Anche Renault avrà la sua Dacia Spring

La nuova elettrica economica di Renault potrebbe strizzare l'occhio alla sorella Spring e avere un prezzo di accesso molto contenuto.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Il mercato delle auto elettriche è in continua crescita e fortunatamente i costruttori sono sempre più al lavoro per sviluppare modelli economici e adatti alle masse. Uno dei primi a proporsi è stata Dacia, con la sua Spring, e ora altri modelli dello stesso Gruppo potrebbero arrivare.

Il produttore automobilistico transalpino Renault ha annunciato di essere al lavoro su un veicolo elettrico con un prezzo inferiore ai 20.000 euro, con l'obiettivo di rendere la transizione alle auto a batteria più accessibile e conveniente in Europa. A questo proposito, il CEO Luca de Meo, ha svelato il progetto in occasione dell'evento Future of the Car del Financial Times dove ha anticipato che la nuova vettura risponderà alla proposta economica di Volkswagen ID.1 (quella che ipoteticamente sostituirà la Up! elettrica).

De Meo ha indicato che l'idea di creare un'auto estremamente compatta deriva dal successo delle kei microcar in Giappone, un settore che vanta oltre un terzo dei 4,2 milioni di veicoli venduti nel paese dell'anno. Per chi non lo sapesse, le kei microcar sono soluzioni estremamente ridotte e assimilabili per certi versi alla nostra Citroen Ami. La nuova proposta, utilizzerà la piattaforma CMF-BEV della futura Renault 5 (e Alpine A290). Non è da escludere che l'elettrica economica erediti alcuni elementi dalla Dacia Spring, un'elettrica che ha collezionato una serie di successi invidiabili.

De Meo ha sottolineato l'importanza di un'auto come questa nell'affrontare le sfide ambientali dell'industria automobilistica; a questo proposito ha dichiarato: "Siamo totalmente consapevoli che dobbiamo anche portare soluzioni ai problemi, [dalla] qualità dell'aria alla decarbonatazione. E penso che essere in grado di produrre un'auto di sottosegmento D, o segmento A, a basso impatto, sia probabilmente una delle soluzioni che l'industria europea può portare".