Google sta avviando lo sviluppo di una centrale nucleare a sali fusi. Succede a Oak Ridge, una piccola città negli Stati Uniti che fu fondata nel 1942 come sito di produzione del Progetto Manhattan, quello che portò allo sviluppo delle prime bombe atomiche.
Tutto ciò succede perché Google, come tutti gli hyperscaler e molte aziende nel mondo, sta cercando modi per pagare meno l'energia. Una voce di spesa sempre più pressante, sopratutto per chi, come l'azienda californiana, ha a che fare con data center sempre più energivori.
Ecco quindi che la Tennessee Valley Authority, una delle maggiori compagnie elettriche statunitensi, ha unito le forze con Kairos Power, startup sostenuta dal colosso di Mountain View, per realizzare un progetto che potrebbe rivoluzionare l'approvvigionamento energetico dei data center.
Oak Ridge custodisce la storia dei primi esperimenti sui reattori a sali fusi condotti dall'Oak Ridge National Laboratory del Dipartimento dell'Energia americano. Nel 1954, l'Aircraft Reactor Experiment dimostrò per la prima volta la fattibilità di questa tecnologia, anche se il peso eccessivo e i rischi la resero inadatta al volo. Dieci anni dopo, una versione potenziata del reattore entrò in funzione, operando per quattro anni fino al 1969.
Oggi Kairos Power riprende quei concetti pioneristici per sviluppare reattori modulari piccoli che utilizzano combustibili TRISO, piccoli granelli di uranio racchiusi in carbonio e ceramica. Questi pellet vengono compressi in sfere delle dimensioni di una palla da biliardo e raffreddati da sali fluoruri fusi, esattamente come negli esperimenti originali di Oak Ridge.
Google accelera sulla transizione nucleare
L'impianto dimostrativo Hermes 2 di Kairos dovrebbe entrare in funzione nel 2030 con una potenza di 50 megawatt, alimentando i data center di Google in Tennessee e Alabama. Il colosso tecnologico aveva già annunciato nell'autunno scorso un accordo con la startup per ottenere fino a 500 megawatt di energia nucleare carbon-free. La facility comprenderà due reattori gemelli e sarà tra i primi progetti del genere a servire direttamente l'industria tecnologica.
Per garantire il funzionamento dell'impianto, Kairos sta allestendo un simulatore presso l'Università del Tennessee per formare i tecnici che opereranno la struttura. Il sistema genera energia indirettamente, sfruttando il calore dei sali per alimentare un generatore di vapore e una turbina.
La corsa nucleare delle big tech
Google non è l'unico gigante tecnologico a puntare sui reattori modulari piccoli. Oracle ha pianificato il dispiegamento di almeno tre SMR per alimentare un data center da un gigawatt, mentre Amazon ha scelto la tecnologia X-Energy per compensare l'espansione della propria infrastruttura di data center. Microsoft ha persino finanziato la riattivazione del reattore Unit 1 di Three Mile Island, mentre Amazon sta costruendo un campus di data center accanto all'impianto nucleare di Susquehanna.
La scelta di Google potrebbe rivelarsi vincente: Kairos è una delle poche startup del settore SMR ad aver ottenuto l'approvazione della Nuclear Regulatory Commission per costruire due reattori di prova da 35 megawatt ciascuno. Tuttavia, l'NRC dovrà ancora dare il via libera definitivo prima che l'impianto possa iniziare a produrre energia.
L'approvazione regolatoria non garantisce automaticamente la realizzazione dei progetti. Nel 2023, l'NRC aveva approvato anche il reattore di NuScale, aprendo la strada a una centrale da 462 megawatt nello Utah con sei reattori. Il progetto fu successivamente abbandonato dopo che diverse municipalità si ritirarono dall'accordo, citando costi crescenti.
Secondo i ricercatori dell'Institute for Energy Economics and Financial Analysis, gli SMR potrebbero non essere mai economicamente convenienti. In un rapporto pubblicato l'anno scorso, hanno sostenuto che questa tecnologia rimane "troppo costosa, troppo lenta da costruire e troppo rischiosa per svolgere un ruolo significativo nella transizione dai combustibili fossili". Tuttavia, con la disponibilità energetica che rappresenta un ostacolo importante per l'espansione dei data center cloud e hyperscale, l'equazione economica potrebbe cambiare.