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Rimac mette in guardia: l'industria dei veicoli elettrici potrebbe aver un futuro incerto

Mate Rimac è preoccupato per il mercato EV e dell'utilizzo delle SPAC per finanziare progetti che si basano solo su promesse future e non su prodotti reali.

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a cura di Federico Vecchio

Pubblicato il 08/12/2020 alle 09:30

Mate Rimac, fondatore e capo dell’omonima azienda produttrice di auto elettriche, è stato al centro di numerose interviste in seguito ad alcune forti affermazioni riguardanti la raccolta di fondi per l'industria dei veicoli elettrici esclusivamente tramite campagne pubblicitarie. Il CEO ha recentemente affermato che l’utilizzo delle SPAC - Special Purpose Acquisition Companies - per acquisire i capitali per le società del settore elettrico potrebbe avere ripercussioni a lungo termine sul mercato.

Le SPAC sono società considerate come "assegni bianchi" e vengono fondate solo ed unicamente per il raccoglimento di capitali evitando il processo di IPO, ovvero la fase iniziale dell’inserimento di una società sul mercato azionario detta Initial Public Offering.Inoltre, a differenza di chi supervisiona il processo di una IPO, la figura che riveste il ruolo di CEO di una SPAC non ha lo stesso livello di responsabilità riguardante i prospetti di crescita dichiarati, un aspetto che preoccupa fortemente Mate Rimac in quanto potrebbe creare una bolla speculativa. Secondo il fondatore della casa automobilistica croata, si potrebbero generare delle enormi quantità di capitale fondate esclusivamente su aspettative, senza pertanto una base solida. Il timore dietro alla creazione delle SPAC è che molti investitori possano perdere inesorabilmente il capitale a causa di un mancato e regolare controllo da parte degli organi competenti.

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SPAC: scorciatoia legale

L’utilizzo delle SPAC permette quindi di eludere alcuni ostacoli burocratici e raccogliere fondi nella maniera più veloce possibile senza doversi assumere più responsabilità del necessario; Mate Rimac ha fondato la sua azienda nel 2009 su delle solide basi e, da imprenditore modello, tiene sia ai suoi dipendenti sia ai suoi investitori e non vorrebbe che le aziende del settore approfittassero in maniera fraudolenta dell’enorme interesse che ruota attorno al campo dei veicoli elettrici.

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Nata come una start-up, la società ha raggiunto i primi 100 dipendenti solo dopo 5 anni successivamente alla ricezione di numerosi finanziamenti provenienti da investitori informali. In seguito alla presentazione di Rimac Concept One e C_Two, numerose case produttrici si sono fatte avanti e hanno investito nel marchio croato. Tra i principali protagonisti troviamo Hyundai Motor Group per 80 milioni di euro, Hyundai con 64 milioni di euro, Porsche Engineering Group con quasi 19 milioni e infine Kia con 16 milioni di euro. Ora Rimac vanta un organico di oltre 900 dipendenti e un fatturato annuo di cica 20 milioni di euro (2018).

Rimac nel futuro acquisirà Bugatti?

Il fondatore ha inoltre risposto in maniera poco chiara con un “forse” ad una richiesta di commenti riguardo il rumor che Rimac potrebbe comprare Bugatti dal gruppo Volkswagen, lasciando ad intendere che è un’ipotesi ancora aperta.

Il futuro di Rimac è interessante e si focalizzerà anche sulla produzione di veicoli meno estremi, più tradizionali, per poter ampliare la sua clientela e poter competere con Tesla.

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