F-16 senza pilota umano, primo attacco al suolo in autonomia

Ieri un F-16 sperimentale privo di pilota della U.S. Air Force ha completato un test di attacco al suolo. Il progetto punta ad a ottenere un giorno caccia gregari pilotati da intelligenza artificiale.

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a cura di Dario D'Elia

Ieri un F-16 della U.S. Air Force ha completato un test di attacco al suolo nei pressi della Edwards Air Force Base (California) e fin qui nulla di nuovo, se non fosse che a bordo non c'era nessuno.La letteratura Sci-Fi e il cinema di genere l'avevano anticipato, ma immaginare un caccia militare pilotato da un'intelligenza artificiale fa comunque impressione.

F-16

F-16 UCAV

"Questa dimostrazione è una pietra miliare nella maturazione delle tecnologie dell'Air Force Research Laboratory per integrare aerei con e senza equipaggio nei gruppi di attacco", ha dichiarato il Capitano Andrew Petry. "Non abbiamo solo mostrato come un veicolo aero da combattimento senza equipaggio (UCAV) possa compiere la sua missione quando le cose sono pianificate, ma anche come reagirà e si adatterà rispetto agli ostacoli imprevisti lungo il suo cammino".

F-16 UCAV

F-16 UCAV, primo test di 4 anni fa

Durante il test l'F16 sperimentale è riuscito a raggiungere tre obiettivi chiave. Prima di tutto ha gestito in autonomia programmazione e attacco di un obiettivo al suolo basandosi sulle priorità della missione e disponibilità. Dopodiché ha reagito dinamicamente al cambiamento di situazione ambientale durante l'attacco facendo fronte a potenziali problemi, deviazioni di rotta e perdita di comunicazioni. Infine ha confermato la piena integrazione con il software USAF Open Mission Systems (OMS).

Il buon esito delle due dimostrazioni Have Raider I e Have Raider II lascia intendere che l'obiettivo di avere un giorno caccia gregari senza equipaggio è raggiungibile. Si parla della possibilità di voli in formazione, attacchi al suolo effettuati da UCAV e ritorno in formazione per questi ultimi.

Secondo il produttore Lockheed Martin questo lavoro di "squadra" consentirà di alleggerire il carico di lavoro dei piloti umani, non effettuare direttamente le missioni più rischiose e soprattutto far fronte a ogni esigenza senza che l'affaticamento pregiudichi l'esito.