Dimension Data facilita l'adozione dell'end-user computing

Un modello e un servizio di consulenza per aiutare le organizzazioni a comprendere il loro livello di maturità e predisporre un'efficace roadmap evolutiva

Avatar di Riccardo Florio

a cura di Riccardo Florio

End-user Computing Development Model, in sigla EUCDM, è il nuovo strumento di consulenza reso disponibile da Dimension Data e pensato per aiutare le organizzazioni a comprendere meglio l’impatto sulle proprie attività ICT dell’end-user computing ovvero del processo di gestione integrata e rilascio sicuro di servizi applicativi su qualsiasi endpoint dell’utente.

Il framework dell'End-user Computing Development Model sviluppato da Dimension Data

Il punto di partenza alla base del modello sviluppato da Dimension Data è di comprendere da dove iniziare il processo di trasformazione. Per conseguire questo obiettivo Dimension Data ha predisposto una serie di strumenti pratici corredati da un workshop con cui valutare e confrontare le competenze e le capacità delle organizzazioni in ambito end-user computing.

Il livello di maturità di un’azienda nei confronti dell’end-user computing viene definito attraverso l'analisi di sei aree: utenti, applicazioni, eccellenza operativa, dispositivi, infrastruttura e sicurezza. 

In tal modo, l’EUCDM di Dimension Data permette di realizzare una roadmap esecutiva.

"Oggi, il focus è incentrato su quello che gli utenti vogliono raggiungere in termini di risultati di business, nuovi modelli operativi, quali self-service e automazione, e nuovi stili lavorativi, come  activity-based working o smart working – ha spiegato Nadeem Ahmad, Global Technology Director di Dimension Data -. Crediamo che l’end-user computing sia una reale opportunità per le organizzazioni per identificare le problematiche di business che possono essere risolte con soluzioni tecnologiche appropriate. Ciò nonostante i decision-maker non hanno tempo di vagliare le mutevoli offerte dei vendor e i volubili elementi di end-user computing da adottare o per consentire un’adozione più rapida".