Twitter e Facebook, pugno di ferro contro le fake news cinesi

Twitter e Facebook hanno annunciato di aver eliminato centinaia di account e pagine provenienti dalla Cina e responsabili di diffondere fake news sulla situazione di Hong Kong. Twitter inoltre non accetterà più pubblicità provenienti da media controllati dallo Stato.

Avatar di Alessandro Crea

a cura di Alessandro Crea

Nelle scorse ore sia Twitter che Facebook hanno preso provvedimenti per limitare la diffusione di fake news sulla situazione a Hong Kong, cancellando centinaia di pagine e account provenienti dalla Cina e, nel caso di Twitter, annunciando anche il blocco a pubblicità provenienti da media controllati dallo Stato.

In particolare, Twitter avrebbe sospeso ben 936 account che sarebbero stati legati alla campagna di disinformazione cinese contro i manifestanti di Hong Kong, mentre Facebook, dietro suggerimento della stessa Twitter, dopo aver effettuato dei controlli ha ‎annunciato di aver rimosso sette pagine e aver sospeso tre gruppi e cinque account, tutti coinvolti in attività di disinformazione e parte di una rete di piccole dimensioni che svolgeva attività coordinate di spam e diffusione di fake news focalizzate su Hong Kong.

"Essendo Twitter bloccato in Cina, ‎molti di questi account utilizzavano connessioni VPN per postare su Twitter", si legge sul blog ufficiale del social network. "Tuttavia, alcuni account hanno effettuato l'accesso tramite specifici indirizzi IP non bloccati situati nella Cina continentale" Secondo Twitter gli account bloccati costituivano la gran parte della rete attiva in questo tipo di attività, ma una rete assai più vasta, di circa 200mila account, sarebbe stata sospesa proattivamente, prima ancora di essere entrata in funzione sul servizio.

" ‎Lavoriamo costantemente per riconoscere e bloccare questo tipo di attività perché non vogliamo che i nostri servizi vengano utilizzati per manipolare le persone. Stiamo rimuovendo queste pagine, gruppi e account in base al loro comportamento, non ai contenuti che hanno pubblicato" Ha invece spiegato Facebook sul proprio blog. "‎Stiamo facendo continui progressi nello sradicare questo tipo di abusi, ma come abbiamo detto prima, è una sfida continua. Ci impegniamo a migliorare continuamente per stare al passo. Ciò significa costruire una tecnologia migliore, assumere più persone e lavorare più a stretto contatto con le forze dell'ordine, esperti di sicurezza e altre aziende".

Twitter infine, in risposta ad alcune critiche mosse nei giorni scorsi ‎dal sito di social media Pinboard, secondo cui la Cina stava usando Twitter per diffondere post dai media statali che screditavano le proteste, ha preso la drastica decisione di non ospitare più pubblicità provenienti da media controllati dallo Stato. La decisione sarà applicata a tutti i media, e Twitter è stata assai attenta in questo caso a parlare genericamente, senza mai nominare direttamente la Cina.

‎‎"Notificheremo direttamente alle entità interessate la nostra decisione nei prossimi giorni, dopodiché i diretti interessati avranno 30 giorni per interrompere la distribuzione dei propri contenuti pubblicitari, dopodiché applicheremo unilateralmente le nostre nuove policy", si legge sul blog Twitter. "Nel frattempo, non saranno consentite nuove campagne e applicheremo rigorosamente le nuove policy. I media interessati saranno comunque liberi di continuare a utilizzare il proprio account Twitter per partecipare organicamente alla conversazione pubblica, fin quando saranno conformi alle nostre regole".