativo, rendendo l'investimento in questa tecnologia praticamente superfluo per molti consumatori.
Contenuti nativi 8K: esistono davvero?
Qualcuno potrebbe dire che il vero problema dell'8K sia la mancanza di contenuti. In realtà, il problema più grande rimane quello descritto finora; la carenza di contenuti non fa altro che amplificarlo. Le principali piattaforme di streaming come Disney+, Amazon Prime Video o Apple TV+ non offrono ancora librerie consistenti di contenuti in 8K, concentrandosi piuttosto sul miglioramento della qualità del 4K con l'aggiunta dell'HDR avanzato.
Servizi dedicati, come alcuni canali YouTube che supportano l'8K, sono spesso limitati da codec obsoleti che richiedono connessioni internet ultra-veloci. Lo streaming 8K richiede un'enorme quantità di dati, con file che possono facilmente superare i 100GB per un film di circa due ore. Anche l'industria cinematografica fatica a produrre contenuti in 8K. Sebbene esistano da anni telecamere professionali capaci di registrare a questa risoluzione, i costi di produzione, post-produzione e distribuzione rimangono proibitivi. A Hollywood, la maggior parte delle produzioni avviene ancora in 4K o 6K, con rare eccezioni per film ad altissimo budget.
Il settore del broadcast televisivo è ancora più indietro. Nessun canale tradizionale trasmette in 8K in Europa o Nord America, e le sperimentazioni condotte in Giappone non hanno generato un effetto a catena a livello globale.
Upscaling e qualità percepita
Se non ci sono contenuti 8K, non possiamo semplicemente "upscalare" un contenuto 4K? La risposta è sì, ma i risultati sono altalenanti. Rispetto al passato, l'upscaling oggi è più efficiente: non si tratta più solo di "stirare" l'immagine applicando algoritmi per evitare l'effetto pixelato. Oggi esistono algoritmi basati su intelligenza artificiale che individuano elementi nella scena e ricostruiscono l'immagine, in modo simile a quanto accade nei videogiochi con le tecnologie di super sampling.
Tuttavia, l'efficacia dipende dalla qualità della sorgente. Un Blu-ray 4K upscalato può avvicinarsi in modo sorprendente all'8K nativo, specialmente in scene con pochi movimenti rapidi. Al contrario, un 4K a basso bitrate o risoluzioni inferiori, se upscalati, possono dare risultati molto discutibili. Dai test effettuati, la differenza tra un 8K nativo e un 4K upscalato non è così visibile; anzi, serve un confronto continuo per notarla. Non è come passare dal Full HD al 4K, soprattutto se si considerano le problematiche legate alla distanza di visione.
Dimensioni dello schermo e distanza di visione
Approfondiamo la relazione tra dimensione dello schermo e distanza di visione. Questa relazione non è un'opinione, ma si basa su precisi calcoli ottici e fisiologici. Per apprezzare la differenza tra 4K e 8K, bisognerebbe posizionarsi:
- A un massimo di 1,5 metri da uno schermo da 65 pollici
- A un massimo di 1,80 metri da uno schermo da 75 pollici
- A un massimo di 2,10 metri da uno schermo da 85 pollici
Questi valori, calcolati per un occhio umano sano, derivano da calcoli sull'angolo visivo. Oltre queste distanze, l'occhio non distingue più i pixel aggiuntivi, vanificando il costo dell'investimento. Il problema è che queste distanze sono irrealistiche. Per molti risulteranno eccessivamente ravvicinate, tanto da non riuscire a vedere lo schermo nella sua interezza.
Inoltre, pensando ai nostri ambienti domestici, uno schermo da 85 pollici verrebbe probabilmente inserito in un ambiente ampio, con divani e poltrone posizionati a una distanza naturale ben maggiore. In un tipico salotto, la distanza media dal divano al televisore è di circa 3 metri. A questa distanza, anche su un enorme schermo da 85 pollici, non si noteranno differenze apprezzabili tra 4K e 8K.
Altre limitazioni
Le TV 8K richiedono porte HDMI 2.1 per supportare la banda necessaria a trasmettere segnali 8K a 60Hz. Qualsiasi dispositivo collegato, come lettori Blu-ray o console, deve supportare lo stesso standard, cosa non ancora scontata.
Per il gaming in 8K, servono schede grafiche potentissime, con prezzi che superano facilmente i 1000 euro, e nemmeno queste riescono a gestirlo in modo nativo con dettagli alti. L'infrastruttura di rete domestica è un altro collo di bottiglia: sono necessari router Wi-Fi di ultima generazione e cavi Ethernet di categoria elevata. I servizi di streaming in 8K, per quanto rari, richiedono connessioni di almeno 50Mbps stabili.
Anche lo spazio di archiviazione diventa un problema. Un film in 8K può occupare dai 100 ai 200GB, rendendo necessari hard disk molto capienti per chi utilizza server locali.
Gaming in 8K
Partiamo da un presupposto: le attuali console di punta, PlayStation 5 e Xbox Series X, supportano teoricamente l'output 8K, come indicato sulle confezioni. La realtà, però, è un'altra. Nessun gioco su queste piattaforme viene renderizzato nativamente a tale risoluzione. Microsoft e Sony hanno intelligentemente privilegiato un frame rate più elevato. La maggior parte dei titoli "tripla A" gira in 4K dinamico, scendendo spesso a risoluzioni inferiori per mantenere 60fps stabili. Le modalità "qualità" raramente offrono un 4K nativo a 30fps, figuriamoci l'8K.
Sul fronte PC, la situazione non è molto diversa. Anche i computer più potenti faticano, o più semplicemente non riescono, a gestire i giochi AAA in 8K a 60fps. Tecnologie come il DLSS di Nvidia e l'FSR di AMD tentano di colmare questo divario, ma il risultato è un compromesso visivo, non una vera grafica 8K nativa. Il gaming in 8K, quindi, è un miraggio per la quasi totalità degli utenti. Lo standard a cui tutti puntano oggi è un solido 4K con frame rate elevati.
Rapporto qualità/prezzo
Oltre a tutto quello che vi ho raccontato, cosa manca? I soldi. Il fattore economico è un ostacolo alla diffusione degli 8K. Lo dico perché la difficoltà di adozione è direttamente proporzionale a tutto il resto. Cioè, in altre parole, perché l'industria dovrebbe prodigarsi ad alzare la risoluzione delle produzioni e dei contenuti, se tanto pochissima gente potrebbe trarne vantaggio, perché pochissima gente compra TV 8K?
Un televisore 8K costa in media il doppio di un modello 4K di pari dimensioni e con tecnologie simili. E stiamo parlando di migliaia e migliaia di euro, che diventano anche una decina di migliaia di euro se andiamo su dimensioni grosse, dagli 85 pollici in su.
I produttori giustificano questo prezzo premium con tecnologie accessorie che accompagnano l'8K. In altre parole, si tratta di un bene di lusso ed è quindi giusto equipaggiarlo con tutte le tecnologie più costose in commercio: pannelli mini-LED con migliaia di zone di local dimming, processori neurali più potenti per la gestione delle immagini, sistemi audio integrati avanzati, design premium con bordi sottilissimi o materiali di qualità per la costruzione.
Il futuro dell’8K
È quindi chiaro che, allo stato attuale, l'8K è uno sfizio da "early adopter" o, se volete dirlo diversamente, qualcosa di veramente poco fruibile in termini di differenze reali rispetto al 4K. Ma potrà mai diventare uno standard, considerando che i limiti fisici della percezione umana non cambieranno?
Io credo che l'8K diventerà il futuro. Nonostante il miglioramento della qualità percepita sarà limitato rispetto al 4K. Con lo sviluppo di codec più efficienti e il potenziamento dei sistemi di produzione, creare contenuti diventerà più facile. A quel punto, il marketing vincerà. Ci diranno che le partite di calcio saranno in 8K, che Netflix offrirà contenuti in 8K, e così, molto lentamente, diventerà uno standard.
E in quel momento vivremo nell'era dell'8K, come oggi viviamo nell'era del 4K, anche senza però che nell'era dell'8K ci siano benefici reali. Perché gli unici benefici reali li avrà chi potrà permettersi una TV 8K di grandi dimensioni. Sto parlando dai 100 pollici in su. E nonostante anche in questa situazione i benefici rispetto al 4K saranno limitati (perché chiaramente più aumenta la dimensione, più aumenta la distanza naturale a cui vorremo guardare la TV), almeno ci sarà un minimo di beneficio in più rispetto ad avere l'8K su schermi della metà di questa diagonale.
Quindi, in altre parole, l'8K oggi è tutt'altro che necessario e probabilmente continuerà a non essere necessario anche in futuro, perché anche eliminando le problematiche tecniche o la mancanza di contenuti nativi, la verità è che nei contesti classici in cui noi guardiamo la TV, passando dal 4K all'8K non ci sono reali vantaggi. Soprattutto oggi, ha senso optare per una TV 8K solo se la troverete allo stesso prezzo di una 4K, cosa abbastanza improbabile.
Quindi amici miei, comprate una bella 4K, andate tranquilli, anche se si parla di schermi di grandi dimensioni.