La contraddizione più evidente del mondo tecnologico contemporaneo si materializza nei corridoi di Microsoft, dove crescita record e tagli massicci del personale convivono in un equilibrio che sfida ogni logica economica tradizionale. Mentre l'azienda di Redmond registra ricavi annuali di 245 miliardi di dollari e un incremento del 16% rispetto all'anno precedente, infatti, più di 15.000 dipendenti hanno ricevuto la lettera di licenziamento nel corso di quest'anno. E non è detto che sia finito.
È un paradosso che nemmeno Satya Nadella, amministratore delegato della multinazionale, riesce a spiegare in modo convincente ai propri collaboratori. Non ha fatto molto, almeno pubblicamente, per evitare quei licenziamenti; ma oggi si dice rattristato. È poco probabile, tuttavia, che i membri di quelle 15.000 famiglie sentano empatia e solidarietà verso Nadella.
Il peso della crescita senza senso
In un memo interno diffuso giovedì, Nadella ha tentato di giustificare l'ingiustificabile, ammettendo che i licenziamenti "pesano enormemente" sulla sua coscienza. Le cifre parlano chiaro: Microsoft ha chiuso l'anno fiscale 2024 con un reddito operativo di oltre 109 miliardi di dollari, registrando un balzo del 24% su base annua. Eppure, solo a luglio, 9.000 persone hanno perso il lavoro, aggiunte alle migliaia già tagliate nei mesi precedenti.
Il CEO ha riconosciuto apertamente la stranezza della situazione: "Per ogni parametro oggettivo, Microsoft sta prosperando", ha scritto, citando performance di mercato, posizionamento strategico e crescita in costante ascesa. L'azienda sta investendo più che mai in spese in conto capitale, il numero totale di dipendenti rimane relativamente stabile, e alcuni talenti nel settore vengono ricompensati a livelli mai visti prima.
L'enigma di un'industria senza valore
La spiegazione offerta da Nadella risulta tuttavia criptica e contraddittoria. "Questo è l'enigma del successo in un'industria che non ha valore di franchise", ha dichiarato, usando un termine economico che normalmente si applica alle aziende, non ai settori industriali. Il "franchise value" indica i ricavi stimati dalle opportunità commerciali presenti e future, inclusi asset intangibili come la fedeltà dei clienti e la reputazione del marchio.
Microsoft, con i suoi segmenti Productivity and Business Processes, Intelligent Cloud e More Personal Computing in forte crescita, possiede certamente un valore di franchise significativo. Se l'intenzione era suggerire che l'attività dell'azienda potrebbe svanire da un momento all'altro, giustificando così i licenziamenti nonostante i profitti crescenti, l'argomentazione non regge. Più probabilmente, si tratta dell'ammissione che nessuno - Microsoft inclusa - ha ancora capito come monetizzare davvero l'intelligenza artificiale.
D'altra parte le aziende di tutto il mondo si stanno interrogando sugli investimenti in AI, che se da una parte sembrano necessari, dall'altra si possono fare gradualmente e con prudenza. Tant'è che sia Microsoft sia Google hanno messo l'AI "a forza" nei loro abbonamenti, ritoccando un po' il prezzo. In questo modo i loro clienti se la trovano tra le mani di default, e magari finiranno per usarla e per trovarla utile.
La matematica spietata dell'AI
I numeri rivelano la strategia Microsoft. All'inizio dell'anno, l'azienda ha annunciato un investimento di 80 miliardi di dollari in spese in conto capitale per costruire l'infrastruttura dell'AI. Secondo le stime di ZipRecruiter, lo stipendio medio di un dipendente Microsoft si aggira sui 115.000 dollari annui, che diventano circa 150.000 considerando i benefit. Il taglio di 15.000 posti di lavoro potrebbe quindi far risparmiare 2,25 miliardi di dollari all'anno, una cifra irrisoria rispetto all'investimento pianificato per l'intelligenza artificiale.
Per rendere il contrasto ancora più stridente, il pacchetto retributivo annuale di Nadella nel 2024 ammonta a 79,1 milioni di dollari, equivalente al costo di circa 527 dipendenti. L'azienda sta versando fiumi di denaro nell'AI mentre elimina il personale per risparmi marginali, in una logica che sfugge a qualsiasi razionalità economica.
La nuova missione di un gigante confuso
Incapace di fornire una spiegazione convincente sui licenziamenti, Nadella ha cambiato registro, sostenendo che Microsoft deve ridefinire la propria missione. La visione del co-fondatore Bill Gates di una "fabbrica di software, non vincolata da un singolo prodotto o categoria" non basta più. L'azienda deve trasformarsi in "un motore di intelligenza che permetta a ogni persona e organizzazione di costruire tutto ciò di cui ha bisogno per raggiungere i propri obiettivi".
La retorica di Nadella raggiunge vette di ottimismo tecnologico quando immagina tutti gli 8 miliardi di abitanti del pianeta capaci di "evocare un ricercatore, un analista o un agente di programmazione a portata di mano". Una visione che ignora la realtà: un terzo della popolazione mondiale non ha accesso all'acqua potabile - una risorsa che serve anche ai datacenter - e probabilmente ha priorità diverse dal dialogare con Microsoft Copilot.
I licenziamenti, pur causando disagio al CEO, rappresentano un comodo contrappeso per placare le preoccupazioni di investitori e analisti finanziari riguardo alla spesa sfrenata per l'AI, servizi che devono ancora dimostrare di poter generare profitti. Microsoft presenterà i risultati del quarto trimestre dell'anno fiscale 2025 mercoledì prossimo, in un momento in cui l'azienda deve giustificare questa strategia apparentemente contraddittoria di crescita e ridimensionamento simultanei.