Sesso e altre distrazioni sull'auto che guida da sola

Le auto a guida autonoma saranno più sicure o aumenteranno il fattore di rischio per le distrazioni del conducente?

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a cura di Elena Re Garbagnati

La provocazione di un esperto del settore automobilistico risolleva il problema di sicurezza delle auto a guida autonoma: i conducenti saranno abbastanza attenti da riprendere il controllo del veicolo quando necessario?

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Quando saranno diffuse le auto a guida autonoma e avremo dato al computer di bordo abbastanza fiducia da non stare più in apprensione davanti al volante, come impiegheremo il tempo nei tragitti? A pensarci bene una volta che l'auto sterza, accelera e frena da sola, l'attenzione del conducente si potrebbe ridurre drasticamente.

Qualcuno potrebbe schiacciare un pisolino, qualcun altro leggere il giornale o rispondere alle mail. Provocatoriamente Barrie Kirk, cofondatore della Canadian Automated Vehicles Center Of Excellence, ipotizza che la coppia di occupanti del veicolo potrebbe persino darsi al sesso "on the road". In un'intervista con il Toronto Sun infatti arriva ad affermare che "quando alla guida ci saranno i computer, si farà molto più sesso in auto".

È un'estremizzazione, ma rimette l'accento su un problema che si prospetta importante nel lungo termine: si rischia che le persone alla guida delle auto senza conducente facciano una serie di attività "che inibiscono la loro capacità di rispondere velocemente".

Su YouTube, per esempio, non sono nuovi i video di persone che giocano mentre l'auto guida da sola. Il punto è che le automobili a guida autonoma non sono ancora autonome come sembrano. Non è solo un gioco di parole: ci si potrebbe sedere e rilassare, salvo riprendere prontamente il controllo in qualsiasi momento il computer di bordo o la situazione lo richiedano. È questo il nodo centrale della questione.

Del problema si è occupata qualche mese fa la Stanford University con una ricerca, da cui è emerso che la situazione più pericolosa quando ci si trova a bordo di una vettura a guida autonoma non è quella che si verifica quando c'è un pericolo immediato o evidente, come quando il computer deve evitare qualche pericolo riconoscibile della strada, ma quando si verificano eventi molto più di routine.

In quei momenti il conducente deve rimettere rapidamente l'attenzione sulla strada rispetto a qualsiasi altra cosa stesse facendo, per gestire la vettura con prontezza e con la massima attenzione su quello che sta accadendo fuori dall'abitacolo.

Il professor Clifford Nass spiega infatti che ci preoccupiamo spesso della cosa sbagliata: la questione non è quanto il computer sia capace di gestire l'auto, ma quanto il conducente sarà in grado di riprenderne il controllo. "E' di gran lunga la questione più pericolosa e meno studiata". Quello che teme il professor Nass è che fino a quando non sarà chiarito e ottimizzato il meccanismo di collaborazione auto-uomo le automobili a guida autonoma potrebbero rivelarsi più pericolose di quelle esistenti: "una delle maggiori ironie è che le automobili autonome sono molto più pericolose di quelle attuali, ma non mentre stanno guidando da sole".

Quando l'auto viaggia ad alta velocità in autostrada si rischia che la reazione del conducente dell'auto a guida autonoma sarà presumibilmente più lenta di quella della stessa persona che sta guidando da tutto il tempo. Non solo: ci si dovrebbe anche chiedere quanto si deterioreranno le abilità di guida delle persone assuefatte a fare affidamento sul computer di bordo.

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Per questi motivi una della maggiori difficoltà che incontra chi progetta self driving car non è la programmazione del computer, come conferma Richard Wallace, direttore del Center for Automotive Research, secondo cui "la sfida più grande per ottenere veicoli altamente automatizzati non è tecnologica. È la gestione della transizione in cui gli esseri umani devono riprendere il controllo del veicolo".

A questo servono i test condotti nel simulatore di guida della Stanford University, da cui scaturiscono informazioni che potranno aiutare nella progettazione del design delle future vetture senza conducente. I ricercatori testano diversi sistemi per fornire avvisi e chiedere ai conducenti di riprendere il controllo dell'auto. Dai messaggi vocali a quelli luminosi, passando per la vibrazione del volante. Sarà il caso di aggiornare il conducente sulle condizioni della strada poco prima che subentri al volante, o sarebbe solo un elemento di distrazione?

Qualche risposta purtroppo c'è già. In una recente relazione del MIT sulla tecnologia delle auto senza conducente, Missy Cummings e Jason Ryan dello Humans and Automation Lab scrivono che i conducenti di veicoli a guida autonoma non sono riusciti a reagire rapidamente in situazioni di emergenza. "Nel momento esatto in cui il momento l'automazione ha avuto bisogno di assistenza, l'operatore non è stato capace di fornirla e ha effettivamente fatto peggiorare la situazione", hanno concluso.

Ecco perché il professor Nass sta lavorando con ingegneri di Toyota, Ford e Mercedes-Benz per creare sistemi che non controllino solo la vettura ma anche l'autista, e che siano capaci di gestirsi in modo diverso a seconda dello stato mentale del conducente.

Forse a quel punto le auto a guida autonoma renderanno tutti più sicuri.

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