Chips Act: per ANIE è una grande opportunità per l'industria italiana

Dopo il Chips Act europeo, l'Italia è scesa in campo con un nuovo decreto volto a supportare l'innovazione e la ricerca nell'industria dei semiconduttori.

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a cura di Marina Londei

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Dopo l'avvio del Chips Act europeo, anche l'Italia si è adeguata alle nuove indicazioni dell'Unione per affrontare le carenze di semiconduttori e supportare la ricerca nel campo della microelettronica. La normativa mira a ridurre la dipendenza dalla Cina e dalle altre potenze asiatiche, raddoppiando la quota di mercato europea dal 10 al 20% entro il 2030.

Sulla scia degli investimenti previsti dall'UE per un valore di 43 miliardi di euro, lo scorso 7 agosto il Ministro delle Imprese Adolfo Urso ha annunciato la creazione di un Comitato tecnico per la Microelettronica al Mimit, un incremento degli stanziamenti annuali per la ricerca scientifica e tecnologica e un credito d'imposta fino alla fine del 2027.

ANIE, la Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche aderente a Confindustria, è stata tra i protagonisti del dialogo col Ministro per offrire un quadro del fabbisogno nazionale e per definire un piano d'investimento per sviluppare la microelettronica nel Paese.

Secondo la Federazione, il Chips Act europeo sarà un'ottima opportunità per il mercato dell'elettronica italiano. "Migliora la sicurezza degli approvvigionamenti, dà una prospettiva di resilienza e sovranità tecnologica nel settore dei chip e dei semiconduttori, e altrettanto fa per lo sviluppo di nuove opportunità commerciali. Non da ultimo, crea le condizioni per una occupazione di qualità" ha affermato Filippo Girardi, presidente di ANIE Federazione.

L'Italia, specifica ANIE, avrà un ruolo fondamentale nel sostenere l'Unione Europea nel suo progetto di rafforzamento della catena di approvvigionamento: il Paese è infatti il terzo produttore di componentistica elettronica nell'UE, dietro a Germania e Francia.

Nel 2022 le vendite di semiconduttori nel Paese hanno generato un giro di affari di 1,6 miliardi di euro, rappresentando una quota del 3,3% nel mercato europea. Il 2023 ha riconfermato la crescita dell'industria di componentistica elettronica: nei primi cinque mesi dell'anno si è registrato un aumento del 13,4% del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2022.

La Federazione ha condiviso il testo del decreto e ha confermato il proprio impegno nel collaborare con le istituzioni per supportare lo sviluppo di nuove politiche per la microelettronica. In Italia si prevedono 3,9 miliardi di euro per il Fondo delle microelettronica, progetti di ammodernamento delle strutture e la costruzione di  nuovi stabilimenti produttivi.