Le organizzazioni alle prese con il Software Defined Storage

Un'indagine di Data Core mostra il crescente interesse verso l'SDS , sia per gli aspetti economici sia operativi, mentre gli investimenti su Big Data, Object Storage e OpenStack risultano carenti

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a cura di Paola Saccardi

Allungare la vita utile degli asset di storage e garantire il funzionamento dell'attuale infrastruttura storage anche in futuro. Sono alcuni dei benefici che le aziende si aspettano dall'adozione del Software-Defined Storage. In particolare è quello che pensa il 52% dei professionisti IT che sono stati intervistati lo scorso Aprile nel corso della quinta indagine annuale realizzata da Data Core sullo stato del Software-Defined Storage (SDS).

Un'indagine che ha coinvolto 477 professionisti IT appartenenti a organizzazioni di diverso tipo, sia per dimensioni sia per settore industriale, che hanno offerto un campione statisticamente utile per valutare le necessità di SDS in ambienti IT di diversa estrazione.  I partecipanti coinvolti provengono da Nord America, Sud America, Europa e Asia e lavorano in segmenti di mercato verticali come servizi finanziari, Sanità, PA, industria, istruzione, servizi IT e altri settori collegati.

Dai risultati dell'indagine è emersa una tendenza a favore dell'implementazione del Software-Defined Storage così come una certa urgenza negli investimenti in SDS e virtualizzazione dello storage con il 72 % delle organizzazioni che sta facendo quest'anno importanti investimenti su queste tecnologie. L'81% prevede livelli analoghi di investimento su tecnologie SDS da incorporare in server per SAN/SAN virtuali e soluzioni di storage convergente.

Quasi metà delle persone che hanno risposto al sondaggio cerca nell'SDS la possibilità di non doversi vincolare a uno specifico produttore di storage, allo scopo di abbassare i costi dell'hardware scegliendo tra fornitori diversi.

A livello operativo, invece, gli intervistati  vedono l'SDS come un modo per semplificare la gestione di diversi dispositivi di storage automatizzando le operazioni più frequenti o complesse.

Tra gli aspetti positivi indicati dagli intervistati per l'adozione del software di virtualizazione dello storage vi è la capacità di aggiungere capienza allo storage senza interrompere l'operatività aziendale (per il 52%) , ma anche il supporto al mirroring sincrono e ai cluster per l'elevata disponibilità su distanze metropolitane per garantire la continuità operativa, nonché la replica dei dati asincrona per il disaster recovery su sito remoto.stora

Anche a livello economico si evidenzia dai risultati dell'indagine una tendenza diversa rispetto al passato che mostra un incremento nella percezione  dei benefici economici  che derivano dall'adozione dell'SDS (tra cui riduzione delle spese in conto capitale), che vanno ad aggiungersi ai risparmi sulle spese operative già evidenziati in passato.

Tuttavia dal report si nota anche che, nonostante la penetrazione complessiva sia in crescita, nel 28% dei casi la tecnologia flash risulta completamente assente e il 16% di chi vi ha fatto ricorso dichiara di non avere raggiunto i miglioramenti auspicati in termini di accelerazione applicativa.  Inoltre il 21% degli intervistati ha indicato come i sistemi iper-convergenti non abbiano offerto i risultati previsti o non si siano integrati al meglio nelle infrastrutture esistenti.

Infine Data Core ha voluto anche indagare il livello di spesa raggiunto dalle organizzazioni per quanto riguarda alcuni temi caldi del momento, come i Big Data, l'Object Storage e OpenStack. Inaspettatamente, i dati hanno evidenziato che nel 2015 i finanziamenti stanziati per queste voci sono stati molto bassi. Un risultato accompagnato, e spiegato, dall'elevato numero di persone che nel corso dell'indagine hanno espresso disillusione nei confronti di queste tecnologie.