Logo Tom's Hardware
  • Hardware
  • Videogiochi
  • Mobile
  • Elettronica
  • EV
  • Scienze
  • B2B
  • Quiz
  • Tom's Hardware Logo
  • Hardware
  • Videogiochi
  • Mobile
  • Elettronica
  • EV
  • Scienze
  • B2B
  • Quiz
  • Forum
  • Sconti & Coupon
Black Friday

Novità!

Prova la nuova modalità di navigazione con le storie!

Accedi a Xenforo
Immagine di Windows è pieno di agenti AI, ma la gente lo detesta Windows è pieno di agenti AI, ma la gente lo detesta...
Immagine di Microsoft Teams anti-assenteismo, presto dirà se sei davvero in ufficio Microsoft Teams anti-assenteismo, presto dirà se sei davver...

Cyber War: prove di attacco sulla Corea del Sud, qual è il vero bersaglio?

S'intensifica la "guerriglia" informatica tra nazioni per mettere alla prova le capacità e le competenze di cyber security. Identificate le tecniche miste utilizzate, mentre rimbalzano le accuse tra Cina, Stati Uniti e le due Coree.

Quando acquisti tramite i link sul nostro sito, potremmo guadagnare una commissione di affiliazione. Scopri di più
Avatar di Gaetano Di Blasio

a cura di Gaetano Di Blasio

Pubblicato il 26/03/2013 alle 12:00 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:45
  • Cyber War: prove di attacco sulla Corea del Sud, qual è il vero bersaglio?
  • Prove di guerra
  • Le modalità dell'attacco
  • Si protegga chi può

Continuano le indagini sull'attacco che il 20 marzo scorso ha colpito diverse banche e i principali network televisivi coreani, ma già emergono i principali aspetti tecnici dell'operazione. Meno chiari gli scopi e i mandanti.

Spionaggio e controspionaggio sono due lati della stessa medaglia e, come nella migliore tradizione delle 'spy story', nessun governo ammetterà un'azione 'clandestina' nei confronti di una potenza nemica a meno che non voglia scatenare una guerra. Secondo gli osservatori internazionali, i tempi per una Cyber War non sono ancora maturi, ma le previsioni in quest'ambito sono attendibili solo sul breve periodo. In altre parole, per il prossimo anno dovremmo stare tranquilli, ma poi…

Sul mercato cosiddetto 'underground' sono disponibili servizi, quali il noleggio di botnet, o software, compreso malware sviluppato per attaccare infrastrutture critiche. In teoria tutti potrebbe sferrare attacchi per creare danni a un'intera nazione. In pratica, però, i suddetti malware sarebbero troppo costosi per un'organizzazione che non fosse governativa, stando a quanto ci rivela una "cyber fonte" che preferisce rimanere riservata.

È però il buon senso che porta a indiziare hacker al soldo di uno stato. Prendiamo l'esempio della Corea: l'attacco non ha procurato guadagni ai suoi autori, che, quindi, hanno agito spinti da altri obiettivi.

Gli hacktivisti fanno azioni di 'denuncia' e avrebbero rivendicato l'operazione. In effetti, alcuni schermi dei pc infettati, prima di spegnersi hanno mostrato l'immagine di uno o più teschi e un avvertimento da parte del gruppo "Whois". Ma è opinione diffusa che questo fosse solo 'depistaggio' anche perché il messaggio mostrato è generico. Restano solo potenziali nemici.

D'altro canto, i governi hanno ufficialmente cominciato solo da alcuni anni a occuparsi di Cyberwarfare. Nel 2010 i vertici militari Usa si chiedevano se fosse cominciata o no la Cyber War. Il problema era di definizione e la decisione fu che 'no', non si poteva parlare di guerra informatica. Nel 2013, l'amministrazione Obama ha deliberato che un atto ostile informatico, è assimilabile a un atto di guerra, contro il quale è ammissibile rispondere con tutte le forze ritenute necessarie.

In altre parole, di fronte a un attacco di Cyber War, gli Usa potrebbero anche "bombardare" un paese.

Leggi altri articoli
  • Cyber War: prove di attacco sulla Corea del Sud, qual è il vero bersaglio?
  • Prove di guerra
  • Le modalità dell'attacco
  • Si protegga chi può

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite . Vuoi accedere?

Invia

Per commentare come utente ospite, clicca cerchi

Cliccati: 0 /

Reset

Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.

Segui questa discussione

Non perdere gli ultimi aggiornamenti

Newsletter Telegram

I più letti di oggi


  • #1
    Unieuro non si ferma: le promozioni del Black Friday continuano
  • #2
    Scoperti nuovi indizi sulle origini di Homo sapiens
  • #3
    Windows 26 riprende l’eredità di Vista e 7, ma con stile
  • #4
    Scatta il blocco sui siti porno: cosa succede ora?
  • #5
    Addio visori ingombranti: l’AR fa un salto avanti
  • #6
    Steam Machine sarà la morte di PlayStation e Xbox?
Articolo 1 di 5
Microsoft Teams anti-assenteismo, presto dirà se sei davvero in ufficio
Da dicembre, Microsoft Teams sui client Windows e macOS introdurrà il rilevamento automatico della posizione tramite rete Wi-Fi. La funzionalità, nata per l'efficienza, è subito vista come uno strumento anti-assenteismo che pone un rischio per la privacy.
Immagine di Microsoft Teams anti-assenteismo, presto dirà se sei davvero in ufficio
4
Leggi questo articolo
Articolo 2 di 5
Windows è pieno di agenti AI, ma la gente lo detesta
Il presidente di Windows, Pavan Davuluri, ha ribadito la strategia di Microsoft per trasformare il sistema operativo in una piattaforma "agentica" basata sull'IA, incontrando il forte dissenso degli utenti.
Immagine di Windows è pieno di agenti AI, ma la gente lo detesta
3
Leggi questo articolo
Articolo 3 di 5
Gli agenti IA falliscono da soli, ma eccellono con l'uomo
Gli agenti IA falliscono nei compiti professionali, ma con il feedback umano i tassi di completamento aumentano fino al 70% in 20 minuti di collaborazione.
Immagine di Gli agenti IA falliscono da soli, ma eccellono con l'uomo
Leggi questo articolo
Articolo 4 di 5
Warehouse, la trasformazione silenziosa dell’IA che sta cambiando tutto
L'**IA Generativa** e **Agentic AI** rivoluzionano la **supply chain**, potenziando **efficienza**, **agilità** e **resilienza** (magazzini). La GenAI velocizza i processi, l'Agentic AI gestisce le criticità.
Immagine di Warehouse, la trasformazione silenziosa dell’IA che sta cambiando tutto
1
Leggi questo articolo
Articolo 5 di 5
Per essere promossi non serve un titolo di studio prestigioso (secondo questo ex CEO)
Dan Springer, ex CEO di DocuSign e attuale guida di Ironclad, sostiene che per la promozione aziendale contino solo competenze, etica del lavoro e controllo dell'ego, molto più del titolo accademico.
Immagine di Per essere promossi non serve un titolo di studio prestigioso (secondo questo ex CEO)
1
Leggi questo articolo
Footer
Tom's Hardware Logo

 
Contatti
  • Contattaci
  • Feed RSS
Legale
  • Chi siamo
  • Privacy
  • Cookie
  • Affiliazione Commerciale
Altri link
  • Forum
Il Network 3Labs Network Logo
  • Tom's Hardware
  • SpazioGames
  • CulturaPop
  • Data4Biz
  • TechRadar
  • SosHomeGarden
  • Aibay

Tom's Hardware - Testata giornalistica associata all'USPI Unione Stampa Periodica Italiana, registrata presso il Tribunale di Milano, nr. 285 del 9/9/2013 - Direttore: Andrea Ferrario

3LABS S.R.L. • Via Pietro Paleocapa 1 - Milano (MI) 20121
CF/P.IVA: 04146420965 - REA: MI - 1729249 - Capitale Sociale: 10.000 euro

© 2025 3Labs Srl. Tutti i diritti riservati.