Ecco quanto pesano le norme europee sul prezzo di un'auto

La Comunità europea chiede ai costruttori di automobili di ridurre l'impatto delle emissioni di CO2. Sensori e tecnologie pesano fino al 36% sul listino

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a cura di Tommaso Marcoli

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Le automobili che oggi circolano sulle strade europee non sono più delle semplici scatole d’acciaio a quattro ruote: sono il risultato di un complesso equilibrio tra tecnologie di riduzione delle emissioni, sistemi di sicurezza all’avanguardia e dinamiche di mercato. Ogni componente aggiuntivo, ogni sensore o ogni accorgimento per abbattere le emissioni di CO₂ - "missione" che la Comunità europea sembra aver affidato alla sola industria automobilistica - comporta un costo che, in ultima analisi, grava sul prezzo finale che il consumatore è chiamato a pagare. Ma quanto pesano davvero queste regole sul listino - mettiamo caso - di un’auto da 30 000 €?

Norme CO₂ e rincari

All’alba del 2025, l’Unione Europea ha introdotto un obiettivo vincolante di riduzione di almeno il 15 % delle emissioni di CO₂ rispetto ai livelli del 2021, da mantenere per ogni anno del periodo 2025–2029 (Regolamento (UE) 2025/136) Climate Action. Secondo i documenti della Commissione, adeguare ogni nuova vettura a questi paletti implica in media un supplemento di 1 000 € a veicolo, pari al 3,3 % di un listino di circa 30 000 €.

Le Case automobilistiche, tuttavia, non si accontentano di queste cifre “ufficiali”. A dicembre 2024, l’ACEA ha pubblicato uno studio secondo cui i costi diretti per rispettare i limiti di Euro 7 sarebbero addirittura 4–10 volte superiori a quanto previsto dalla Commissione, spingendosi fino a 4 000 €–10 000 € per veicolo, ovvero tra il 13 % e il 33 % del prezzo di listino. Questa discrepanza riflette le difficoltà nell’integrazione di nuovi sistemi di filtrazione e monitoraggio in tempo reale degli inquinanti, nonché i margini più elevati richiesti dai fornitori di componentistica avanzata.

Nel frattempo, le strategie di mercato mettono in atto contromisure per non erodere eccessivamente la domanda. Secondo Reuters, tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 i principali costruttori europei hanno aumentato il prezzo dei modelli a benzina di alcune centinaia di euro – fino a 500 € in casi come Peugeot in Francia – mentre hanno mantenuto invariati o addirittura scontato quelli a trazione elettrica (nel caso, ricordatevi di acquistare una Wallbox), per orientare i consumatori verso veicoli a emissioni zero ed evitare sanzioni potenzialmente miliardarie.

Alla luce di questi numeri, il supplemento “tecnico” medio per le misure anti-CO₂ oscilla quindi tra 1 000 € (dati Commissione) e 4 000 €–10 000 € (stima ACEA), corrispondenti a un’incidenza percentuale che va dal 3,3 % fino al 33 % del prezzo finale. L’azienda media, tuttavia, sembra puntare su un’integrazione graduale di queste tecnologie, confidando nelle economie di scala del 2025–2029 per attenuare gli aumenti sul listino.

La sfida dei particolati

Mentre il focus iniziale era sulle emissioni di CO₂, la proposta Euro 7 sposta l’attenzione verso una gamma più ampia di inquinanti, includendo ossidi di azoto, particolato ultrafine e composti organici volatili. Secondo l’ACEA, le nuove soglie spingerebbero i costi di conformità a livelli mai visti, costringendo i produttori a investimenti in ricerca, materiali e test molto onerosi. Nadja Jarczyk, responsabile tecnica ACEA, ha dichiarato che “le stime della Commissione sottostimano i costi reali di almeno quattro volte, e le piccole officine non riusciranno a sostenere questi oneri”.

Il consumatore si troverà così ad affrontare rincari che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbero superare i 5 000 € per vettura, spingendo l’incidenza normativa verso il 16–17 % del prezzo base. Questa dinamica ha già innescato pressioni politiche: nel maggio 2025, diversi Stati membri hanno chiesto di ammorbidire i target, paventando un contraccolpo sul mercato interno, sul potere d’acquisto e sul tessuto produttivo europeo.

Più sicurezza più sensori

Accanto alle norme ambientali, il pacchetto General Safety Regulation (GSR), entrato in vigore nel 2022, impone l’adozione di sistemi come il riconoscimento dei pedoni, il monitoraggio dell’attenzione del conducente e l’Automatic Emergency Braking. I calcoli più recenti della European Court of Auditors  non quantificano un costo preciso per vettura, ma sottolineano l’urgenza di completare l’implementazione entro il 2027, pena ritardi nella riduzione delle morti stradali.

Stime di settore – basate su conteggi “Tier 1” e aggiornate con i trend dei fornitori per il biennio 2024–2025 – collocano tuttavia l’onere aggiuntivo in un range di 250 €–600 € per veicolo, pari allo 0,8 %–2 % del prezzo di listino. Queste cifre, seppur inferiori agli incrementi CO₂, riflettono la distribuzione su tecnologie ormai diffuse e sviluppate, con margini di sviluppo e manutenzione contenuti.

Pass-through e strategie di compensazione

Un’indagine di Transport & Environment e AEA Technology rileva che, nonostante le normative ambientali e di sicurezza abbiano continuato a inasprirsi, il prezzo reale delle auto nuove in Europa è sceso del 10–15 % tra il 2019 e il 2024, al netto dell’inflazione. Il fenomeno, noto come “pass-through attenuato”, è stato possibile grazie a piattaforme modulari comuni a decine di modelli, economie di scala e un costante ottimizzazione delle linee produttive.

Le Case automobilistiche hanno inoltre sperimentato politiche di “pooling” delle emissioni, accordandosi tra loro per combinare le proprie quote di veicoli a basse emissioni e ridurre le sanzioni in solido, un meccanismo che nel 2025 dovrebbe valere oltre 6 miliardi di sterline in UK e decine di miliardi di euro in UE .

Alla fine del conto, a un listino base di 30 000 €, l’impatto delle normative può arrivare a sommare fino a 11 000 € (più del 36 % del prezzo) in scenari estremi dettati da Euro 7 e da misure di riduzione CO₂, mentre le tecnologie di sicurezza aggiungono fino al 2 %.

Il consumatore europeo, però, beneficia di risparmi sui consumi (- 1 800 € di carburante in dieci anni, secondo la Commissione) e si trova di fronte a vetture più sicure, con rischi di incidente e di sanzioni ridotti. Le industrie, dal canto loro, giocano sul mix tra aggiustamenti di prezzo strategici (sconti su EV, aumenti su termici), economie di scala in crescita e meccanismi di “pooling” per attenuare il colpo sui margini.

Con il 2025 che segna una nuova tappa nella lotta alle emissioni e la revisione 2027 del GSR in vista, i prossimi anni saranno decisivi per capire se innovazione, partnership pubblico-private e tecnologia sapranno mantenere il prezzo delle auto a livelli sostenibili, evitando che la strada verso la decarbonizzazione e la sicurezza diventi un’autostrada a pedaggio eccessivo.

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3 Commenti

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l’impatto normativo può arrivare a +11.000 € (oltre +36%), ma -1.800 € di carburante in 10 anni. Una barzelletta.
Ho l'Auto elettrica da 3 anni, ho fatto il calcolo che spendo -1.200€ all'anno di carburante, in 3 anni ho risparmiato -3.600€
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Le stesse norme però si applicano anche alle case automobilistiche cinesi che vendono in Europa.. quindi in teoria anche loro hanno costi aggiuntivi
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l’impatto normativo può arrivare a +11.000 € (oltre +36%), ma -1.800 € di carburante in 10 anni. Una barzelletta. Ho l'Auto elettrica da 3 anni, ho fatto il calcolo che spendo -1.200€ all'anno di carburante, in 3 anni ho risparmiato -3.600€
qundi la tua auto elettrica va avanti ad aria?
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