Renault Clio Press League 2022: la nostra esperienza a Misano

Abbiamo partecipato alla gara di Misano del campionato Clio Press League 2022 con la vettura da gara messa a disposizione da Renault: tanto divertimento nell'attesa del prossimo appuntamento.

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a cura di Paolo Tognon

Si è conclusa questo week end nelle date del 3-4 e 5 giugno 2022 la quinta tappa della Clio Cup a
Misano World Circuit Marco Simoncelli, valida in questo caso solo per la classifica italiana. 

La Clio Cup è uno degli eventi motoristici più combattuti e spettacolari in assoluto, dove i concorrenti hanno la possibilità di confrontarsi tra loro con auto assolutamente identiche. È un trofeo monomarca “accessibile a tutti” per i costi particolarmente contenuti rispetto ad altri campionati. L’auto è acquistabile pronto pista direttamente da Renault e viene equipaggiata con un motore turbo 4 cilindri da 1.330 cc, 200cv di potenza, 300Nm di coppia e con un peso di soli 1.030 Kg; iIl cambio è un sequenziale a innesti frontali Sadev a 5 marce, contrariamente al precedente con le tradizionali palette al volante. Abbiamo poi sospensioni Mc Pherson all’avantreno e cerchi da 17 pollici con pneumatici Michelin Pilot Sport Cup. 

Ogni tappa viene suddivisa in due gare con relative prove libere e qualificazioni e noi di Motorlabs, invitati alla Press League, abbiamo avuto la possibilità di partecipare alla gara 1 del sabato 4 giugno dopo la prova libera e la qualificazione e vi raccontiamo la nostra incredibile esperienza. 

Il venerdì mattina sono arrivato molto presto, non vedevo l’ora di vedere l’auto a me assegnata con il mio nome sul finestrino. Da ragazzino ho sempre bazzicato le piste e sognavo un giorno di poter salire su una di quelle auto da corsa. Tutt’ora frequento piste regolarmente e partecipo a track day di vario tipo, nella mia testa questo non faceva certo di me un pilota, ma quantomeno pensavo che non avrei avuto troppi problemi su un’auto da corsa, soprattutto su una Clio, che immaginavo non potesse essere così tanto diversa da un’auto da track day. 

È stato sufficiente calarmi nell’abitacolo e già ad auto spenta ho subito resettato tutte le mie convinzioni. Questa è una vera auto da corsa ad un prezzo davvero accessibile che ricordo essere sulle 44.000 € iva esclusa pronto pista. All’interno dell’abitacolo il rollbar troneggia e l’invadente struttura mette comunque una certa sicurezza in caso di incidente. Mi ritrovo seduto davvero in basso, gli occhi sono non di molto fuori dalla linea del volante. 

L’odore di benzina, gomme e componenti meccanici mi riporta subito al sogno del ragazzino che avrebbe tanto voluto provare quelle auto e infatti adesso non sto più nella pelle per effettuare la mia prova libera per capire come se la cava questa auto. 

Mi viene fatto cenno di prepararmi e con un caldo terrificante mi ritrovo a vestirmi con sottotuta ignifugo che userei forse solo per andare a sciare, in più tuta intera sopra, guanti e casco. In estate questa è l’unica nota davvero negativa ma l’emozione ha subito spazzato via questa sensazione di caldo. 

Alzo il tasto dello stacca batteria, giro la chiave e l’auto si accende con un suono cupo e profondo. Sono saldamente ancorato al sedile con cinture a 4 punti che impediscono movimenti che vadano al di fuori della guida. Con la frizione premuta spingo forte in giù la leva del cambio per innestare la prima marcia e come su un’auto di serie lascio delicatamente la frizione premendo l’acceleratore poco e l’auto sussulta quasi andando a spegnersi. Suppongo che la frizione sia in rame e capisco subito di doverla tenere molto su di giri per farla muovere o mi ritroverei immediatamente a fare figuracce. 

Finalmente mi danno il via per entrare in pista. A Misano ho girato solo una volta facendo qualche giro per testare delle vetture e non posso certo dire di conoscerla. I primi giri sono tutti dedicati a cercare di inquadrare l’auto così diversa da una macchina di serie. Nonostante il caldo torrido andando piano le gomme slick, soprattutto al posteriore, fanno fatica a scaldarsi perché la trazione e il motore sono anteriori, mi ritrovo così in una delle prime curve in un forte sovrasterzo che controllo facilmente solo perché andavo piano e me lo aspettavo.  

Alzando un po’ l’andatura i pneumatici si scaldano subito e la macchina comincia ad avere una stabilità pazzesca anche al retrotreno.  

L’auto è rigida e molto comunicativa, prendo in fretta confidenza. Mi abituo subito alla leva del cambio così alta che mi sfiora il dorso della mano destra sul volante, la trovo fantastica e rapidissima nelle cambiate che non richiedono l’uso della frizione nemmeno a scalare, personalmente la preferisco anche alle classiche palette, bisogna però inserire le marce in maniera decisa.  

Convinto di aver capito già quasi tutto dell’auto, comincio a darci dentro ma ancora non conosco bene la pista e fatico a capire in quale marcia affrontare alcune curve. 

Faccio un po’ di esperimenti e mi rendo subito conto che la frenata decisa non va molto bene perché l’auto ha il servo freno ma non ha giustamente l’ABS, mi ritrovo così a ruote fumanti e in allunghi e sottosterzi non voluti. La cosa che più però mi stupisce è che mollando il freno e premendo sull’acceleratore sembra che l’auto tiri fuori gli artigli e riprenda subito aderenza.  

Non nego che mi piacerebbe avere qualche cavallo in più ma mi rendo conto che questa auto è la cosa migliore in assoluto per imparare a girare in pista. Guido abitualmente una Megane RS da 275cv e l’impressione è che dal punto di vista della spinta non siano molto diverse. Manca forse un po’ di allungo ma la leggerezza e il grip di questa clio la fanno sembrare danzante tra i cordoli rispetto alla mia Megane. 

Ad ogni giro mi accorgo di migliorare un po’ il mio tempo precedente e comincio a gasarmi ma la stanchezza e la disidratazione cominciano a farsi sentire. In uno degli ultimi giri per l’unica prova a mia disposizione affronto l’ultima curva del rettilineo stringendo troppo il cordolo e prendo così quello giallo da 7cm con la ruota anteriore sinistra, l’auto si solleva tantissimo, il posteriore comincia a girarsi inesorabilmente e mi ritrovo a puntare il muro del rettilineo con il muso. Dopo una serie di controsterzi e pendoli spettacolari finisco in testa coda riuscendo però a terminare con l’auto dritta in pista guadagnandomi il soprannome di Tokyo Drift per tutto il week end. Tutto bene per fortuna e con la vettura senza un graffio. 

Uscito dalla sessione di prove di 30 minuti ho fatto fatica a scendere dall’auto, ero disidratato, mi girava la testa. Ho subito capito perché i professionisti si allenano molto, è davvero fondamentale così come bere tanto prima di entrare in pista. Concludo così la mia prima prova in assoluto su un’auto da corsa con il mio miglior tempo in 1.58.7 a 4,8 secondi dal miglior tempo del primo, il bravissimo Felice Jelmini. 

Prima delle qualificazioni del pomeriggio mi suggeriscono un’andatura meno sporca. Io entro in auto un po’ provato dall’esperienza del mattino ma con tanta voglia di sperimentare un altro tipo di guida più pulita. Provo con questo approccio ma a fine qualificazioni mi ritrovo con un 1.59.1 a distanza di ben 5,8 secondi dal primo ma senza nessun particolare incidente. 

Arriva il sabato della gara, inutile dire che non avevo dormito quasi per niente e l’emozione era fortissima, avevo un mix di emozioni contrastanti come se stessi per realizzare un sogno ma al contempo mi chiedevo chi me l’avesse fatto fare. Ho probabilmente annoiato e sommerso di domande quelli del Team Oregon che sono stati con me molto pazienti, cose che ho sempre visto in tv e alle quali non ho mai prestato particolare attenzione mi sembravano in quel momento fondamentali. 

Dopo aver bevuto litri di acqua mi ritrovo in pista a scaldare le gomme e prepararmi a posizionarmi in griglia. Parto ultimo ma era come se mi trovassi a bordo di una Formula 1, vedevo un nutrito pubblico tra gli spalti, la concentrazione era altissima.  Inutile dire che non avendo mai provato una partenza mi son ritrovato a fare la cosa più sbagliata di tutte cioè staccare la frizione di colpo e dare tutto di gas cercando poi di recuperare l’inesorabile pattinamento delle ruote anteriori.  

Comincia così la mia prima gara dove per i primi giri sono stato dietro al gruppo, poi per volontà di strafare ho cominciato ad allungare le staccate e mi sono ritrovato in errori gravissimi che mi hanno fatto perdere secondi preziosi. Alla fine ho concluso la gara ventiduesimo su 25 e anche se avrei sperato di fare di meglio sono felice di aver riportato la macchina tutta intera all’Oregon Team e di aver concluso la mia gara. 

Quello che posso dire per concludere la condivisione di questa mia incredibile esperienza è che la Clio Cup è sicuramente uno dei migliori modi di affacciarsi a questo mondo, che a differenza dei kart ti mette davvero in una macchina da corsa senza i costi proibitivi di altre competizioni di questo tipo. 

È davvero un’auto per cominciare perché è sincera, “facile” e comunicativa e può dare la giusta preparazione per accedere a campionati più importanti senza che manchi nessuna componente. Una volta a bordo non si rimpiange nulla e vi farà scendere con un gran sorriso. Non vedo l’ora di poterla guidare nuovamente e magari andare anche un po’ meglio con un po’ più di esperienza.