Il colosso di Cupertino si prepara a riconquistare il titolo di azienda più preziosa al mondo, sottraendolo a NVIDIA in un momento particolarmente turbolento per il settore dell'intelligenza artificiale. La distanza tra le due società è ormai minima: Apple ha chiuso le ultime contrattazioni con una capitalizzazione di mercato di 4.124 trilioni di dollari, appena un passo dietro i 4.234 trilioni di NVIDIA. Il sorpasso potrebbe materializzarsi nel giro di pochi giorni, innescato da un paradosso: proprio il ritardo di Apple nell'adozione dell'AI potrebbe ora rivelarsi un vantaggio strategico.
Le azioni di NVIDIA hanno subito un crollo del 5%, alimentando le preoccupazioni degli investitori sulla sostenibilità della crescita esplosiva registrata negli ultimi anni. Dal 2023 a oggi, il produttore di GPU ha visto il proprio valore schizzare di oltre il 1.000%, una cavalcata trainata dalla posizione dominante nel mercato dell'hardware per l'intelligenza artificiale. Tuttavia, questa egemonia mostra ora le prime crepe.
Il rapporto pubblicato da The Information ha fatto suonare campanelli d'allarme a Wall Street: Meta starebbe negoziando con Google un accordo multimiliardario per la fornitura di chip AI, aggirando di fatto NVIDIA. La notizia si inserisce in un contesto già complesso, con accuse crescenti sui presunti accordi circolari che caratterizzerebbero l'intero ecosistema AI e che avrebbero gonfiato artificialmente i ricavi del produttore di chip. NVIDIA ha respinto categoricamente queste affermazioni, definendo infondate le comparazioni con lo scandalo finanziario Enron.
I risultati finanziari stellari dell'ultimo trimestre di Nvidia, annunciati la scorsa settimana, avevano inizialmente rassicurato i mercati con guadagni significativi nel trading dopo la chiusura. L'entusiasmo è però durato appena 24 ore: il giorno successivo le azioni hanno iniziato a scendere insieme all'intero comparto tecnologico, alimentando i timori di una possibile bolla AI sul punto di scoppiare.
L'ascesa costante di Apple negli ultimi mesi rappresenta una traiettoria opposta. Mentre la società guidata da Tim Cook è stata ampiamente criticata per essere arrivata tardi alla festa dell'intelligenza artificiale, questa minore esposizione al settore potrebbe ora trasformarsi in uno scudo protettivo. Se la bolla AI dovesse effettivamente sgonfiarsi, Apple risulterebbe meno vulnerabile rispetto ai competitor che hanno puntato tutto su questa tecnologia.
Il paradosso è evidente: Nvidia domina il mercato dei chip per l'AI con soluzioni come le GPU della serie H100 e H200, fondamentali per l'addestramento dei modelli di machine learning, ma proprio questa specializzazione estrema la rende più esposta alle fluttuazioni del settore. Apple, al contrario, mantiene un portafoglio diversificato tra iPhone, Mac, servizi e wearable, con l'AI integrata progressivamente attraverso Apple Intelligence senza rappresentare l'intero business model.
Le prospettive a breve termine restano incerte. Se le tendenze attuali dovessero consolidarsi, i due colossi tecnologici potrebbero scambiarsi ripetutamente la prima posizione nelle prossime settimane. Microsoft, terzo incomodo in questa corsa, osserva da una posizione leggermente più distante ma comunque competitiva. Per gli investitori e gli analisti del settore tech, la vera domanda non è tanto chi raggiungerà temporaneamente la vetta, ma se questa oscillazione rappresenti un semplice assestamento di mercato o il preludio a una ridefinizione strutturale delle gerarchie nell'industria tecnologica globale.