Vodafone Italia non ci sta ad assistere al balletto dello scorporo di Telecom Italia senza dire quello che pensano molti. "Telecom ha annunciato una riorganizzazione societaria interna, mantenendo il 100%. Una scelta legittima che non incide né sulla concorrenza, né sullo sviluppo", ha dichiarato Paolo Bertoluzzo, AD di Vodafone Italia e Sud Europa, a La Repubblica.
"Troviamo inopportuno che quest'operazione sia condizionata all'alleggerimento delle regole. Se in una seconda fase, Cassa Depositi e Prestiti entrasse con un piano di sviluppo proponendo una governance indipendente allora la prospettiva sarebbe positiva e Vodafone, se richiesta, sarebbe pronta a investire".
Paolo Bertoluzzo
Effettivamente l'operazione di separazione delle infrastrutture di rete dai servizi è una sorta di progetto programmatico, più che un cambio di spartito. Telecom punta a creare una nuova società che si occupi della rete, continuando a detenerne maggioranza e governance. Poi sì, una parte consistente sarebbe nelle mani della CdP e domani potrebbero entrare anche gli altri operatori TLC. Ma alla fine dei conti saranno gli uomini Telecom a decidere, dato che l'asset è suo e vale di più del contante in arrivo.
"Non bisogna fare sconti sulle regole. Già oggi non bastano e non sono applicate correttamente, come dimostra la sentenza Antitrust che ha comminato una multa storica a Telecom per comportamenti anticoncorrenziali", ha ribadito Bertoluzzo.
Le "regole" sono quelle che dovrebbe rimettere in discussione il Garante delle Telecomunicazioni, proprio a seguito della rivoluzione Telecom. L'idea è che se dovesse essere garantita a tutti equivalenza di accesso, allora l'ex monopolista dovrebbe essere considerato come gli altri. Basta paletti, basta restrizioni commerciali, basta con il "trattamento di sfavore".
Codice d'onore (1992 - Rob Reiner)
"Se Telecom vuole portare la fibra fino al cabinet invece che dentro le case, allora va regolato l'accesso al cabinet come è successo con l'unbundling e le centrali, in modo che possiamo investire e portare la nostra tecnologia fino a lì; non vogliamo fare il rivenditore di servizi Telecom", ha aggiunto l'amministratore delegato.
Tutto chiaro, semplice e cristallino. Come i motivi per cui nel settore delle reti mobili siamo avanti e in quello fisso no. "Perché nel mobile la competizione c'è e ha stimolato la concorrenza e gli investimenti. Sul fisso invece a differenza di altri paesi dove la TV via cavo ha creato concorrenza con il vecchio rame, la rete è un monopolio naturale in mano a un'azienda privata".
Tutto qui. Cristallino.