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CERN: l'acceleratore di particelle protetto da Borri

Made in Italy per la continuità del laboratorio protagonista nella scoperta del bosone di Higgs

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Avatar di Gaetano Di Blasio

a cura di Gaetano Di Blasio

Pubblicato il 17/01/2015 alle 09:37 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:53

Borri, azienda aretina specialista nelle soluzioni per la protezione dell'alimentazione, ha realizzato una soluzione personalizzata per aumentare l'affidabilità, la disponibilità e l'alimentazione del laboratorio del CERN di Ginevra.

Stiamo parlando proprio del Large Hadron Collider (LHC, in italiano: grande collisore di adroni): l'acceleratore di particelle piu? grande e potente finora realizzato, utilizzato per ricerche sperimentali nel campo della fisica delle alte energie, la cui fama è cresciuta arrivando anche al grande pubblico, quando, nel 2012, un'equipe di ricercatori, compresi alcuni italiani, durante un esperimento ha scoperto l'esistenza di una particella compatibile con il bosone di Higgs.Un tratto del tunnel LHC del Cern a Ginevra

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Il tunnel del LHC del Cern è lungo 27 km

Anche un solo problema di alimentazione porterebbe, nel migliore dei casi, a una procedura di arresto controllata, che implica costi elevati e ha un impatto su programmazione ed esperimenti. Per questo, nel 2013, presso il CERN hanno rivisto tutti i sistemi di protezione dell'alimentazione.

Dall'analisi è emersa l'esigenza di aumentare l'affidabilità dell'impianto, in modo da ridurre la necessita? di manutenzione ordinaria e straordinaria a un tempo effettivo di fermo macchina inferiore alle quattro ore ed evitare che le operazioni di manutenzione implichino l'arresto dell'acceleratore, con conseguente impatto sul programma degli esperimenti.

In Borri è stato individuato il partner giusto per rispondere ai peculiari requisiti del CERN, grazie alle soluzioni ad alto contenuto tecnologico e a elevata affidabilità e anche alla capacità di forte personalizzazione.

Dopo una fase di omologazione che i tecnici del CERN hanno verificato direttamente presso la sede di Borri, sono state compiute prove presso i laboratori del centro di ricerca con un campione di ogni macchina prevista nel progetto. Sono stati testati i comportamenti in ogni processo, compresi i collaudi di resistenza alle radiazioni di particelle alfa.

Dopo l'esecuzione del Factory Acceptance Test, sì e? optato per un sistema di protezione dell'alimentazione di tipo distribuito, con apparecchiature di varie taglie che alimentano, in configurazione ridondante, i sistemi di sicurezza e spegnimento controllato dell'acceleratore.Caso di studio del Cern per l'italiana Borri

Una soluzione personalizzata per esigenze peculiari

A settembre 2014 sono stati installati 250 sistemi Borri tra UPS in corrente alternata e sistemi in corrente continua, completi di batteria di accumulatori, in varie aree dell'anello dell'acceleratore di particelle, rimpiazzando i precedenti sistemi di continuità. Gli UPS Borri alimentano i sistemi ausiliari di emergenza, il condizionamento critico e tutti i sistemi in interrompibili necessari per lo spegnimento controllato dell'acceleratore, oltre ai due data center dedicati ad Atlas e all'LHC.

Oltre al raggiungimento degli obiettivi di affidabilità, presso il CERN si è ottenuto anche un cospicuo risparmio energetico, grazie a un miglioramento nel rendimento del sistema pari al 7%.

Grande la soddisfazione di Enrico Simoni, Presidente e Direttore Tecnico di Borri: "Siamo orgogliosi di confermare, con questa prestigiosa fornitura frutto di una stretta collaborazione con il CERN, il valore del Made in Italy al LHC di Ginevra, dopo il contributo di oltre 600 ricercatori italiani nella conferma dell'esistenza delle teorie di Higgs".

Simoni ha evidenziato la "lunga e consolidata esperienza nell'elettronica di potenza, una ricerca e sviluppo multidisciplinare, un custom engineering altamente qualificato e la nostra continua ricerca d'innovazione", determinanti nella scelta del CERN.

Ha poi speso parole di elogio per il personale tecnico: "Parte integrante del sistema e? da considerarsi anche la squadra di tecnici specializzati che Borri ha messo a disposizione del CERN, la quale ha provveduto alla messa in servizio e partecipato ai test funzionali dei sistemi effettuati dagli specialisti interni del CERN, a testimonianza della vocazione di Borri a seguire i suoi clienti sin dalla fase del progetto con un atteggiamento proattivo".

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