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a cura di Valentina Acri

Il progetto della Gigafactory di Italvolt rischia di fallire. Il ceo dell’azienda, Lars Carlstrom, preoccupato per le sorti del grande stabilimento, che sarebbe dovuto diventare uno dei più grandi presenti in Europa, si è rivolto a differenti organi di stampa per ufficializzare la notizia.

Non dimentichiamo che nel 2021 l’accordo ottenuto con la società che gestisce il Fondo Monteverdi proprietario del complesso, nota come Prelios Sgr, ha portato all’acquisto dell’ex area Olivetti di Scarmagno, luogo scelto per la realizzazione della fabbrica grazie alla sua collocazione geografica strategica e per la vasta area che copre ben 300.000 metri quadrati, di cui 20.000 metri quadrati destinati alla realizzazione di un centro di ricerca e sviluppo dedicato.

Il problema per la Gigafactory Italvolt sembrerebbe essere legato alla connessione della rete elettrica e pur volendo potenziare la rete, secondo quanto dichiarato, i lavori non potrebbero durare meno di quattro anni. In tale prospettiva, la decisione dello stabilimento è stato quello di non rinnovare l’accordo di prelazione per l’acquisizione del terreno precedentemente firmato con il fondo Prelios Sgr.

Il progetto di Carlstrom non viene però abbandonato dato che la volontà non sarebbe quella di arrendersi definitivamente davanti al nuovo ostacolo. La stessa starebbe invece valutando di trovare un luogo alternativo per poter ospitare il grande stabilimento.

Italvolt non è però l’unica realtà ad aver incontrato difficoltà. Nei giorni scorsi abbiamo infatti parlato di Britishvolt, grande progetto della Gran Bretagna nato con l’obiettivo di realizzare un impianto di produzione di batterie per auto elettriche. La mancanza di fondi ha portato, però, Britishvolt a dichiarare il proprio fallimento e a licenziare tutti i propri dipendenti, vedendo svanire il progetto di un impianto che avrebbe coperto una superficie di 93 ettari a circa 15 chilometri a nord di Newcastle, per un investimento che supera i 4 miliardi di sterline di costo e che avrebbe dovuto dare lavoro ad oltre 3000 persone.