Boeing e Airbus hanno sconfitto alcuni disagi del jet lag

I Boeing 787 Dreamliner e Airbus A350 hanno sconfitto i disagi che accompagnano il jet lag impiegando nuovi materiali capaci di aumentare la pressione di bordo.

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a cura di Dario D'Elia

I Boeing 787 Dreamliner e Airbus A350 sono in grado di ridurre i disagi che accompagnano il jet lag, secondo il recente studio "Effect of Aircraft-Cabin Altitude on Passenger Discomfort" pubblicato su New England Journal of Medicine.

I ricercatori spiegano che prima di tutto il fastidioso "jet lag" peggiora nei sintomi con l'alta quota e la disidratazione. "Viaggiare all'altitudine terrestre superiore ai 6500 piedi (1981 m) provoca un disagio acuto da montagna, una sindrome caratterizzata da sintomi come mal di testa, nausea, vomito, inappetenza, spossatezza e disturbo del sonno". Per altro un problema che peggiora con l'età.

Boeing 787 Dreamliner

Boeing 787 Dreamliner

Un aereo di linea convenzionale che viaggia sui 38.000 piedi di solito dispone di una pressurizzazione in cabina analoga a un'altitudine di 8.000 piedi (2.400 m) - come durante una scalata in alta montagna. I Boeing 787 Dreamliner e Airbus A350 invece hanno una pressurizzazione interna più alta come se i passeggerei stessero a 6.000 piedi (1828 m), quindi al di sotto della soglia di disagio.

La pressione atmosferica si riduce all'aumentare dell'altitudine. Quindi in cabina il fenomeno va contrastato per incrementare il comfort. Il problema è che per ottenere questo risultato le strutture subiscono un forte stress.

composite

Le leghe di metallo tendono a indebolirsi subendo questa continua variazione di pressione. "Immaginate di piegare e piegare più volte un cavo fino a quando si rompe", spiega Kent Craver, Regional Director, Cabin Experience and Revenue Analysis di Boeing. "È lo stesso per il metallo degli aerei".

In pratica la vita utile delle strutture tende a ridursi. Non è una questione di sicurezza bensì di costi considerati i piani di manutenzione. Invece impiegando un nuovo tipo di plastiche, nello specifico compositi plastici rinforzati con il carbonio, la questione non si pone.

Il problema dell'umidità

Un altro tema è quello del corretto livello di umidità per agevolare la respirazione e trasmettere benessere. In questo caso viene sfruttata quella emessa dai passeggeri, riducendo l'emissione esterna effettuata dai velivoli.

"L'aria esterna a 35.000 piedi ha un'umidità prossima allo zero", spiega Blake Emery, Director Differentiation Strategy di Boeing. "Ma troppa umidità nella cabina fa male come troppo poca. Pensate a quanto siete stanchi quando l'umidità raggiunge il 100% in una giornata calda".

Airbus A350

Airbus A350

Già, ma allora per quale motivo gli altri velivoli hanno un'aria più secca e non ne disperdono meno? Ancora una volta il problema è dei materiali: l'umidità a lungo andare corrode i metalli. Le fibre di carbonio invece sono praticamente inerti.

Insomma, se si mettono insieme anche gli ampi finestroni, il tetto più alto, i sistemi di filtri d'aria avanzati e i software che contrastano gli effetti delle raffiche... è comprensibile perché i voli con questi grandi colossi del cielo siano più rilassanti.