Una sfera bianca con una telecamera al centro potrebbe detenere la chiave per il futuro dell'umanità. Mentre i confini tra contenuti reali e artificiali diventano sempre più sfumati, Tools for Humanity ha sviluppato "Orb", un dispositivo che promette di autenticare l'identità umana nell'era dell'intelligenza artificiale avanzata. Questo strumento di verifica, sostenuto da Sam Altman, CEO di OpenAI, rappresenta un tentativo ambizioso di preservare l'unicità umana in un mondo dove distinguere il reale dall'artificiale diventa ogni giorno più complesso.
Le preoccupazioni sulla capacità di distinguere contenuti autentici da quelli generati artificialmente non sono nuove. Già l'anno scorso, l'ex CEO di Twitter Jack Dorsey aveva lanciato l'allarme, prevedendo che nei prossimi 5-10 anni sarebbe diventato praticamente impossibile separare il vero dal falso, soprattutto nel campo delle immagini e dei video. Con l'avvento dell'AI agentica, capace di eseguire compiti complessi con minima supervisione umana, questa previsione appare sempre più realistica.
Il funzionamento dell'Orb è sorprendentemente semplice: l'utente deve guardare nella telecamera integrata nel dispositivo sferico, permettendo la scansione dell'iride. Il sistema cattura gli elementi unici della zona ciliare, generando un codice binario di 12.800 cifre che viene inviato a un'applicazione sul telefono dell'utente. Questo processo non si limita a verificare l'identità umana, ma incentiva la partecipazione attraverso una ricompensa economica.
Infatti, ogni persona che si registra riceve l'equivalente di 42 dollari in "Worldcoin", una criptovaluta creata appositamente per questo sistema. Una strategia che unisce verifica dell'identità e compensazione finanziaria, nel tentativo di costruire rapidamente un database globale di identità umane verificate.
Tools for Humanity, l'azienda dietro Orb, ha obiettivi ambiziosi: registrare 50 milioni di persone entro la fine dell'anno. Un traguardo che appare difficile considerando che, dalla metà del 2023, sono stati registrati "solo" 12 milioni di utenti. Per accelerare questo processo, l'azienda sta implementando circa 7.500 stazioni Orb nelle città americane.
Il CEO di OpenAI, Sam Altman, co-fondatore di Tools for Humanity nel 2019, ha una visione chiara del motivo per cui questo sistema è necessario: "Avevamo bisogno di un modo per identificare e autenticare gli umani nell'era dell'AGI (intelligenza artificiale generale). Volevamo assicurarci che gli esseri umani rimanessero speciali e centrali." Una dichiarazione che rivela quanto Altman consideri cruciale la distinzione tra umani e intelligenze artificiali nel prossimo futuro.
Le implicazioni dell'ascesa dell'intelligenza artificiale vanno oltre la semplice autenticazione dell'identità. Secondo Alex Blania, CEO di Tools for Humanity, "Internet cambierà drasticamente nei prossimi 12-24 mesi. Dobbiamo avere successo, o non sono sicuro di cosa accadrà." Una previsione allarmante che sottolinea l'urgenza del progetto Orb.
Fino ad oggi, il presupposto fondamentale su cui si basa il funzionamento di Internet è che i contenuti e le pubblicità siano consumati da esseri umani. Con l'avvento di agenti AI sempre più sofisticati, questo assunto potrebbe non essere più valido, richiedendo un ripensamento radicale delle strutture digitali attuali.
Nonostante Tools for Humanity affermi esplicitamente di non conservare dati biometrici e di eliminare le immagini dell'iride dopo la verifica, la questione della fiducia rimane un ostacolo significativo. In un'epoca caratterizzata da crescente scetticismo verso la gestione dei dati personali, convincere milioni di persone a farsi scansionare l'iride rappresenta una sfida considerevole.
L'iniziativa solleva anche interrogativi più ampi sul futuro dell'identità digitale e su chi debba controllare i sistemi di verifica dell'umanità. La visione di Altman, che prevede un futuro in cui sarà necessario distinguere esseri umani da AI avanzate, potrebbe sembrare fantascientifica, ma riflette le preoccupazioni reali di chi lavora in prima linea nello sviluppo dell'intelligenza artificiale.
Mentre ci avviciniamo a quella che potrebbe essere una trasformazione fondamentale della società digitale, strumenti come Orb potrebbero rivelarsi non solo utili ma necessari per preservare l'integrità dell'esperienza umana in un mondo sempre più dominato dall'intelligenza artificiale.