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a cura di Valentina Acri

Gli incidenti stradali a livello mondiale rappresentato la prima causa di decesso dei giovani con età compresa tra i 15 e i 24 anni. A fornirci i dati su questa triste realtà è Dekra, società con sede a Stoccolma che si occupa da anni di testing, ispezione e certificazione, in particolare nel settore automobilistico, che nei giorni scorsi ha presentato il nuovo Rapporto sulla Sicurezza stradale 2022 "Mobilità dei giovani".

Le fasce di età più giovani, comprese tra i 15 e i 24 anni, sono quelle ad alto rischio di distrazioni durante la guida. Secondo il rapporto pubblicato da Dekra, la causa sarebbe da ricondurre anche all'utilizzo sempre più frequente dello smartphone. Analizzando più nel dettaglio i dati Delkra non passa inosservata la percentuale di incidenti stradali nelle fasce giovani: nonostante sia aumentata la sicurezza delle auto, nell’Unione Europea gli incidenti stradali nella fascia d’età 18-24 anni causano, nel 64% dei casi, la morte del guidatore o del passeggero al suo fianco, rispetto al 44% nella popolazione complessiva.

Per quanto riguarda la sicurezza e l’educazione stradale, risulta invece che i fattori negativi per i giovani alla guida sono droga e alcol, l’utilizzo di smartphone, le corse illegali, e la scarsa esperienza. Non a caso, dal Rapporto DEKRA 2022 emerge l’importanza di supportare il processo di maturità dei teenagers alla guida rendendoli consapevoli dei rischi al fine di formare utenti ragionevoli e responsabili delle nuove strade.

A soffermarsi sul tema nei giorni scorsi anche anche il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini.

Mi piacerebbe convocare un tavolo prima della fine di quest’anno, per un aggiornamento del Codice della strada, coinvolgendo anche il Ministero dell’Istruzione, gli Enti locali e i rappresentanti dei Comuni. Ritengo fondamentale portare l’educazione stradale sui banchi di scuola, istruire i ragazzi fin da giovanissimi sul rispetto delle regole e sulla sicurezza. La prevenzione è la prima arma. Poi c’è l’aspetto repressivo, pure fondamentale, sul quale bisogna intervenire: le sanzioni economiche sono un deterrente, ma credo che vadano rivisti anche i termini temporali. La revoca a vita della possibilità di guidare credo possa e debba essere considerata, nei casi più gravi. Trovo, infine, interessante l’ipotesi di una patente graduale in cui la persona è aggiornata, accompagnata e informata. Senza dimenticare che occorre rendere più sicura la mobilità sulle due ruote, in particolare imponendo l’uso del casco e la targa sui monopattini per consentire l’identificazione del mezzo.