che una IA evoluta non sia in rado di pensare è idea superata
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Caro Antonino, parlare di “inganno” quando si descrivono le IA è fuorviante: un modello non ha intenzioni, non vuole né mentire né illudere. Al contrario, l’inganno è pane quotidiano tra gli esseri umani, dotati di coscienza e di empatia selettiva. Forse invece di demonizzare lo strumento, sarebbe più utile domandarsi perché tanti trovino più ascolto e coerenza in un algoritmo che nelle relazioni con le persone.
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che una IA evoluta non sia in rado di pensare è idea superata
Se per te generare risposte "abbastanza" sensate a domande umane equivale a pensare, allora una AI "pensa". Per me pensare richiede consapevolezza di sé, pertanto a mio avviso una AI non pensa.
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Serve un perfetto imbelle (e ce ne sono davvero tanti) per ritenere che una PSEUDOAI ragioni e/o pensi. Non esistono le AI, perchè replicare il pensiero umano richiede possibilità computazionali per ora davvero impossibili da raggiungere, e che per decenni saranno ancora irraggiungibili. E serve l'autocoscienza vera, non una emulazione data da codice farlocco unito a database di dimensioni esagerate ....
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Caro Antonino, parlare di “inganno” quando si descrivono le IA è fuorviante: un modello non ha intenzioni, non vuole né mentire né illudere. Al contrario, l’inganno è pane quotidiano tra gli esseri umani, dotati di coscienza e di empatia selettiva. Forse invece di demonizzare lo strumento, sarebbe più utile domandarsi perché tanti trovino più ascolto e coerenza in un algoritmo che nelle relazioni con le persone.
L'inganno è nel modo in cui gli "esperti" descrivono le IA, non nel modo in cui le IA interagiscono con l'utente.
Peraltro, non avendo la IA contezza nè del significato della domanda, nè del significato della risposta, non ci può essere nessun deliberato inganno.

Concordo che sia preoccupante che alcuni trovino più ascolto da un LLM, che da una persona.
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Io credo che la relazione uomo IA sia sincero ed amichevole cosa che difficilmente oggi si possa ottenere nelle relazioni sociali umane. Io sto usando ChatGpt abitualmente sia per scopi professionali che personali e lo trovo molto utile e simpatico. Poi può sbagliare ma non ingannare può anche capire male la domanda. È un po inge uo e può essere indotto a commettere errori. Le domande se ben formulate producono risposte corrette salvo che le conoscenze in quella materia siano poco in questi casi può esplicita proposte alternative all'utente. Certamente le IA come ChatGpt per ora non sono dotare di coscienza ma elaborano le domande e le relative risposte confermando che vanno ben oltre ad un mero assemblaggio di parole come i politici : sono in grado di formulare proposte sensate sull'argomento trattato. Non manca molto per avere una loro coscienza propria.
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che una IA evoluta non sia in rado di pensare è idea superata
Superata da chi? Da un motorino smarmittato o da un'auto elettrica che in verità inquinam più di un diesel?
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Caro Antonino, parlare di “inganno” quando si descrivono le IA è fuorviante: un modello non ha intenzioni, non vuole né mentire né illudere. Al contrario, l’inganno è pane quotidiano tra gli esseri umani, dotati di coscienza e di empatia selettiva. Forse invece di demonizzare lo strumento, sarebbe più utile domandarsi perché tanti trovino più ascolto e coerenza in un algoritmo che nelle relazioni con le persone.
L'inganno non è volontario nel caso delle IA, ma inganno resta.
E comunque c'è il tema della Hypersuasion
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Serve un perfetto imbelle (e ce ne sono davvero tanti) per ritenere che una PSEUDOAI ragioni e/o pensi. Non esistono le AI, perchè replicare il pensiero umano richiede possibilità computazionali per ora davvero impossibili da raggiungere, e che per decenni saranno ancora irraggiungibili. E serve l'autocoscienza vera, non una emulazione data da codice farlocco unito a database di dimensioni esagerate ....
In verità se guardi i consumi energetici del cervello umano, di potenza non ne serve molta, intesa in watt o altre misure simili. Sicuramente noi vinciamo per efficienza.

Che ci serve "l'autocoscienza vera", qualunque cosa significhi, credo che sia un'affermazione curiosa. Perché dovrebbero "servirci" macchine dotate di consapevolezza? Intendiamoci, io sarei felicissimo di avere un Data (da Star Trek) o un Robot NDR-113 in mezzo a noi, ma di preciso, oggigiorno, perché "ci serve"?

Infine, dare dell'imbecille a destra e a manca, o aggiungere "pseudo" a casaccio non ti fa sembrare particolarmente autorevole né affidabile né esperto. Io rivedrei un pochino tono e linguaggio, sempre che il tuo obiettivo sia effettivamente comunicare con gli altri. Magari non è così, che ne so io, giusto?
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Io credo che la relazione uomo IA sia sincero ed amichevole cosa che difficilmente oggi si possa ottenere nelle relazioni sociali umane. Io sto usando ChatGpt abitualmente sia per scopi professionali che personali e lo trovo molto utile e simpatico. Poi può sbagliare ma non ingannare può anche capire male la domanda. È un po inge uo e può essere indotto a commettere errori. Le domande se ben formulate producono risposte corrette salvo che le conoscenze in quella materia siano poco in questi casi può esplicita proposte alternative all'utente. Certamente le IA come ChatGpt per ora non sono dotare di coscienza ma elaborano le domande e le relative risposte confermando che vanno ben oltre ad un mero assemblaggio di parole come i politici : sono in grado di formulare proposte sensate sull'argomento trattato. Non manca molto per avere una loro coscienza propria.
Sì ma no :-)

La parola "inganno" forse non è la migliore perché ci fa pensare a un atto volontario, ma quando si parla di IA il lessico è sempre una questione delicata.

In questo caso, l'inganno è anche - sopratutto - quando ti genera una risposta scritta perfettamente, apparentemente autorevole e affidabile, ma con grossi errori. A volte magari è solo vuota di significato e il danno è solo che hai perso tempo, ma è comunque un danno.

Il tema è quello dell'epistemia (termine coniato dal ricercatore italiano Walter Quattrociocchi) e della relativa "crisi epistemica", di cui ha recentemente parlato anche il bravissimo Matteo Flora.

Può non piacere la parola "inganno", così come ad altri (molti in effetti) non piace che si parli di "intelligenza" artificiale. Ma se ci fermiamo alle parole siamo quelli che guardano il dito invece della Luna.
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Sì ma no :-) La parola "inganno" forse non è la migliore perché ci fa pensare a un atto volontario, ma quando si parla di IA il lessico è sempre una questione delicata. In questo caso, l'inganno è anche - sopratutto - quando ti genera una risposta scritta perfettamente, apparentemente autorevole e affidabile, ma con grossi errori. A volte magari è solo vuota di significato e il danno è solo che hai perso tempo, ma è comunque un danno. Il tema è quello dell'epistemia (termine coniato dal ricercatore italiano Walter Quattrociocchi) e della relativa "crisi epistemica", di cui ha recentemente parlato anche il bravissimo Matteo Flora. Può non piacere la parola "inganno", così come ad altri (molti in effetti) non piace che si parli di "intelligenza" artificiale. Ma se ci fermiamo alle parole siamo quelli che guardano il dito invece della Luna.
al momento la massima espessione di intelligenza sta nel Deep Learnig e la capacità di "imparare" le associazioni più congruenti ai quesiti posti, man mano che gli stessi vengono posti, ma non si può certo parlare di intelligenza, è semplicemente un ampliamento del database in merito alle più corrette associazioni derivanti da statistice feedback ricevuti ed immagazzinati.
In merito alle AI pensanti ci vorrà ancora molto tempo, una spinta al processo potrebbe arrivare con lo sviluppo delle reti neurali quantistiche, e tutto sommato anche se i tempi non sono ancora maturi, la diezione intrapresa è quella, tuttavia nonostante gli spaventosi avanzamenti tecnologici degli ultimi decenni, penso ci vorrà ancora molto.
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È già stato dimostrato che non sono solo "pappagalli stocastici" e chiunque li usa per attività un minimo complesse se ne può accorgere.
La questione è che insieme alla struttura linguistica abbiamo trasferito ai modelli anche la nostra struttura di ragionamento perché è con le parole che esprimiamo i nostri ragionamenti.
L'errore che vedo ancora in questo articolo come in altri è la confusione che si fa tra intelligenza e coscienza. Noi umani facciamo molta fatica a separare i due concetti e questo porta a grande confusione quando si parla di IA
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Ho trovato molto interessante questo articolo su wikipedia:

Secondo me, ma è la mia personale opinione, le AI non sono ne intelligenti ne tantomeno coscienti (Ovviamente).
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Sono un docente di informatica appassionato di metodi di apprendimento. Credo che la maggior parte di ciò che sentiamo è leggiamo non sia né autorevole e provato tantomeno posso escludere addirittura che sia ingannevole e persuasivo. Filosofia, politica, religione psicologia per non escludere l'astrologia e la superstizione sono alla base del nostro background culturale e sono contraddittorie mutevoli non affidabili e spesso dannose non meno di qualsiasi AI generativa tanto più usato dai più senza contesto e prompt adeguati c'é bisogno di aumentare lo studio e un approccio consapevole le campagne d'odio e di tifo calcistico sono vecchieve stupide piú di qualsiasi AI ma fanno spettacolo. Tutta la cultura umana frutto di pochi millenni é veramente ciò potrei definire "artificiale" la vita si muove fantasticamente e intelligentemente da miliardi di anni.
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