In Italia le API si usano meno che in Europa, ma meglio

L'Italia si conferma, ancora una volta, come una terra strana in ambito informatico: ci sono meno aziende che usano le API, rispetto alla media europea, ma dove sono sfruttate, i vantaggi sono stati eccezionali.

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a cura di Giancarlo Calzetta

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Una ricerca commissionata da CA e condotta da Coleman Parkes Research ha svelato che in Italia ben il 55% delle aziende che usano delle API nello sviluppo delle soluzioni software ritengono di usarle in maniera "matura", cioè con un alto grado di integrazione con gli altri strumenti che gestiscono il business.

Tra tutte quelle interpellate nel nostro Paese e che usano le API, ben il 61% (percentuale più alta in Europa dopo quella della Francia) ha dichiarato che la loro integrazione abbia permesso di differenziarsi dalla concorrenza e il 72% ha parlato di un miglioramento della customer experience.

Il risultato sembrerebbe frutto di un mercato estremamente maturo, ma le cose non stanno così. Sul campione di 75 manager intervistati in Italia, è emerso che solo il 76% delle aziende stava già usando le API, il 13% stava pianificando di usarle nei prossimi mesi mentre il restante 11% non prevedeva di ricorrere a questi strumenti.

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La Francia, che si è assestata in cima alla classifica di adozione, può vantare ben il 92% del campione già impegnato nell'implementazione di API, ma quella che sembra essere una brutta notizia è in realtà una grande opportunità.

Come abbiamo già accennato, infatti, nel nostro Paese l'adozione è più lenta che altrove, ma arriva molto più a fondo e viene ovviamente vista come un driver importante nella continua digitalizzazione del business.

"Come rivela questo studio," - dice Francesco Tragni, Solution Account Director della divisione EMEA API Management di CA Technologies - "le organizzazioni italiane stanno cogliendo le potenzialità di un utilizzo avanzato delle API, sia in termini di una migliore customer experience sia come fattore di differenziazione competitiva."

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Da questa slide si vede come la percezione di miglioramento delle performance aziendali sia davvero tangibile in Italia, con una percentuale di soddisfazione che è la seconda nel continente se prendiamo in esame i primi tre blocchi, ma diventa la prima se arriviamo al quarto o al quinto blocco.

Ovviamente, l'implementazione in azienda di una serie di API non è un compito da portare avanti in maniera raffazzonata, soprattutto alla luce degli obblighi che derivano dalla normativa GDPR.

La gestione delle API deve passare attraverso una serie di step che richiedono la consulenza di aziende qualificate: strategia e pianificazione, sviluppo e integrazione, test e deployment con monitoraggio, valutazione degli impatti, sicurezza.

Compiere in maniera completa il percorso è importante perché, secondo la ricerca, i benefici che le aziende traggono da una implementazione matura delle API sono molto superiori a quelli che si ottengono da una implementazione poco profonda:

  • gli utenti in EMEA riconosciuti dalla ricerca come "Advanced" nell'adozione dell'API Management che ritengono di essere in grado di differenziarsi dalla concorrenza sono oltre il doppio degli utenti "Basic"" (82% contro 36%);
  • il 93% degli utenti "Advanced" nell'API Management rileva un miglioramento della customer experience rispetto al 64% degli utenti "Basic";
  • l'86% degli utenti "Advanced" riscontra un miglioramento nell'innovazione da parte degli sviluppatori esterni, rispetto al 68% riferito dagli utenti "Basic";
  • gli utenti "Advanced" registrano un aumento del 40% nella customer satisfaction, contro il 30% degli utenti "Basic";
  • gli utenti "Advanced" riferiscono una riduzione del 38% dei costi associati all'IT, rispetto al 29% degli utenti "Basic".

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"Anche se le API in sé non sono una novità, nella digital economy è più importante che mai gestirle in modo efficace. Questo tipo di approccio unificato alla gestione consente alle aziende di qualsiasi dimensione e di qualsiasi settore di livellare il terreno di gioco e affrontare meglio i volumi, la richiesta di scalabilità e la volatilità crescenti delle applicazioni che interagiscono con i clienti," - ha dichiarato Tragni.