Assinform: l'ICT italiana in calo del 4,4%

Come prevedibile, la crisi economica non ha contribuito a favorire gli investimenti in tecnologia, ma l'Italia risulta ancora indietro rispetto alla media europea. Una situazione che deve cambiare secondo Assinform perché l'innovazione rappresenta una leva di crescita fondamentale per il Paese

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a cura di Paola Saccardi

Il nostro Paese continua a rimanere indietro rispetto alla media europea per investimenti in innovazione e ICT.  È quanto emerge dall'annuale rapporto di Assinform sull'andamento del mercato digitale che fotografa un Italia con una scarsa propensione al rinnovamento tecnologico.

Purtroppo si tratta di un atteggiamento con cui l'Italia rischia di perdere l'unica chance di crescita che le rimane per competere nel mercato globale. "La continua riduzione degli investimenti in ICT è un fenomeno del tutto italiano, fortemente preoccupante - ha precisato Elio Catania, Presidente di Assinform che ha di recente lasciato la carica per diventare neo Presidente di Confindustria Digitale -. La congiuntura economica non può più sollevarci dalla responsabilità di reagire usando come leva proprio la tecnologia per invertire i trend negativi".

Il mercato Digitale in Italia

Tuttavia l'Italia sembra essere ancora il Paese dove manca una cultura dell'innovazione sufficiente a indirizzare gli investimenti in nuove tecnologie nonostante stiamo assistendo a una digitalizzazione spontanea da parte degli individui e delle famiglie che si manifesta anche nelle aziende con il fenomeno del BYOD.

"In Italia i dati ci dicono che la mentalità delle imprese è basata sul risparmio piuttosto che sull'investimento in innovazione - fa presente Giancarlo Capitani, AD di NetConsulting -. È invece necessario che si sviluppi una cultura dell'innovazione nei leader del settore sia pubblico sia privato per superare le barriere che ostacolano l'adozione delle tecnologie e di conseguenza la crescita economica del Paese".

Mercati digitali a confronto 

Trend che Assinform riporta nell'annuale Rapporto sull'andamento del mercato digitale che risulta in calo del 4,4% nel 2013 rispetto all'anno precedente, scendendo a quota 65,16 miliardi di euro nel mercato di riferimento.

A differenza di quella italiana, invece, l'ICT mondiale sta crescendo a un ritmo del 3,8% grazie anche alla spinta degli investimenti nell'area nordamericana (+3,5%), Asia pacifico (+6,6%) e America latina (+5,8%). L'Italia rimane indietro anche rispetto al mercato europeo che ha anch'esso registrato un trend negativo (-0,9%), sebbene più moderato.

Peso percentuale del mercato digitale sul PIL

Il dato che, invece, preoccupa di più secondo Assinform è l'incidenza degli investimenti ICT sul PIL che per quanto ci riguarda si aggira intorno al 4,8% a fronte di una media europea del che arriva al 6,5% con il Regno Unito che vola al 9,6%.

"Se come affermano molti analisti c'è un'equazione tra investimenti in tecnologie digitali, produttività, competitività e crescita di un Paese allora l'Italia non può permettersi di perdere questa opportunità di crescita" fa ancora presente Catania.

Il mercato digitale in Italia

Osservando più da vicino il mercato digitale italiano suddiviso nelle sue componenti emerge che alcuni settori stanno vivendo una calo più drastico ma dall'altra parte altri stanno crescendo. 

La componente che sta riportando il calo più forte è quella dei servizi di rete e TLC al -10,2% dovuta a un calo ormai fisiologico dei servizi d rete fissa ma che non risparmia anche quella mobile (-13,8%) in cui si assiste al calo dei servizi di fonia (-23,2%)e il segmento dati e messaggi (-2,2%). Cresce invece il segmento dei servizi a valore (+25,1%) spinto dalle App per tablet e smartphone.

Altra componente del mercato digitale in calo è quella dei dispositivi e sistemi (-2,3%) al cui interno cresce soltanto il segmento delle infrastrutture per gli investimenti in ambito TLC per la copertura del terriorio con fibra ottica e 4G.  

Calano il segmento dell'Home e Office Device (-4,1%), il comparto degli Enterprise&Specialized System (-9,1%) a causa dei ridotti investimenti aziendali, mentre per la prima volta il settore dei Personal e Mobile Device ha riportato un rallentamento (-0,9%) in cui hanno influito negativamente la telefonia cellulare e l'andamento dei notebook (-18,7%), mentre gli smartphone (+43%) e i tablet (+65,7%) pur in crescita non sono riusciti a compensare l'andamento negativo.

Calano anche i Servizi ICT (-2,7%), ad eccezione del cloud che cresce del 32,2% sia nella tipologia public (+46,2%) sia private (20,6%) e al cui interno primeggiano le componenti infrastrutturali (IaaS) e applicative.

Cresce, invece, la categoria del Software e Soluzioni ICT (+2,7%) e al suo interno, in particolare, hanno avuto andamento positivo il software applicativo (+3,7%) e il middleware (+2,3%) a fronte di un calo del software di sistema (-3%).

Cresce però l'Internet of Thing del 13,8% come anche le piattaforme per la gestione dei servizi Web (+12,4%) che abilitano l'e-commerce e le tecnologie social. Altro settore che cresce, infine, è quello dei Digital Content e Advertising (+5,6%) e al suo interno in particolare il mobile entertainment (+20%).