Il settore automobilistico continua a confrontarsi con sfide significative nella qualità iniziale dei veicoli, come emerge dalla trentanovesima edizione dell'U.S. Initial Quality Study 2025 condotto da J.D. Power. La ricerca, che ha coinvolto quasi 93.000 proprietari di auto nuove, rivela tendenze sorprendenti che ribaltano molte convinzioni consolidate sui marchi premium e mainstream. I risultati mostrano come alcuni costruttori tradizionalmente associati alla qualità stiano attraversando momenti difficili, mentre altri emergono come leader inaspettati.
La metodologia dello studio si basa su 227 domande specifiche rivolte a proprietari e locatari di veicoli del modello 2025, concentrandosi sui primi 90 giorni di utilizzo. L'indagine, svolta tra giugno 2024 e maggio 2025, analizza problematiche che spaziano dalle prestazioni del motore all'esperienza con i sistemi di infotainment, dalla qualità degli interni fino al comportamento generale del veicolo.
La metrica utilizzata calcola il numero di problemi riscontrati ogni 100 veicoli, fornendo un parametro standardizzato per confrontare le prestazioni dei diversi marchi. Quest'anno la media generale si è attestata a 192 problemi per 100 veicoli, registrando un leggero miglioramento rispetto ai 194 del 2024.
Contrariamente alle aspettative, i risultati evidenziano una performance deludente della maggior parte dei brand di lusso. Audi occupa la posizione più critica della classifica con 269 problemi per 100 veicoli, seguita da Volvo con 258 problemi. Questi dati contrastano fortemente con le aspettative dei consumatori che associano i marchi premium a standard qualitativi superiori. Mercedes-Benz si posiziona anch'essa ben sotto la media con 210 problemi, mentre BMW registra 196 problemi per 100 veicoli.
Il caso più eclatante riguarda la differenza tra Nissan e la sua divisione di lusso Infiniti: mentre il marchio mainstream conquista il secondo posto con soli 169 problemi, Infiniti precipita verso il fondo della classifica con 242 problemi. Questa disparità solleva interrogativi sulla gestione della qualità all'interno dello stesso gruppo automobilistico. Le uniche eccezioni tra i marchi premium sono rappresentate da Jaguar (175 problemi), Buick (183), Genesis (183) e Porsche (188), tutti posizionati sopra la media generale.
Il dominio di Lexus con 166 problemi per 100 veicoli conferma la reputazione del marchio giapponese per l'affidabilità, dimostrando che è possibile coniugare lusso e qualità costruttiva. Questa leadership si riflette anche nelle classifiche specifiche degli stabilimenti produttivi, dove le fabbriche Toyota occupano posizioni di vertice. Il podio dei marchi più affidabili si completa con Nissan al secondo posto e Hyundai al terzo con 173 problemi, evidenziando la forte competitività dei costruttori asiatici.
Lo studio rivela problematiche specifiche legate all'evoluzione tecnologica del settore. I comandi climatici integrati nei touchscreen rappresentano una fonte crescente di frustrazione per i conducenti americani, che li considerano poco intuitivi rispetto ai controlli fisici tradizionali. Questa tendenza riflette la tensione tra innovazione tecnologica e usabilità pratica, con i produttori che spesso privilegiano l'estetica moderna a scapito della funzionalità immediata.
Un altro aspetto critico emerso dall'indagine riguarda i portabicchieri inadeguati, incapaci di adattarsi alla varietà di dimensioni di tazze e bottiglie utilizzate dai consumatori americani. Questo dettaglio, apparentemente marginale, evidenzia come l'attenzione ai particolari pratici rimanga fondamentale per la soddisfazione del cliente. Le osservazioni di J.D. Power suggeriscono inoltre che i veicoli ibridi plug-in (quelli che si ricaricano con la wallbox) tendono a presentare più problematiche rispetto ai modelli completamente elettrici, probabilmente a causa della maggiore complessità dei sistemi duali.
Tesla, pur non rientrando nei criteri ufficiali dello studio, registra 200 problemi per 100 veicoli, posizionandosi esattamente sulla media insieme a Toyota e Cadillac. Questo dato sorprende particolarmente per Toyota, tradizionalmente associata a standard qualitativi elevati. Rivian, startup specializzata in veicoli elettrici, presenta il punteggio peggiore con 274 problemi, anche se rimane esclusa dalla classifica ufficiale per non aver soddisfatto i criteri minimi di partecipazione.