Sarah Friar, direttrice finanziaria di OpenAI, ha affermato che l'espansione dell'AI è ancora agli albori. La dirigente ha sottolineato come questa tecnologia sia "vorace" nel consumo di GPU e potenza di calcolo, creando una domanda che supera costantemente l'offerta disponibile. "La sfida più grande che affrontiamo è quella di trovarci sempre con risorse computazionali insufficienti", ha spiegato Friar, giustificando così i massicci investimenti dell'azienda.
Sembra essere una risposta indiretta ai dati che suggeriscono l'esistenza di una bolla prossima a scoppiare, o a quei report secondo cui le aziende che hanno investito in AI hanno perso soldi o perlomeno stanno aspettando più del dovuto per vedere i benefici.
Per rispondere a questa crescente domanda, OpenAI ha lanciato il progetto Stargate e sta sviluppando partnership strategiche con colossi tecnologici come Microsoft, Oracle e CoreWeave. Questi accordi mirano a costruire infrastrutture sempre più potenti per sostenere lo sviluppo dell'intelligenza artificiale su scala industriale.
Per le aziende che costruiscono i datacenter e i macchinari al loro interno, la crescita nel breve e medio termine sembra essere assicurata.
I risultati finanziari di OpenAI sembrano confermare la solidità del settore AI, con l'azienda che ha registrato il suo primo mese da oltre un miliardo di dollari di ricavi nel luglio scorso. Particolarmente impressionante è stata la performance dell'app mobile di ChatGPT, che nei primi sette mesi del 2025 ha generato 1,35 miliardi di dollari, un aumento di oltre sei volte rispetto ai 174 milioni dello stesso periodo dell'anno precedente.
Questi numeri assumono particolare rilevanza considerando che mercoledì i titoli tecnologici hanno subito un calo, alimentato in parte dai timori di una possibile bolla speculativa nel settore AI. Un recente studio del MIT ha infatti rivelato che molte organizzazioni stanno ottenendo "rendimenti zero" dai loro investimenti nell'AI generativa, sollevando interrogativi sulla reale efficacia di questa tecnologia nel breve termine.
Il paradosso della bolla AI secondo Sam Altman
Anche Sam Altman, CEO di OpenAI, ha recentemente ammesso che il mercato dell'intelligenza artificiale si trova in una fase di bolla speculativa. In un'intervista con The Verge, Altman ha tracciato un parallelo con la bolla delle dot-com, osservando che "se si guardano la maggior parte delle bolle della storia, come quella tecnologica, c'era qualcosa di reale. La tecnologia era davvero importante. Internet è stato davvero rivoluzionario".
Il CEO ha espresso una visione apparentemente contraddittoria ma equilibrata: "Siamo in una fase in cui gli investitori nel complesso sono troppo entusiasti riguardo all'AI? La mia opinione è sì. L'AI è la cosa più importante che sia accaduta da molto tempo? Anche questa è la mia opinione". Questa prospettiva riflette la complessità del momento attuale, dove coesistono aspettative eccessive e potenzialità genuine di trasformazione.
Il confronto tracciato da Friar tra l'AI e le grandi rivoluzioni infrastrutturali del passato offre una prospettiva interessante per comprendere la portata degli investimenti attuali. A differenza dell'internet, che retrospettivamente ha richiesto investimenti in capitale relativamente contenuti, lo sviluppo dell'AI richiede infrastrutture fisiche massicce e costose. Questo aspetto distingue l'attuale rivoluzione tecnologica dalle precedenti, richiedendo un approccio di investimento più simile a quello necessario per costruire reti ferroviarie o sistemi elettrici nazionali.
La sfida principale per le aziende del settore resta quella di bilanciare gli investimenti a lungo termine con le pressioni del mercato a breve termine. Mentre alcuni studi suggeriscono rendimenti limitati nel presente, i protagonisti dell'industria continuano a scommettere su una trasformazione che potrebbe ridefinire interi settori economici nei prossimi anni.