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Sanità pubblica come Netflix? Il sogno (ancora) lontano della digitalizzazione

Intervista a Stefano Casagrande, CEO e co-fondatore di Elty, sulla digitalizzazione della sanità pubblica e le sfide per raggiungere un modello simile a Netflix.

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Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Pubblicato il 18/03/2025 alle 15:26

La sanità pubblica italiana ha ancora problemi sotto agli occhi di tutti, con servizi a volte (spesso) inadeguati a un paese moderno, in particolare per temi di accesso troppo lunghi e risorse scarse. Un sistema che di frequente spinge i cittadini a pagarsi i servizi, andando a creare una disparità profonda tra chi può permetterselo e chi invece non può. 

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La digitalizzazione da sola non può risolvere questi problemi, ma sicuramente il sistema sanitario potrebbe migliorare almeno un po’ con i giusti strumenti digitali. Stefano Casagrande, CEO e co-fondatore di Elty, azienda parte del gruppo Unipol, ci ha spiegato come la tecnologia potrebbe migliorare l’accesso alle cure e rendere i servizi sanitari più efficienti.

Uno dei punti affrontati è un paragone con i moderni servizi digitali: piattaforme come Netflix o Amazon ci hanno abituati ad esperienze semplici e senza intoppi. E hanno creato esempi che molti hanno seguito, così questa visione di semplicità si è diffusa in molti altri ambiti. 

“Le persone sono abituate ad avere servizi facili e accessibili in altri settori, ma nella sanità trovano un sistema ancora legato a meccanismi antiquati”, afferma infatti Casagrande. 

La digitalizzazione totale della sanità potrebbe portare vantaggi significativi, ma esistono ancora molte barriere tecniche e culturali da superare. Qualche passo avanti c’è stato, come il Fascicolo Sanitario Elettronico, ma il settore sanitario rimane complesso e burocratico. 

La sanità pubblica italiana ha ancora problemi sotto agli occhi di tutti, con servizi a volte (spesso) inadeguati a un paese moderno, in particolare per temi di accesso troppo lunghi e risorse scarse

La piattaforma Elty è una delle realtà che sta lavorando per ridurre questo divario. Attraverso una gestione digitale delle prenotazioni e dei referti, consente di accedere più facilmente alle prestazioni sanitarie. Altre aziende, come Doctolib e Paginemediche, stanno sviluppando soluzioni simili, con l’obiettivo di semplificare l’interazione tra pazienti e medici.

Chiaramente questa non è può essere una soluzione generale, ma già le cose potrebbero essere diverse se avessimo un sistema che:

  • permette di prenotare in pochi minuti
  • permette di scegliere tra tutte le strutture sul territorio
  • permette di includere sia le strutture a pagamento sia quelle convenzionate, oppure solo una delle due categorie
  • integra eventuali convenzioni assicurative

“Abbiamo dedicato due anni solo per ottimizzare il sistema di prenotazione, perché ogni miglioramento, anche minimo, può fare la differenza nell’esperienza del paziente”, spiega Casagrande. 

Al momento tuttavia siamo ancora lontani da uno scenario del genere. E non si tratta solo di servizi per il paziente, ma anche di piattaforme digitali a disposizione dei medici. Uno dei principali ostacoli alla digitalizzazione della sanità è infatti la frammentazione dei dati sanitari. 

“I medici non hanno accesso immediato alla storia clinica completa dei pazienti, e questo ostacola diagnosi accurate e tempestive”, sottolinea Casagrande. Sarebbe opportuno invece che le informazioni siano immediatamente disponibili a tutti gli operatori sanitari - a prescindere dalla struttura in cui lavorano. 

Come pazienti, potremmo finalmente smetterla di portarci un imbarazzante mucchio di carte da un medico all’altro. 

La digitalizzazione da sola non può risolvere questi problemi, ma sicuramente il sistema sanitario potrebbe migliorare almeno un po’ con i giusti strumenti digitali

Un’altra opzione è, ovviamente, l’integrazione della tecnologia e dell’intelligenza artificiale (IA) nei servizi sanitari.L’uso dell’IA non si limita alla diagnostica: sistemi avanzati potrebbero supportare i medici nell’interpretazione dei dati e suggerire trattamenti personalizzati.

La realizzazione di una piattaforme simile permetterebbe di migliorare la qualità dei servizi, offrendo a tutti una vita migliore, senza per questo aumentare il budget. I pazienti avrebbero servizi migliori, i medici potrebbero lavorare meglio, il personale amministrativo potrebbe fare di più, e le casse pubbliche starebbero meglio. Difficile immaginare uno scenario migliore. Ma bisogna superare le molte difficoltà iniziali. 

Dalla sanità pubblica al Welfare aziendale

Immagine id 36104

Oltre alla sanità pubblica, la digitalizzazione sta trasformando anche il welfare aziendale. Alcune aziende offrono ai dipendenti servizi di telemedicina, supporto psicologico e consulenze nutrizionali, accessibili direttamente da piattaforme digitali. 

Casagrande conferma: “Stiamo vedendo una crescita dell’interesse per il supporto sanitario aziendale, soprattutto nei servizi di psicologia e nutrizione, grazie alla facilità di accesso tramite app e chat”. Altri attori, come Unobravo e Serenis, stanno emergendo con modelli simili, offrendo consulenze mediche e psicologiche completamente online.

La gestione dei dati sensibili è una delle sfide più complesse, perché deve bilanciare l’innovazione con la tutela della privacy del paziente

L’uso di strumenti digitali per la salute solleva anche questioni legate alla privacy e alla sicurezza dei dati. In Europa, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) impone rigide restrizioni sulla gestione delle informazioni sanitarie. Casagrande riconosce che “la gestione dei dati sensibili è una delle sfide più complesse, perché deve bilanciare l’innovazione con la tutela della privacy del paziente”. Mentre in alcuni paesi extraeuropei le normative sono meno stringenti, il quadro legislativo europeo garantisce una maggiore protezione agli utenti.

Nonostante gli sforzi di aziende come Elty, la digitalizzazione della sanità pubblica è ancora lontana dall’essere pienamente realizzata. Un’infrastruttura digitale ben progettata potrebbe ridurre le attese, migliorare la qualità delle cure e semplificare l’accesso ai servizi. “Il digitale non può risolvere tutti i problemi della sanità, ma può rendere il sistema molto più efficiente”, conclude Casagrande.

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