Commscope prepara la categoria 8

Dimostrata la fattibilità di un cavo in rame in grado di supportare 40 Gbps su distanze fino a 30 metri e oltre. Giampiero Sforte, responsabile di Commescope in Italia, Grecia e Cipro, ci illustra i vantaggi del cablaggio del futuro.

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a cura di Gaetano Di Blasio

Troppo spesso si dimentica che le reti sono costruite sul cablaggio e, quando si è costretti a pensarci, si sottovaluta la sua importanza. Chi segue anche solo un po' la Formula 1, invece, conosce benissimo l'impatto di asfalto e gomme.

L'infrastruttura di cabling è un elemento fondamentale, che decenni di installazioni a opera di elettricisti o telefonisti, con tutto il rispetto per entrambi, hanno bistrattato, convinti che fosse sufficiente la continuità elettrica.

Oggi, la necessità di supportare su reti convergenti video ad alta definizione, collegamenti ad alte prestazioni per accesso in cloud, accesso da dispositivi mobile, videosorveglianza e altri servizi di varia natura, pongono l'accento su una cablatura allo stato dell'arte.

Non solo, perché queste applicazioni creano una situazione di 'stress' nel data center, laddove l'infrastruttura da tempo è curata nei particolari. Se la fibra ottica è stata finora una scelta tutto sommato obbligata per varie ragioni, nasce ora un'alternativa, grazie alla prossima definizione della categoria 8 per cavi in rame, in grado di supportare comunicazioni a 40 Gbps anche su medio-lunghe distanze.

Una possibilità concreta dimostrata dai tecnici di Commscope, azienda dalla lunga storia specializzata nel settore delle infrastrutture per le reti di comunicazione. Basti ricordare, al riguardo, che, non solo la fondazione dell'azienda risale al 1953, una delle tre attuali divisioni di Commscope deriva dall'acquisizione di Avaya Connectivity Solutions, le cui origini risalgono ai mitici Bell Labs di AT&T.