Una strategia per la mobility

La Consumerization spinge l’ingresso della mobility in azienda. Occorre attrezzarsi, impostando una strategia, scegliendo gli strumenti e definendo processi e modelli di business

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a cura di Gaetano Di Blasio

Una strategia per la mobility

All'estero, negli Usa in particolare, si è compreso questo potenziale e si è pensato di favorire il BYOD, convinti che, in fin dei conti, si poteva anche risparmiare su acquisto e manutenzione dei dispositivi. Ma una strategia per l'Enterprise Mobility è molto più che fornire semplicemente la connettività (tra l'altro ormai considerata una commodity) ai propri dipendenti, lasciando che questi si arrangino. Avere una strategia significa innanzitutto affrontare i processi aziendali e "mobilizzarli", realizzando le soluzioni e le applicazioni che li rendono operativi, sapendone supportare poi l'evoluzione.

Solo così si potranno conseguire i vantaggi prima elencati, razionalizzando gli investimenti in ICT. È così, infatti, che si può rendere più produttivi i dipendenti remoti, più efficienti i lavoratori sul campo, più efficaci i venditori sul territorio o rafforzare la collaborazione e la comunicazione tra i dipendenti e tra questi ultimi con consulenti, fornitori e clienti, arricchendo la creazione del valore lungo la filiera produttiva.

Una soluzione che supporti l'Enterprise Mobility deve quindi comprendere tutti gli aspetti legati all'usufruibilità delle applicazioni e dei servizi. Quindi la garanzia non solo della disponibilità, ma anche di un livello minimo garantito di prestazioni. Soprattutto, però, questo significa poter utilizzare soluzioni che supportino appieno i processi aziendali. Priorità emerse lo scorso gennaio anche da una ricerca di NetConsulting, in cui le aziende intervistate hanno votato le caratteristiche richieste al fornitore ideale di soluzioni per l'Enterprise Mobility: al primo posto con un punteggio di 5,8, in una scala da 1 a 6, l'affidabilità e le performance garantite; al secondo posto pari merito (5,7) la personalizzazione delle soluzioni e l'assistenza; quarta (5,6) l'innovatività della tecnologia; quinto il prezzo (5,4).

Le soluzioni di mobility in azienda si dividono in quelle per migliorare la propria operatività e in quelle per allargare il proprio business. Tra le prime, si trova l'automazione della forza lavoro, che si differenzia a seconda che sia interna (Work Force Automation, WFA) o sul campo tipicamente presso i clienti (Field Force Automation, FFA), della forza vendita (Sales Force Automation, SFA) e le soluzioni destinati ai top manager. Nel grafico, le percentuali di adozione nelle aziende italiane, secondo il Cio Survey 2012 di NetConsulting

Il bisogno di personalizzazione risponde a un'esigenza sentita dalle molte aziende che ancora non hanno affrontato la mobilità da un punto di vista strategico e che, quindi, hanno bisogno di "mobilizzare" i processi aziendali e le applicazioni a supporto degli stessi. Sono molte, sempre secondo NetConsulting, che evidenzia la crescita del mercato delle applicazioni mobili per i mobile worker, salita del 6,8% tra il 2010 e il 2011, passando da un totale di 222 milioni di euro a 237 milioni, ma soprattutto in forte aumento nel 2012, con un +18,1% e un valore stimano di 280 milioni di euro a fine anno. Crisi permettendo, verrebbe da aggiungere, ma, per certi versi, la mobility è spinta dalla stessa, perché promette riduzioni dei costi e maggiore produttività.