TV, il telecomando con i numeri deve sparire oppure no? (sondaggio)

CRTV e AIRES si appellano ai produttori di TV affinché non eliminino i tastierini numerici sui telecomandi, tenendo conto delle preferenze degli utenti e proteggendo le emittenti tradizionali. Propongono di dare ai consumatori la possibilità di scegliere o di fornire sostituzioni economicamente vantaggiose invece di imporre i tastierini numerici.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Confindustria Radio Televisioni (CRTV) e Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati (AIRES) stanno lanciando un appello ai produttori di televisori, per “non abbandonare i telecomandi con tastiera numerica".L’appello riprende i contenuti di una delibera AgCom dello scorso gennaio, con cui si promuove una consultazione pubblica sul tema.

Le questioni sul tavolo sono diverse e trovare un equilibrio potrebbe non essere facile. Da una parte i produttori di TV stanno cercando di modernizzare la loro offerta, e i telecomandi di nuova generazione sono utili a questo scopo. Alcuni (Sony, TCL) già mettono un secondo telecomando nella scatola, ma non è una pratica comunque e sicuramente rappresenta un costo aggiuntivo.

Poi ci sono gli utenti: moltissimi italiani, magari i meno giovani, sono abituati al modello di TV classica, detta TV lineare: è quella in cui si preme un numerino e si raggiunge il canale desiderato. Trovarsi senza i numeri sul telecomando può essere spiazzante, senz’altro, e di certo non possiamo pensare di dire all’anziana zia che deve imparare; sarebbe un vero e proprio abuso.

E infine c’è il classico protezionismo all’italiana: la TV è un’industria che muove parecchi miliardi, e le emittenti potrebbero perdere pubblico se agli utenti si propone un nuovo modo di guardare e usare la TV, basata sul modello on demand e sullo streaming.

Insomma, potrebbe succedere che qualcuno decida di guardare Netflix invece del solito programma. Una paura forse fondata, ma non è che il liberismo e la concorrenza siano concetti che si accendono e si spengono a seconda del momento. Stiamo passando tutti allo streaming, e le emittenti storiche hanno o dovrebbero avere le loro app di streaming; se non ce l’hanno è solo colpa loro e hanno poco a lamentarsi. E se ce l’hanno ma gli spettatori vanno comunque altrove, dovranno farsi due domande sulla qualità della loro offerta, no?

La TV Lineare, e rappresenta ancora il pubblico più vasto e gli interessi economici più rilevanti. Dall’altra parte ci sono i più giovani e i “più moderni”, quelli che non hanno l’antenna, che non sanno che farsene di tutti quei numeretti.

Io per esempio adoro il telecomando Samsung, quello con ricarica solare e porta USB-C. E non amo particolarmente il telecomando del mio (altrimenti amatissimo) Sony A80J, che è ancora di vecchia generazione e ha quei fastidiosi numeri; e detesto il fatto che non sia retroilluminato.

Comunque, per CRTV e AIRES la tastiera numerica “rappresenta ancora oggi un elemento essenziale per soddisfare tutti i requisiti di inclusione digitale a 360 gradi”. Si tratta di proteggere le vecchie emittenti, alcune delle quali hanno costruito la propria identità sul numero del telecomando, come La7. Ma si tratta anche di non creare problemi agli utenti non troppo avvezzi alla modernità.

CRTV e AIRES propongono di garantire che si possa scegliere quale telecomando avere, o che si possa chiedere la sostituzione "a costo zero o a prezzo calmierato". Una proposta che AgCom potrebbe accogliere, e che magari è un’alternativa migliore rispetto all’idea - anch’essa sul tavolo - di rendere obbligatorio il tastierino numerico.