Gli utenti Megaupload saranno costretti a pagare per rimettere le mani sulle rispettive cartelle personali e backup. Questa la posizione della Procura statunitense che si sta occupando del caso. Come abbiamo anticipato a marzo il costo giornaliero dei server che ospitano i file è di circa 9mila dollari al giorno, e quindi qualcuno dovrà farsene carico.
L'Electronic Frontier Foundation che si è mossa immediatamente, per far rispettare i diritti degli utenti (legali), ha depositato una mozione a marzo per sbloccare la situazione. Il problema non è tanto legato al permesso di accedere ai dati - che la corte riconoscerebbe senza problemi - ma al conto che è rimasto da pagare.
Megaupload
La questione è che il processo di identificazione, copia e restituzione dei dati sarebbe carissimo. Le parti lese ovviamente vorrebbero che Megaupload, il gestore dei server Carpathia o chiunque altro si facesse carico della spesa. È il caso ad esempio di Kyle Goodwin, un reporter dell'Ohio che proprio nei giorni del sequestro non ha potuto recuperare tutto il suo lavoro a seguito di un crash del suo PC.
Ora, la via più semplice sarebbe quella di denunciare Megaupload o Carpathia che effettivamente hanno violato i termini di servizi e il contratto in essere. Ma montare una causa in questo momento potrebbe essere affrettato e in ogni caso costoso.
Insomma, è proprio una beffa per il povero consumatore e ancora di più per il settore. Sarà bene fare molta attenzione alle società a cui si affidano i propri backup.