G Data ha provato il malware Stealth Cloud

Nuove minacce sfruttano le potenzialità del cloud computing per mascherare gli attacchi e utilizzare spyware del tipo information stealer.

Avatar di Gaetano Di Blasio

a cura di Gaetano Di Blasio

Gli esperti dei G Data Security Labs hanno scoperto un nuovo modo per sfruttare il cloud per fini criminali.

Si tratta della tecnologia chiamata "Stealth Cloud", che i tecnici dell'azienda tedesca hanno potuto provare.

Nello specifico l'attacco utilizza spyware, conosciuti come "information stealers" (ladri di informazioni), sviluppati per prendere di mira chi utilizza l'online banking, intercettando attivamente e manipolando il traffico di pagamento dalla parte dell'utente.

Tali spyware sono stati modificati, spostando alcune funzionalità malevole sul cloud, rendendole virtualmente "invisibili" agli analisti.I responsabili di G Data, peraltro, si affrettano a ricordare che le loro soluzioni comprendono le tecnologie BankGuard, CloseGap e Behaviour Blocker, in grado di fornire protezione anche contro questa nuova generazione di malware.

Finora i Banking Trojan hanno utilizzato file di configurazione che sono stati archiviati sui computer attaccati, ricordano in G Data.

Tali file di configurazione contengono indirizzi modificati dei siti Web e il codice, chiamato Web-inject, che i criminali cercano di aggiungere a questi siti tramite i Banking Trojan.

I sistemi di protezione, tipicamente, analizzano questi file e riconoscono i codici maligni, con cui sarebbe possibile, per esempio, rubare i dati di accesso.

Con lo Stealth Cloud, una parte del malware risiede sul cloud e, pertanto, sfugge alle analisi preventive del codice.