Non più solo custode dei bilanci, ma vero e proprio architetto dell'innovazione aziendale. Il Chief Financial Officer sta vivendo una metamorfosi profonda, accelerata dall'avvento dell'intelligenza artificiale e dalle crescenti esigenze di sostenibilità. La figura che tradizionalmente si occupava di garantire l'equilibrio economico-finanziario dell'impresa si trova oggi a dover orchestrare una sinfonia ben più complessa: integrare strumenti digitali avanzati, valorizzare il patrimonio di dati aziendali e implementare strategie ESG in un contesto normativo sempre più stringente.
La trasformazione in atto richiede al CFO di superare i confini tradizionali della funzione finanziaria. Grazie alle tecnologie digitali e all'IA, i dati finanziari possono essere gestiti con maggiore efficacia e in chiave predittiva, consentendo decisioni tempestive basate su scenari simulativi che abbracciano l'intera organizzazione. In questo nuovo paradigma, il responsabile finanziario deve anche integrare i parametri ESG nelle metriche tradizionali, diventando figura chiave per sostenibilità, resilienza e innovazione.
Tra promesse e realtà: l'IA nel mondo finanziario
I numeri sull'AI ci promettono ritorni enormi – entro il 2030 si stima che l'IA genererà nuovi 19.9 trilioni di dollari che deriveranno principalmente dall'incremento della produttività conseguente l'adozione di questa tecnologia. Secondo le previsioni risulta che, sempre entro il 2030, ogni dollaro investito in IA genererà 4.6 trilioni di dollari di ritorno.
Di recente, Daron Acemoğlu, Premio Nobel per l'economia 2024, ha sottolineato come nel migliore degli scenari l'impatto dell'IA sarà limitato a un incremento dell'1% nei prossimi dieci anni. Tale prudenza è giustificata dall'adozione ancora limitata nelle imprese, dai rapidi cambiamenti tecnologici che rischiano di rendere obsoleti gli investimenti e dalle preoccupazioni legate alla sicurezza dei dati e agli algoritmi potenzialmente distorti.
La Data Governance è l'elemento cruciale di questa trasformazione. Ma non è tutto: la tecnologia da sola non basta, prima di scegliere gli strumenti, è necessario ridisegnare i processi di raccolta dati, definizione dei KPI, monitoraggio e reporting. L'obiettivo deve essere costruire un framework di data governance solido, che permetta di identificare, archiviare e integrare i dati in modo efficace, passando da una logica di semplice controllo a una visione strategica che supporti l'evoluzione aziendale.
Casi concreti: quando la tecnologia incontra le esigenze reali
Questo cambiamento radicale è stato al centro dell'evento "Il CFO come leader della trasformazione digitale e ESG. Evoluzione oltre l'AI", tenutosi presso il Campus SDA Bocconi, frutto della collaborazione tra Nextea, ABS, ANDAF Lombardia e con il contributo scientifico dell'ateneo milanese.
Durante l'evento sono stati presentati quattro casi di studio che illustrano l'applicazione pratica di Oracle Cloud EPM in diversi contesti aziendali. Nel settore energetico, una società con 13 filiali internazionali ha ridotto drasticamente i tempi di pianificazione: la produzione del piano quadriennale richiede ora solo 2-3 giorni di lavoro, mentre la pianificazione annuale a lungo termine è stata ridotta a soli 8 giorni, con significativi miglioramenti in termini di trasparenza ed efficienza.
Per quanto riguarda la sfida ESG, particolarmente rilevante nel settore aeronautico, la piattaforma Oracle ha dimostrato di andare oltre il semplice reporting, integrando dati finanziari e non finanziari. Questo approccio ha consentito alle aziende di pianificare, monitorare e rendicontare gli impatti ambientali, sociali e di governance, riducendo dell'80% i tempi di raccolta delle informazioni e reportistica.
Nel comparto moda, Oracle Cloud EPM ha offerto una soluzione specifica per la gestione fiscale, semplificando il tax reporting, ottimizzando i processi e garantendo compliance e visibilità. Le esperienze condotte hanno evidenziato un miglioramento nella calendarizzazione delle scadenze fiscali, con invio automatico di promemoria e allineamento ai requisiti dell'Agenzia delle Entrate.
Infine, nel settore Telco, l'applicazione della funzione IPM (Intelligent Performance Management) ha portato a una riduzione del 20% delle varianze tra valori pianificati ed effettivi, grazie al riconoscimento automatico dei pattern finanziari e alla segnalazione tempestiva di anomalie. Questo ha permesso non solo di semplificare le attività manuali e ripetitive, ma anche di ridurre significativamente il bias umano nelle decisioni finanziarie.
La trasformazione del ruolo del CFO rappresenta una sfida culturale e professionale senza precedenti, come ha sottolineato Fabrizio Ceriotti, Presidente di ANDAF-Lombardia: "Un ruolo in continua evoluzione: dalla centralità del dato iniziale alla gestione dei rischi futuri - questione sempre più delicata in una società complessa come quella di oggi – per guidare il cambiamento con concretezza, verità e visione. Senza numeri solidi non c'è direzione, e oggi più che mai il mestiere del CFO non si fa guardando ai numeri di ieri, ma su scenari previsionali per costruire il futuro."