Wi-Fi forse libero in Italia: ucciso l'ennesimo cavillo

Il Garante della Privacy ha spiegato che i gestori dei locali saranno sollevati da qualsiasi responsabilità rispetto alla navigazione in Internet da parte dei loro clienti. Allo stesso tempo non c'è obbligo di registrazione dei dati degli utenti.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Il Garante della Privacy ha confermato che qualsiasi esercente pubblico può mettere liberamente a disposizione dei clienti servizi Wi-Fi ed eventualmente PC o altri tipi di terminali. Si risolve così l'ennesimo nodo sul wireless pubblico italiano.

In pratica da tempo si era acceso il dibattito sui programmi di archiviazione online. I vari provider sostenevano che incombesse sui gestori di bar e ristoranti "l'obbligo di registrazione dei dati degli utenti". Non di meno anche la corresponsabilità dei siti visitati da clienti in caso di connessione alla rete con l'accesso telematico fornito dal locale.

FIPE, la federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio-Imprese per l'Italia, ha cercato di dirimere subito la questione con l'interpretazione corretta della normativa. Dopodiché ha richiesto l'intervento del Garante per "convincere" i vari provider.

La colazione geek dei campioni

"Con questa interpretazione, che conferma quella da subito data da FIPE, i gestori dei locali saranno sollevati da qualsiasi responsabilità rispetto alla navigazione in Internet da parte dei loro clienti e, nel caso volessero entrare in possesso di informazioni più dettagliate riguardo all'uso della rete, dovranno richiedere al consumatore di firmare l'autorizzazione al trattamento dei dati personali", si legge nella nota ufficiale FIPE.

"Il Garante, nella risposta fornita a FIPE, ha infatti ribadito che questo caso rientra fra quelli in cui non può essere effettuato il trattamento dei dati personali senza necessità del consenso del soggetto interessato, in base all'art. 24 del Codice".

A questo punto gli esercenti possono eliminare ogni strumento per il monitoraggio e l'archiviazione dei dati, senza il rischio di alcuna responsabilità, "rendendo così realmente libero il servizio di Wi-Fi offerto". In caso contrario dovranno informare gli avventori dell’uso che viene fatto dei dati monitorati, attraverso la sottoscrizione del consenso al trattamento degli stessi, di cui all'art. 13 del Codice.

"La connessione Wi-Fi libera nei pubblici esercizi va verso la direzione delle smart city. Bar, ristoranti, discoteche, stabilimenti balneari diventano sempre più interattivi e sono così in grado di offrire ai clienti un servizio importante nell'era del digitale", ha commentato il presidente FIPE, Lino Stoppani.