Avviare una nuova attività commerciale comporta una serie di decisioni complesse, e tra queste rientra anche la gestione dei pagamenti elettronici. Per chi è agli inizi, orientarsi tra le normative può risultare difficile, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo dei migliori POS portatili. Proprio per supportarvi in questo percorso, abbiamo realizzato vari approfondimenti volti a chiarire come funzionano questi terminali, quali costi possono nascondere e quali obblighi normativi comportano. Uno degli interrogativi più persistenti riguarda la possibilità di utilizzare un POS portatile senza partita IVA, un tema importante da chiarire per evitare spiacevoli sanzioni.
La risposta breve è sì, è possibile utilizzare un POS portatile anche senza partita IVA, ma con alcune riserve fondamentali. Le eccezioni previste dalla normativa non si applicano indiscriminatamente a chiunque: sono destinate, ad esempio, a chi svolge attività occasionale o a particolari categorie di liberi professionisti non ancora obbligati all’apertura di una posizione fiscale. Comprendere con precisione questi limiti è essenziale per operare in regola. Vi invitiamo, dunque, ad approfondire ogni aspetto prima di prendere decisioni operative, così da garantire alla vostra attività una partenza sicura e conforme alla legge.
POS portatile senza partita IVA: cosa dice la normativa
La legge non impone il POS ai consumatori privati, ma stabilisce un obbligo di accettazione per tutti i soggetti che svolgono attività di impresa, arte o professione. In particolare, l’articolo 15, comma 4, del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179 (convertito con L. 17 dicembre 2012, n. 221) dispone che chi vende beni o presta servizi deve dotarsi di un terminale POS e accettare pagamenti almeno con carte di debito. In un secondo momento, la L. 208/2015 ha esteso tale obbligo anche alle carte di credito, fatte salve le oggettive impossibilità tecniche.
Dal 30 giugno 2022, grazie al D.L. 36/2022, sono entrate in vigore sanzioni amministrative pari a 30€ più il 4% del valore della transazione per chi rifiuta ingiustificatamente pagamenti elettronici, sia in ambito B2C che B2B. Inoltre, dall’art. 22 del D.L. 124/2019 i prestatori di servizi di pagamento devono trasmettere all’Agenzia delle Entrate i flussi giornalieri degli incassi POS, a fini di contrasto all’evasione fiscale.
Per il privato senza partita IVA non esiste un divieto esplicito all’uso del POS. Diversi provider come SumUp, myPOS e Axerve permettono l’attivazione del terminale anche a soggetti non titolari di partita IVA, dopo normali procedure di verifica anagrafica e reddituale. Tuttavia, dal punto di vista fiscale tali incassi devono essere inquadrati come prestazioni occasionali, ai sensi dell’articolo 67 del TUIR. Si tratta di redditi diversi che non superino il limite di 5.000€ annui e non configurino un’attività abituale. Al di sopra di tali soglie, scatta l’obbligo di apertura della partita IVA e di tutti gli adempimenti connessi.
L’apertura della partita IVA è infatti regolata dall’articolo 35 del DPR 633/1972: chi svolge un’impresa, professione o arte in modo abituale e organizzato deve dichiararne l’inizio entro 30 giorni presso l’Agenzia delle Entrate, pena l’irregolarità fiscale e sanzioni amministrative. In parole povere, se l’uso del POS da parte di un privato si limita a incassi sporadici e sotto le soglie previste per le prestazioni occasionali, non serve partita IVA. Al contrario, per incassi ricorrenti o di entità significativa, l’unica via legittima è quella di dotarsi di partita IVA e rispettare il relativo regime fiscale.
Esempi di attività per cui non è necessaria la partita IVA per utilizzare il POS
Gli enti non commerciali e le associazioni (culturali, sportive, religiose, di volontariato, ONLUS, APS, ecc.) sono soggetti giuridici che, pur non perseguendo un fine di lucro, possono svolgere attività economiche in forma secondaria e strumentale rispetto alle finalità istituzionali. In questi casi, la normativa consente l’utilizzo di strumenti di incasso elettronico, incluso il POS, anche senza una partita IVA ordinaria, a patto che:
- L'attività economica (es. vendita di gadget, biglietti per eventi, corsi, donazioni con carta) sia marginale e occasionale rispetto agli scopi istituzionali.
- L’ente sia regolarmente iscritto nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), se previsto.
- Le entrate siano registrate e tracciate secondo le regole contabili dell’associazione (rendiconto economico, eventuale codice fiscale).
- Il POS venga intestato all’associazione, usando il codice fiscale (in alcuni casi è possibile attivarlo anche senza partita IVA, se il fornitore lo consente).
Esistono alternative al POS portatile?
Sì, ci sono diverse alternative legali al classico POS portatile, soprattutto per privati o chi svolge attività saltuarie. Ad ogni modo, anche queste soluzioni devono essere inquadrate correttamente dal punto di vista fiscale, soprattutto se i volumi aumentano.
Satispay è una piattaforma italiana che consente scambi di denaro tra privati e anche tra utenti e attività commerciali. Per i privati, Satispay funziona come una app gratuita collegata all’IBAN, e permette:
- Invio e ricezione di denaro con un numero di telefono
- Condivisione di spese tra amici
- Donazioni tra utenti
Non è pensata però per attività economiche, quindi se l’uso diventa regolare (ad esempio per vendite di oggetti fatti a mano), Satispay potrebbe chiudere l’account o richiedere l’attivazione della versione business.
Vale la pena segnalare anche PayPal, che consente di ricevere pagamenti elettronici anche senza POS tramite:
- Link PayPal.me personalizzati
- QR code per pagamenti diretti
- Invio di richieste di pagamento via email
Un account personale PayPal è sufficiente per ricevere pagamenti saltuari da amici, parenti o clienti occasionali. Tuttavia, se i volumi diventano importanti, o se PayPal rileva attività commerciale, richiederà la conversione in conto business e potrebbe bloccare temporaneamente i fondi.
Il bonifico bancario rimane ancora il metodo più semplice, tracciabile e legale per ricevere un pagamento SEPA. Non richiede strumenti aggiuntivi, e può essere usato per donazioni, vendite occasionali (es. mercatini dell’usato, oggetti artigianali) e attività non professionali entro i limiti dei "redditi diversi" (Art. 67 TUIR). Anche in questo caso, un uso abituale o ricorrente potrebbe destare attenzione da parte dell’Agenzia delle Entrate, specie se non viene dichiarato il reddito.
I POS portatili più popolari in Italia
Axerve POS Easy
Axerve POS Easy è perfetto per chi cerca un terminale di pagamento portatile che unisca prestazioni e praticità. Basato sul sistema operativo Android, questo modello offre una combinazione di funzioni interessanti e un design raffinato, il tutto racchiuso in un formato compatto e leggero, con un peso inferiore ai 400 grammi. Può essere scelto tra due piani tariffari: uno con commissioni minime dell'1% e senza costi fissi, e l'altro con canone mensile. Grazie alla connettività 4G tramite SIM inclusa e Wi-Fi, è possibile effettuare pagamenti in qualsiasi luogo. La stampante integrata e l'uso di Android semplificano ulteriormente la gestione delle transazioni. Inoltre, Axerve offre assistenza tecnica disponibile sette giorni su sette, insieme alla possibilità di accredito diretto su qualunque conto bancario, senza obbligo di permanenza. Per quanto riguarda i costi, il piano con canone mensile prevede una tariffa di 17€ + IVA al mese per incassi fino a 10.000€ all'anno, e di 22€ + IVA per incassi fino a 30.000€. Il piano a commissioni, invece, non richiede alcun canone mensile, ma applica una commissione dell'1% su ogni pagamento, con una spesa iniziale di 100€ per il terminale. In entrambi i casi, è previsto un bollo di attivazione di 16€.
Nexi SoftPOS
Nexi SoftPOS rappresenta una soluzione innovativa per chi desidera accettare pagamenti direttamente dal proprio smartphone, senza dover ricorrere a dispositivi aggiuntivi. Compatibile con dispositivi Android e iOS, questa tecnologia sfrutta il sistema NFC per permettere il pagamento contactless da carte, smartphone e smartwatch. La piattaforma garantisce una gestione semplice e sicura delle transazioni, con un vantaggio importante: nessuna commissione per micropagamenti fino a 10€ e una commissione fissa dell'1,89% per importi superiori, il tutto senza costi fissi mensili. L'attivazione del servizio avviene in tempo reale e i pagamenti vengono trasferiti sul conto bancario entro un giorno lavorativo, senza necessità di aprire nuovi conti. Inoltre, grazie all'app gratuita, è possibile inviare ricevute e gestire il proprio team, mentre il programma Protection Plus assicura la protezione della propria attività, garantendo il rispetto delle normative di sicurezza.
SumUp Solo Lite
Il SumUp Solo Lite è uno dei lettori di carte più apprezzati a livello globale, noto per la sua praticità e funzionalità, che consente di accettare pagamenti in qualsiasi luogo. Si connette tramite Bluetooth allo smartphone e, grazie all’app gratuita SumUp, permette di gestire le vendite, emettere rimborsi, inviare ricevute elettroniche, monitorare i risultati e gestire le mance in modo molto semplice. L’impostazione iniziale è rapida e non richiede competenze tecniche, mentre il POS è compatibile con numerosi accessori SumUp, come le basi di ricarica e i sistemi di cassa avanzati. Non ci sono costi fissi né abbonamenti mensili, ma solo una piccola percentuale per ogni transazione. Inoltre, il conto aziendale gratuito SumUp e la carta Mastercard inclusa permettono di accedere ai guadagni già dal giorno successivo, compresi i weekend e i giorni festivi. Accetta tutti i principali metodi di pagamento, dalle carte di debito come Maestro e VPAY alle carte di credito come Visa, MasterCard e American Express, assicurando così una grande flessibilità e evitando la perdita di clienti. Con un design moderno e leggero e una batteria che consente di processare oltre 1000 transazioni per ciclo, il SumUp Solo Lite è ideale per chi cerca un POS pratico, affidabile e che consente di lavorare in totale libertà.
No, è rischioso e potenzialmente illegale. L’intestatario del POS è responsabile di ogni operazione effettuata. L’uso da parte di terzi può far scattare reati come frode fiscale, false fatturazioni o riciclaggio.È legale prestare un POS intestato a un’altra persona per ricevere pagamenti?
Sì, ma con cautela. Se rientra tra le prestazioni occasionali, può usare un POS, ma deve comunque rilasciare una ricevuta non fiscale e conservare traccia dei pagamenti. Se le vendite diventano abituali, è obbligatoria l’apertura della partita IVA.Un artista o artigiano occasionale può usare un POS per vendere le proprie creazioni?
Sì. Anche senza partita IVA, i redditi incassati tramite POS devono essere dichiarati nella dichiarazione dei redditi, come "redditi diversi" o "redditi occasionali". Non farlo può portare a sanzioni anche gravi.I proventi ricevuti su POS senza partita IVA vanno dichiarati al Fisco?