Auto tedesche, nuovo scandalo: test su scimmie e uomini

Secondo un'inchiesta pubblicata dal New York Times alcuni produttori di auto tedesche avrebbero condotto esperimenti sulla tossicità dei gas di scarico sia su primati che su uomini.

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a cura di Alessandro Crea

Un nuovo scandalo sta travolgendo in queste ore i produttori tedeschi di automobili. A quanto pare in un'inchiesta del New York Times rivelata dal quotidiano tedesco Bild emerge che BMW, Daimler e il gruppo Volkswagen avrebbero condotto esperimenti con i gas di scarico sia su scimmie che su uomini, probabilmente al fine di dimostrare che non siano in realtà cancerogeni come invece sostenuto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2012.

I test su dieci esemplari di scimmie giavanesi sarebbero stati condotti in un laboratorio di Albuquerque, in New Mexico, mentre quelli sugli esseri umani si sarebbero svolti ad Aquisgrana. In particolare i primati sarebbero stati sottoposti all'emissione di gas di scarico per quattro ore - a quanto pare sopravvivendo - mentre alle cavie umane, tutte in ottima salute, sarebbe stato fatto inalare ossido d'azoto per diverse ore e in diverse concentrazioni.

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Diverse le reazioni delle tre aziende, che nel 2007 hanno fondato l'EUGT (European Research Group on Environment and Health), gruppo di ricerca accusato di aver ideato e commissionato gli esperimenti e che è stato chiuso lo scorso anno. BMW ha semplicemente detto di non condurre studi su animali e di non avere preso parte a questa sperimentazione.

Daimler invece ha smentito categoricamente ogni coinvolgimento, affermando di "non aver avuto alcuna influenza sugli esperimenti". A parlare per Volkswagen infine è stato il presidente del Consiglio di sorveglianza Hans Dieter Poetsch, secondo cui i test su uomini e animali "non sono in alcun modo accettabili. Prendo le distanze con tutte le forze da pratiche del genere e farò tutto il possibile perché vi sia un'indagine completa sulle procedure. E chi ha la responsabilità ne risponderà".

Sullo scandalo è intervenuta addirittura la cancelliera Angela Merkel, tramite il proprio portavoce Steffen Seibert che ha affermato come "questi test sugli animali e perfino sulle persone non trovano alcuna giustificazione sul piano etico. L'indignazione di tante persone è assolutamente comprensibile". Seibert ha poi invitato le aziende coinvolte a far chiarezza concludendo che "le industrie dell'auto dovrebbero limitare le emissioni e non dimostrarne la presunta innocuità".

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Vedremo dunque nei prossimi giorni quali saranno gli eventuali sviluppi di questa situazione, che rischia di costituire un nuovo, gravissimo colpo all'immagine delle aziende automobilistiche tedesche dopo lo scandalo di alcuni anni fa sulle emissioni truccate dei motori Diesel.

Purtroppo comunque episodi del genere, benché fortunatamente rari, non sono gli unici. Negli anni Settanta ad esempio, quando i manichini per crash test non erano ancora in grado di fornire risultati affidabili, colossi come General Motors avrebbero addirittura utilizzato cadaveri. Secondo una denuncia di Bild confermata dal responsabile del dipartimento autopsie dell'università di Heidelberg, sempre nello stesso periodo in Germania ancora una volta le aziende automobilistiche, oltre che i cadaveri, utilizzarono proprio le scimmie per studiare gli effetti dei crash test e degli incidenti sui pedoni.


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