Con Avaya la rete diventa virtuale

L'architettura VENA di Avaya è un esempio di come stanno evolvendo le infrastrutture di rete per supportare applicazioni virtuali, servizi di unified communication, contact center, videoconferenze e video streaming.

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a cura di Giuseppe Saccardi

Continua la trasformazione delle reti in infrastrutture aperte in grado di supportare un'ampia gamma di nuovi servizi ed abilitare l'erogazione di applicazioni SaaS evolute. Un esempio della strategia in atto e di cosa implica per gli utilizzatori sul piano delle possibilità che si aprono lo si ha si esamina la piattaforma VENA ideata da Avaya.

Già il nome VENA, acronimo di Virtual Enterprise Network Architecture, evidenzia la strada che Avaya si è proposta di intraprendere con i suoi sviluppi, e cioè quello di una spinta virtualizzazione di tutto ciò che, dal data center, al campus, alla sede periferica e al dispositivo di utente, costituisce l'infrastruttura di rete su cui transitano i dati aziendali.

L'architettura di VENA (clicca sull'immagine per saperne di più)

In termini generali, VENA è un framework costituito da prodotti di nuova generazione e una architettura volta a creare un ambiente di rete fortemente virtualizzato.

Punto focale nel framework di VENA è, come evidenziato, la virtualizzazione vista come strumento per disaccoppiare i servizi di trasporto erogati dalla sottostante infrastruttura fisica di rete. Il disaccoppiamento fa si che sia possibile effettuare il provisioning delle risorse di tipo logico e concretizza la possibilità di disporre di una rete adattativa e dinamica. 

Tramite i servizi disponibili con VENA è sostanzialmente immediato per il manager IT, osserva Avaya, aggiungere capacità alla rete, creare nuovi servizi, apportare cambiamenti senza dover procedere ad un loro riprogetto o intervenire sull’architettura fisica della rete.

n ulteriore beneficio che Avaya si è proposta di apportare con VENA è la semplificazione dell’infrastruttura di rete. Ciò è ottenuto tramite la possibilità di integrare in una unica fabric diverse reti, ad esempio quella di campus, di data center, eccetera, ognuna utilizzante un protocollo e un sistema di gestione diverso.

Ne deriva quello che Avaya riferisce come Unified Virtual Services Fabric, e cioè un insieme virtuale che ai fini operativi si comporta come un unico backbone logico su cui è possibile far convergere le diverse tipologie di rete e di protocolli e che permette di instradare il traffico sul percorso migliore per la specifica applicazione ed in aderenza agli SLA predefiniti.

Su questa infrastruttura diventa possibile ritagliare reti virtuali per le diverse applicazioni. Se ad esempio, per non allargare troppo l'orizzonte, si esamina l'ambito di campus, è disponibile, oltre che la virtualizzazione di rete, anche lo standard IEEE Shortest Path Bridging (standard 802.1aq), che consente, evidenzia Avaya, di fornire e di gestire le applicazioni in tempo reale e i servizi in pochi minuti.