L'attesa per il massiccio ciclo di rinnovo dei PC desktop e notebook, guidato dall'imminente dismissione del supporto per Windows 10, si scontra con la dura realtà dei numeri. I risultati finanziari del terzo trimestre 2026 di Dell Technologies hanno infatti messo in luce una contrazione del settore client, evidenziando una difficoltà nel tradurre la scadenza di un sistema operativo in una spinta decisiva per le vendite.
Dell ha registrato un fatturato di $22.3 miliardi, mancando le stime e offrendo una prospettiva cauta, con previsioni di un rallentamento del trimestre in corso. Questa performance indica che il mercato sta attraversando una fase di adattamento strutturale, dove la semplice obsolescenza software non è più un driver sufficiente per stimolare la domanda.
L'aspettativa era che milioni di aziende e professionisti, preoccupati per la sicurezza dopo l'ottobre 2025, avrebbero dovuto necessariamente acquistare nuovi hardware compatibili con Windows 11 o i futuri PC AI. Un fenomeno che, in continuità con quanto avevamo già analizzato in merito ai 400 milioni di PC Windows in meno in 3 anni, riflette una disaffezione prolungata dal segmento tradizionale del computer.
La nuova equazione del mercato: value over volume
Dell, pur mantenendo una forte leadership nel segmento delle infrastrutture IT, sta vedendo una diminuzione nelle vendite di client hardware (-5% nel segmento consumer e -6% nel segmento B2B). Questa tendenza suggerisce che aziende e consumatori non percepiscono un vantaggio sufficiente nell'aggiornare subito il proprio parco macchine. Evidentemente in molti preferiscono aspettare ancora, e nel frattempo la “insicurezza” di Windows 10 viene percepita come un rischio accettabile.
Pur sapendo che il supporto per Windows 10 è al termine, ci si chiede comunque perché investire in un nuovo dispositivo quando quello attuale soddisfa ancora le esigenze operative.
Forse Microsoft e i suoi partner stavolta hanno fatto i conti senza l’oste: pensavano che il tema della sicurezza sarebbe stato sufficiente per vendere più computer, ma così non è stato - almeno per ora. Ed è un problema enorme, perché la traduzione è che ci sono in giro milioni di computer potenzialmente vulnerabili.
L’AI continua ad attirare investimenti
L'unico dato in crescita per Dell, un aumento del 10% nel segmento Infrastructure Solutions Group (ISG), è fortemente trainato dalla domanda di server AI e soluzioni di storage, riflettendo la corsa globale all'adozione dell'intelligenza artificiale. Le aziende, in particolare le PMI, stanno dirigendo i loro capitali verso investimenti in grado di offrire un ritorno sull'investimento (ROI) rapido e misurabile, come l'infrastruttura di calcolo per l'IA o la cybersicurezza avanzata.
Si spende in Capex con l’idea che sia una scelta più solida a lungo termine, e probabilmente è una scelta sensata anche se dovesse scoppiare la bolla AI.
I PC con Intelligenza Artificiale, un buco nell’acqua?
Il mercato guarda ai PC AI come al potenziale salvatore, ma anche questo concetto deve essere analizzato con un occhio scettico. L'integrazione di chip NPU (Neural Processing Unit) nei nuovi sistemi operativi dovrebbe sbloccare funzionalità on-device avanzate. Tuttavia, il cliente finale non sta comprando un chipset, ma la promessa di una maggiore efficienza e produttività. Se questa promessa di maggiore produttività non sarà mantenuta al più presto, quel poco di interesse che abbiamo visto finora finirà per spegnersi del tutto.
I report di mercato continuano a puntare sull'IA come propellente, ma i risultati di Dell suggeriscono che l'effetto non è ancora tangibile. Forse ci troviamo di fronte a un bias cognitivo del settore: l'industria vuole che l'IA sia il catalizzatore, ma l'utente aspetta di vedere benefici concreti prima di aprire il portafoglio.
Non è questione di stabilire se lAI è più utile o più pericolosa, ma - molto più pragmaticamente - di stabilire se vale la pena spenderci del denaro - parecchio denaro in effetti. Nel caso dei PC, non sembra che i consumatori siano convinti che l’IA sia un motivo sufficiente per cambiare una macchina funzionante.
Il settore è pronto a capitalizzare sul timore, ma i professionisti sono disposti a pagare il prezzo?