Sembrava che fossero "solo" 24mila, ma pare che Intel si prepari a licenziare ben 33.000 persone entro la fine del 2025, riducendo drasticamente la forza lavoro dai 108.900 dipendenti attuali a soli 75.000. Questa ristrutturazione rappresenta il tentativo più ambizioso del colosso dei semiconduttori di riconquistare terreno in un mercato sempre più dominato dai chip per l'intelligenza artificiale. Il nuovo CEO Lip-Bu Tan, 65 anni, ha comunicato giovedì ai dipendenti attraverso un memo interno la decisione di implementare un piano di riduzione del personale del 15%, che si aggiunge ai circa 21.000 licenziamenti già effettuati tra aprile e giugno dello scorso anno.
Una spirale di perdite che non si arresta
I numeri raccontano una storia di difficoltà crescenti per quello che un tempo era considerato il re indiscusso dei processori. Nel secondo trimestre del 2024, Intel ha registrato la sesta perdita consecutiva, con un rosso di 2,9 miliardi di dollari che quasi raddoppia rispetto agli 1,6 miliardi persi nello stesso periodo dell'anno precedente. Una parte significativa di queste perdite, circa 1,9 miliardi, è direttamente attribuibile ai costi di ristrutturazione legati ai tagli occupazionali già implementati.
La situazione finanziaria critica ha spinto Tan, ex CEO di Cadence Design Systems dal 2009 al 2021, a condurre una "revisione sistematica" delle spese e del personale nei primi tre mesi del suo mandato. "Il nostro obiettivo è ridurre le inefficienze e le ridondanze, aumentando la responsabilità a ogni livello dell'azienda", ha dichiarato durante una conference call con analisti e investitori.
La sfida dell'intelligenza artificiale
Dietro questa crisi si nasconde una realtà implacabile: Intel ha perso il treno dell'intelligenza artificiale, permettendo a rivali come Nvidia di conquistare una posizione dominante nel mercato più promettente del settore tecnologico. I dati parlano chiaro: mentre Nvidia controlla tra il 70% e il 95% del mercato dei chip per AI, Intel si trova relegata a meno dell'1% di quota di mercato, una situazione che per molti versi ricorda la sfida che dovettero affrontare aziende italiane come Olivetti quando persero il passo nell'evoluzione informatica degli anni '80.
Tuttavia, l'azienda non intende arrendersi senza combattere. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Intel sta preparando il lancio di processori più efficienti per la fine dell'anno, nel tentativo di recuperare terreno contro Nvidia e altri competitor. La strategia di Tan prevede di "dimensionare correttamente e ridimensionare l'azienda", un eufemismo che nasconde la dolorosa realtà di dover smantellare parti significative di quella che era considerata una delle eccellenze dell'industria americana.
Un cambio di leadership in tempi difficili
L'arrivo di Tan alla guida di Intel il 18 marzo scorso, in sostituzione dell'ex CEO Pat Gelsinger, rappresenta il tentativo di invertire tre anni consecutivi di declino dei ricavi. La sua esperienza nel settore del software per chip, maturata durante i dodici anni alla guida di Cadence Design Systems, dovrebbe fornire una prospettiva diversa su come affrontare le sfide tecnologiche attuali. Tuttavia, il compito che lo attende è titanico: riposizionare un gigante industriale in un mercato che si è evoluto rapidamente mentre Intel rimaneva ancorata ai suoi successi passati.
Nonostante le difficoltà, i mercati sembrano mantenere una cauta fiducia nell'azienda. Le azioni Intel hanno registrato un calo del 7% nell'ultimo mese, ma mantengono un rialzo di quasi il 2% su base annua, suggerendo che gli investitori potrebbero essere disposti a concedere tempo al nuovo management per dimostrare l'efficacia della sua strategia di rilancio.