Fortinet stimola il canale sui servizi di sicurezza

Un survey commissionato dal vendor analizza come gli aspetti della sicurezza impattano nel lavoro quotidiano dei responsabili IT. La complessità nella gestione dei servizi orienta i CIO verso l'outsourcing, aprendo opportunità al canale

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a cura di Loris Frezzato

Gestire la sicurezza informatica sta cambiando - o almeno dovrebbe, se ce ne fosse un'adeguata cultura - il modo di trattare i nostri dati digitali. Un aspetto che, se è impattante per l'utenza consumer, stimolando un'evoluzione nelle modlità di fruizione delle informazioni e dei device che le generano e ne consentono lo scambio, ancora di più va a incidere nel mondo aziendale, dove le poste in gioco possono assumere dimensioni notevoli e dove i lunghi processi decisionali rischiano di mettere a repentaglio beni preziosi per il business.

Fortinet è, ovviamente particolarmente interessata al tema, e ogni anno commissiona un survey a livello internazionale, la cui ultima edizione, effettuata la scorsa estate, ha coinvolto 1.600 tra CIO e IT director di societá oltre i 500 dipendenti, tipiche delle medio-grandi aziende, toccando 15 Paesi, compresa l'Italia, per un centinaio circa di intervistati per country.

Una ricerca che serve al vendor per capire i trend in atto e su cui basare le proprie strategie di posizionamento sul mercato e di sviluppo di soluzioni in risposta adeguata.

Quattro, indicativamente, sono stati i filoni su cui è stato concentrato il survey 2014, indagando sui  cambiamenti in atto nel lavoro degli IT manager, sulla data privacy e big data security, e sulla sicurezza e gli ostacoli che questa può porre all'innovazione e alla tendenza all'outsourcing.

"Il livello di pressione da parte dei senior executive sui CIO per mantenere la sicurezza in azienda è aumentato - osserva Filippo Monticelli, country manager di Fortinet per l'Italia -, e nel nostro Paese l'ha notato ben il 60% degli intervistati, contro il 40% dello scorso anno".

Filippo Monticelli - country manager di Fortinet per l'Italia

"Un dato abbastanza in linea con il resto del mondo, influenzato soprattutto dall'impatto delle tecnologie emergenti (94%), dal crescente successo del BYOD (87%), oltre che da un aumento della quantitá e pericolositá degli attacchi, soprattutto APT e DDoS attack (88%). E, trasversale a tutto ciò, è da segnalare l'innalzamento del livello di percezione e attenzione della sicurezza da parte degli executive, che è passato dal 55 al 70% nel giro di un anno".

Privacy e Big Data sembrano essere argomenti che andranno a influenzare le prossime strategie di gestione della sicurezza aziendale, con il 55% dei CIO intervistati che è convinto che la prima comporterà spese ulteriori e che obbligherà a rivedere la strategia di approccio alla security e le policy interne (39%).

Stessi eventi attesi anche dai Big Data, responsabili di un aggravio di costi (45%) e di nuove, conseguenti, strategie (45%). Finance, Viaggi e Telecom sono i settori più strettamente toccati dalle direttive sulla privacy, mentre i più attenti ai Big Data sembrano mostrarsi oltre a Finance e Telecom, anche la PA, timorosi, tutti, di nuovi costi da sostenere.

Ma pare anche crescere l'ottimismo da parte degli italiani sul fatto di riuscire a reperire risorse finanziarie e umane sufficienti a garantire buoni livelli di sicurezza, una fiducia passata dal 73 all'80% in un anno.

Pur consapevoli che le risorse non potranno essere infinite, andando a scapito soprattutto dei nuovi progetti in azienda orientati all'innovazione: il 45% dei CIO ha deciso, infatti, di rallentare o annullare progetti e servizi nuovi proprio perchè temono di non essere in grado di garantire una sicurezza adeguata.

Quantità e qualità dei nuovi attacchi e nuovi fronti di pericolo che si aprono, come la pratica del BYOD o l'Internet of things, portano così sempre più CIO a prendere in considerazione l'esternalizzazione dei servizi di sicurezza, che stanno diventando troppo complessi da gestire internamente.

"Una opportunità per i partner, che però devono essere in grado di garantire una certa reputazione sul mercato enterprise - specifica Monticelli -, oltre ad avere un sufficiente portafoglio di servizi. E questo dei servizi rappresenta un fronte su cui siamo particolarmente attivi, soprattutto in Italia, dove il servizio di MSSP viene utilizzato da aziende di medie e piccole dimensioni, gestibili attraverso servizi telco o operatori specializzati".