Euro 7: dubbi di ACEA sui nuovi parametri: "proposte irrealizzabili"

ACEA, l'associazione che riunisce i costruttori di automobili europei, lamenta dubbi sugli standard omologativi Euro 7 chiedendo maggiore chiarezza alla comunità europea

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a cura di Tommaso Marcoli

ACEA
, l'associazione che riunisce i costruttori europei di automobili, ha sempre trovato canali di dialogo con la comunità europea in merito alle questioni sulle norme anti inquinamento. Attualmente, i due organi sono al lavoro per definire i criteri di giudizio relativi ai nuovi standard di omologazione sulle emissioni. Riassunto nella sigla Euro 7.

Una circostanza che sembra aver fatto emergere alcuni dissapori e dubbi da parte dei costruttori, i quali avrebbero espresso tutto il loro disappunto in documento redatto e consegnato agli organi dell'istituzione europea. In particolare, ACEA sottolinea come il percorso intrapreso sino a oggi per la definizione dei nuovi parametri si sia rilevato carente sotto diversi aspetti, proponendo soluzioni irrealizzabili e dannose per l'intero settore.

ACEA sottolinea che per ottenere dei risultati soddisfacenti sia indispensabile migliorare la trasparenza e la comunicazione tra l'associazione e gli organi della comunità europea."Si rende necessario apportare miglioramenti al processo per aumentarne la trasparenza e garantire che tutte le parti interessate abbiano la stessa capacità di contribuire in modo costruttivo e di difendere i propri interessi legittimi", spiegano in una nota.

L'associazione chiede che la commissione e il Clove (il consorzio a cui è stato attribuito il compito di realizzare uno studio di fattibilità sulle linee guide per i nuovi parametri) forniscano il materiale necessario prima di ogni riunione: "chiediamo cortesemente che, qualora la prossima riunione dell’Agves del 24 febbraio 2021 sia l’ultimo incontro, il rapporto finale del Clove venga reso disponibile almeno 10 giorni lavorativi prima della data" .

I costruttori di auto europei chiedono alla commissione di adottare nuovi elementi che possano definire in modo chiaro gli obiettivi della nuova proposta Euro 7 in merito alla riduzione dell'inquinamento atmosferico, nel modo più equilibrato ed economico. Solo questo modo"può far sì che la Commissione adempia ai suoi obblighi giuridici stabiliti nel trattato e può garantire che la società non sostenga costi ingiustificati per una legislazione che avrebbe un impatto minimo sulla qualità dell'aria, mentre, d'altro canto, l'Ue sta già chiaramente impostando la sua strada verso una mobilità a emissioni zero", specifica ACEA.

Misure irrealizzabili

Nello specifico, ACEA sostiene che le proposte avanzate dal Clove siano "nella massima misura tecnicamente irrealizzabili per i veicoli con motore a combustione e non sono state soggette ad alcuna valutazione d'impatto o revisione alla pari". L'associazione dei costruttori è favorevole all'adozione di nuovi parametri sulle emissioni inquinanti, a patto che siano stabiliti in modo efficace ed equilibrato.

Finiscono sotto accusa anche le procedure di misurazione delle emissioni, considerate incoerenti: "gli attuali dispositivi portatili di misurazione delle emissioni (Pems) mostrano un'incertezza delle misurazioni, in termini assoluti, che è dello stesso ordine di grandezza dei limiti di emissione proposti. Sulla base delle conoscenze odierne tali limiti di emissione non possono essere legalmente valutati con il necessario livello di certezza durante i test su strada". In sintesi, le misure proposte da ACEA equivarrebbero al bando di tutti i veicoli a combustione interna, incluse le auto ibride.

Garantire competitività al settore

"L’implementazione degli standard Euro 7, il Green Deal e i percorsi per la de-carbornizzazione del trasporto su strada devono continuare a facilitare la competitività dell'industria automobilistica in Europa e il suo ruolo di industria leader a livello mondiale”, sostengono i costruttori. “Quello che abbiamo visto finora nelle proposte per gli standard Euro 7 non è stato sviluppato con livelli adeguati di trasparenza e dibattito, e metterebbe a rischio la competitività del settore, chiedendo di scommettere massicciamente su due percorsi costosi con un potenziale ritorno sull'investimento limitato nei motori a combustione interna. Alla fine, saranno i clienti e gli operatori a pagarne le conseguenze". 

ACEA chiede alla UE di salvaguardare la competitività di un settore strategico per l'economia dell'intero continente. Inoltre si chiede di definire in modo chiaro una tabella di marcia che mostri il percorso verso la neutralità carbonica senza mettere a rischio la competitività dell'intera industria automobilistica europea.