Mercedes-AMG ha svelato la GT XX Project, un prototipo che rappresenta il tentativo più concreto di dare vita a quella categoria ancora inesistente delle vere supercar elettriche. Non si tratta di un semplice esercizio di stile da salone dell'auto, ma di una dichiarazione d'intenti destinata a concretizzarsi nel 2026 con un modello di produzione.
Il cuore pulsante di questa Mercedes non ha precedenti nel panorama delle auto elettriche stradali: tre motori a flusso assiale che insieme erogano oltre 1.360 cavalli di potenza. Questa tecnologia, sviluppata in collaborazione con YASA e finora riservata esclusivamente alle hypercar ibride e alla Formula 1, rappresenta un salto evolutivo rispetto ai tradizionali motori radiali.
Due unità sono posizionate al posteriore in configurazione "a sandwich" su un singolo asse, mentre la terza trova posto all'anteriore, garantendo una trazione integrale completamente variabile attraverso il sistema AMG Performance 4MATIC+.
La differenza sostanziale risiede nella direzione del flusso magnetico: mentre nei motori radiali questo si sviluppa dal centro verso l'esterno come i raggi di una ruota, in quelli assiali scorre lungo l'albero motore tra due rotori disposti ai lati di uno statore centrale. Il risultato è una densità di potenza tre volte superiore a parità di volume, il doppio della coppia e un peso inferiore di circa due terzi rispetto a un equivalente motore radiale.
L'aerodinamica governa ogni linea di questa vettura lunga 5,2 metri e alta appena 1,31 metri, conferendole l'aspetto di un prototipo da record di velocità. Il coefficiente di resistenza aerodinamica raggiunge un valore da primato di 0,198, ottenuto anche grazie a soluzioni innovative come i cerchi da 21 pollici dotati di aeroblade mobili che si aprono per raffreddare i freni quando necessario e si chiudono per ottimizzare l'efficienza. Lo spoiler attivo posteriore si alza controvento per assistere la frenata alle alte velocità, mentre al posto del lunotto tradizionale trova posto una telecamera.
Il vero banco di prova per qualsiasi sportiva elettrica che aspiri al titolo di supercar non è lo scatto da 0 a 100 km/h, ma la capacità di mantenere prestazioni costanti durante sessioni prolungate in pista. La GT XX affronta questa sfida con un pacco batterie progettato specificamente per resistere allo stress termico delle condizioni più impegnative. Le celle cilindriche vengono raffreddate singolarmente con un fluido dielettrico, una soluzione mutuata dai laboratori più avanzati del motorsport, mentre il guscio in alluminio sostituisce l'acciaio per ottimizzare dissipazione termica e riduzione del peso.
La chimica NCMA (nichel, cobalto, manganese, alluminio) con anodo al silicio consente di aumentare la densità energetica e migliorare le fasi di carica e scarica. Mercedes dichiara una curva di ricarica piatta fino all'80% della capacità, che in condizioni ideali permetterebbe di recuperare energia sufficiente per 400 chilometri in soli 5 minuti (con la wallbox ne serviranno un po' di più). Questi numeri straordinari sono resi possibili dalla collaborazione con Alpitronic (azienda italiana) per lo sviluppo di infrastrutture da oltre 1.000 kW di potenza, evidenziando come l'evoluzione delle supercar elettriche dipenda indissolubilmente dal progresso delle reti di ricarica.
L'abitacolo della Project XX segna un ritorno alla matericità in un'epoca dominata dalla digitalizzazione. Il volante ricorda la cloche di un aereo, mentre la plancia richiama la tradizionale griglia Panamericana AMG in forma scultorea. Ogni superficie in alluminio lavorato dal pieno offre un contatto autentico, freddo al tatto, che trasmette una sensazione di artigianalità moderna completamente priva di plastiche camuffate o elementi meramente decorativi.
I sedili con cinture a quattro punti e guscio in carbonio utilizzano schiuma stampata in 3D e rivestimenti derivati dal riciclo di pneumatici da competizione GT3. Alcune finiture in tessuto lucido provengono da una seta sintetica prodotta da batteri, una sperimentazione bio-industriale che apre nuovi scenari nel campo dei materiali sostenibili. I pannelli porta presentano inserti retroilluminati che richiamano il motivo della bandiera a scacchi, mentre cerniere e componenti strutturali vengono volutamente lasciati a vista, combinando l'estetica di una concept con la funzionalità di un'auto da corsa.
Dietro l'assenza del tradizionale lunotto si nasconde una telecamera, mentre il posteriore elimina completamente gli scarichi sostituendoli simbolicamente con sei fari LED disposti in configurazione 3+3, che richiamano l'aggressività dei terminali AMG tradizionali. Al centro, un pannello LED con pixel mostra il logo AMG e altri segnali visivi, mentre l'unica stella Mercedes-Benz visibile rimane volutamente non illuminata, mimetizzandosi nel muso a differenza del resto della carrozzeria che comunica attraverso luci e segnali.
La Mercedes-AMG GT XX Project rappresenta il primo tentativo concreto di un grande costruttore di costruire un ponte tra due culture automobilistiche oggi polarizzate: da un lato chi rivendica la sopravvivenza dei motori termici V6 e V8, dall'altro chi considera l'elettrificazione l'unica strada percorribile. Con il suo arrivo previsto per il 2026, questa vettura potrebbe dimostrare che un modo diverso di appassionarsi all'automobile è possibile, anche quando le supercar abbandonano definitivamente i combustibili fossili per abbracciare l'elettrificazione totale.